22 luglio 2012. Muore Romano Battaglia.

Romano Battaglia, narratore dell’anima tra cronaca e introspezione
Romano Battaglia ha scelto per tutta la vita di raccontare l’Italia con uno sguardo sereno e riflessivo, capace di cogliere l’essenziale al di là del clamore.
Nato a Marina di Pietrasanta il 31 luglio 1933, si forma come giornalista alla RAI, diventando uno dei volti più noti del piccolo schermo. Conduce rubriche storiche come il “TG1”, “TV7” e il celebre “Dibattito”, ma è con “Baobab” e gli speciali dal Festival di Sanremo che conquista il grande pubblico.
Non ama la spettacolarizzazione dell’informazione; preferisce un tono pacato, tempi distesi e riflessione.
Dai microfoni alla pagina scritta
Quando lascia la televisione, Romano Battaglia si dedica completamente alla scrittura.
I suoi libri non inseguono le mode, ma offrono al lettore una pausa.
Tra i più letti ci sono “Il fiume della vita”, “Silenzio”, “La strada di Sin” e “Ho incontrato la vita in un filo d’erba”.
La natura, il silenzio e il tempo interiore: questi sono i temi che lo rendono caro a chi cerca un’alternativa alla frenesia del mondo contemporaneo.
La sua scrittura non si definisce “spirituale” in senso religioso, ma è profondamente radicata in un bisogno di significato.
Ogni suo libro si presenta come un invito alla lentezza, alla meraviglia e al dialogo interiore.
Il valore della parola e del tempo
Romano Battaglia occupa un posto unico nel panorama culturale italiano: non è un opinionista, né un polemista o un guru, é un autore che sceglie la gentilezza del linguaggio come atto politico e umano.
Nel mondo del giornalismo televisivo prima e in quello editoriale poi, porta una coerenza rara: raccontare senza rumore, parlare senza alzare la voce.
Lui stesso afferma che “la vera bellezza non fa rumore”, una filosofia che pervade ogni suo intervento pubblico.
La morte e l’eredità silenziosa
Romano Battaglia muore il 22 luglio 2012 all’età di 78 anni all’Ospedale Versilia di Lido di Camaiore.
I funerali si tengono a Marina di Pietrasanta, dove riposa nella terra che lo ha visto nascere
Romano Battaglia, narratore dell’anima tra cronaca e introspezione
Romano Battaglia ha scelto per tutta la vita di raccontare l’Italia con uno sguardo sereno e riflessivo, capace di cogliere l’essenziale al di là del clamore.
Nato a Marina di Pietrasanta il 31 luglio 1933, si forma come giornalista alla RAI, diventando uno dei volti più noti del piccolo schermo. Conduce rubriche storiche come il “TG1”, “TV7” e il celebre “Dibattito”, ma è con “Baobab” e gli speciali dal Festival di Sanremo che conquista il grande pubblico.
Non ama la spettacolarizzazione dell’informazione; preferisce un tono pacato, tempi distesi e riflessione.
Dai microfoni alla pagina scritta
Quando lascia la televisione, Romano Battaglia si dedica completamente alla scrittura.
I suoi libri non inseguono le mode, ma offrono al lettore una pausa.
Tra i più letti ci sono “Il fiume della vita”, “Silenzio”, “La strada di Sin” e “Ho incontrato la vita in un filo d’erba”.
La natura, il silenzio e il tempo interiore: questi sono i temi che lo rendono caro a chi cerca un’alternativa alla frenesia del mondo contemporaneo.
La sua scrittura non si definisce “spirituale” in senso religioso, ma è profondamente radicata in un bisogno di significato.
Ogni suo libro si presenta come un invito alla lentezza, alla meraviglia e al dialogo interiore.
Il valore della parola e del tempo
Romano Battaglia occupa un posto unico nel panorama culturale italiano: non è un opinionista, né un polemista o un guru, é un autore che sceglie la gentilezza del linguaggio come atto politico e umano.
Nel mondo del giornalismo televisivo prima e in quello editoriale poi, porta una coerenza rara: raccontare senza rumore, parlare senza alzare la voce.
Lui stesso afferma che “la vera bellezza non fa rumore”, una filosofia che pervade ogni suo intervento pubblico.
La morte e l’eredità silenziosa
Romano Battaglia muore il 22 luglio 2012 all’età di 78 anni all’Ospedale Versilia di Lido di Camaiore.
I funerali si tengono a Marina di Pietrasanta, dove riposa nella terra che lo ha visto nascere


















































































