23 luglio 1993. Muore Raul Gardini, re della chimica e della vela.

L’ascesa di un agricoltore divenuto capitano d’industria
Raul Gardini nasce il 7 giugno 1933 a Ravenna.
Figlio di un commerciante di cereali, cresce in un contesto agricolo che trasforma in un laboratorio di innovazione.
Negli anni Sessanta entra nel gruppo Ferruzzi, sposa Idina, figlia di Serafino Ferruzzi, e dà inizio a una carriera fulminante.
Diventa l’anima industriale dell’azienda e ne amplia gli orizzonti, portandola a competere a livello globale.
Con determinazione e carisma, Gardini guida la fusione tra Ferruzzi e Montedison, dando vita al colosso agrochimico Enimont.
L’operazione è audace e ambiziosa, e lui ne diventa il volto pubblico e decisionale.
Nel suo progetto industriale convivono finanza, chimica e agricoltura: un’idea di sviluppo integrato che suscita sia consensi che sospetti.
Il “corsaro” della vela e della chimica
Raul Gardini è anche un appassionato velista; con il Moro di Venezia lancia la sfida italiana all’America’s Cup del 1992, portando l’Italia a un passo dalla vittoria. Il suo stile è quello di un imprenditore non convenzionale, capace di visioni ampie e scelte audaci.
Per alcuni è un innovatore, per altri un accentratore; in ogni caso, rappresenta un personaggio che segna un’epoca.
Nel panorama industriale italiano degli anni Ottanta e Novanta, Gardini incarna l’ambizione di modernizzare, crescere e dominare i mercati globali.
Ma quel sogno si incrina quando esplode lo scandalo Tangentopoli.
Il caso Enimont diventa simbolo del connubio tossico tra affari e politica, lui, che ha sempre cercato di mantenere il controllo, si ritrova sotto inchiesta, accerchiato e isolato.
La morte di Raul Gardini e il mistero mai chiarito
Il 23 luglio 1993, Raul Gardini viene trovato morto nella sua abitazione milanese con un colpo di pistola alla testa.
La notizia scuote l’intera Italia, é ufficialmente considerato suicidio, ma per molti rimane un gesto avvolto nell’ombra.
I funerali si tengono a Ravenna e attirano una folla composta non solo da gente comune ma anche da figure importanti del mondo industriale, politico e giornalistico.
Tra i presenti ci sono Pietro Barilla, Enzo Biagi, Luigi Abete e Romano Prodi, testimoni dell’impatto che Gardini ha avuto sul panorama nazionale.
Dopo la cerimonia religiosa, il corteo funebre si dirige verso la casa di famiglia dove si ferma per un momento di raccoglimento prima di proseguire fino al cimitero per la sepoltura nella tomba familiare.
Il congedo è sobrio ma carico di tensione emotiva, la figura di Gardini continua a dividere: c’è chi lo ricorda come un imprenditore coraggioso e chi come un protagonista controverso di una stagione opaca.
L’ascesa di un agricoltore divenuto capitano d’industria
Raul Gardini nasce il 7 giugno 1933 a Ravenna.
Figlio di un commerciante di cereali, cresce in un contesto agricolo che trasforma in un laboratorio di innovazione.
Negli anni Sessanta entra nel gruppo Ferruzzi, sposa Idina, figlia di Serafino Ferruzzi, e dà inizio a una carriera fulminante.
Diventa l’anima industriale dell’azienda e ne amplia gli orizzonti, portandola a competere a livello globale.
Con determinazione e carisma, Gardini guida la fusione tra Ferruzzi e Montedison, dando vita al colosso agrochimico Enimont.
L’operazione è audace e ambiziosa, e lui ne diventa il volto pubblico e decisionale.
Nel suo progetto industriale convivono finanza, chimica e agricoltura: un’idea di sviluppo integrato che suscita sia consensi che sospetti.
Il “corsaro” della vela e della chimica
Raul Gardini è anche un appassionato velista; con il Moro di Venezia lancia la sfida italiana all’America’s Cup del 1992, portando l’Italia a un passo dalla vittoria. Il suo stile è quello di un imprenditore non convenzionale, capace di visioni ampie e scelte audaci.
Per alcuni è un innovatore, per altri un accentratore; in ogni caso, rappresenta un personaggio che segna un’epoca.
Nel panorama industriale italiano degli anni Ottanta e Novanta, Gardini incarna l’ambizione di modernizzare, crescere e dominare i mercati globali.
Ma quel sogno si incrina quando esplode lo scandalo Tangentopoli.
Il caso Enimont diventa simbolo del connubio tossico tra affari e politica, lui, che ha sempre cercato di mantenere il controllo, si ritrova sotto inchiesta, accerchiato e isolato.
La morte di Raul Gardini e il mistero mai chiarito
Il 23 luglio 1993, Raul Gardini viene trovato morto nella sua abitazione milanese con un colpo di pistola alla testa.
La notizia scuote l’intera Italia, é ufficialmente considerato suicidio, ma per molti rimane un gesto avvolto nell’ombra.
I funerali si tengono a Ravenna e attirano una folla composta non solo da gente comune ma anche da figure importanti del mondo industriale, politico e giornalistico.
Tra i presenti ci sono Pietro Barilla, Enzo Biagi, Luigi Abete e Romano Prodi, testimoni dell’impatto che Gardini ha avuto sul panorama nazionale.
Dopo la cerimonia religiosa, il corteo funebre si dirige verso la casa di famiglia dove si ferma per un momento di raccoglimento prima di proseguire fino al cimitero per la sepoltura nella tomba familiare.
Il congedo è sobrio ma carico di tensione emotiva, la figura di Gardini continua a dividere: c’è chi lo ricorda come un imprenditore coraggioso e chi come un protagonista controverso di una stagione opaca.


















































































