23 luglio 2011. La morte di Amy Winehouse.
Amy Winehouse nasce a Londra il 14 settembre 1983.
Cresce in un quartiere multiculturale e respira fin da subito il jazz e il soul degli anni Sessanta.
A nove anni fonda un gruppo rap ironico, ma è il suo timbro profondo e graffiante a rivelarsi l’arma più potente.
Nel 2003 esce “Frank”, un album d’esordio acclamato dalla critica, ma è “Back to Black” (2006) a consacrarla come stella assoluta della musica mondiale.
Il successo planetario di “Back to Black”
Con “Back to Black”, Amy Winehouse riscrive il soul in chiave moderna, mescolando Motown, jazz e la sua anima inquieta.
Le canzoni “Rehab”, “Love Is a Losing Game” e “You Know I’m No Good” raccontano senza filtri una vita segnata da amori tossici e dipendenze.
La voce roca, i capelli cotonati e l’eyeliner marcato sono il segno di uno stile unico e inconfondibile.
Nel 2008 vince cinque Grammy Awards in una sola notte, ma la pressione mediatica e la fragilità emotiva iniziano a consumarla.
Amy Winehouse: genio e sregolatezza
Amy Winehouse è un simbolo della tensione tra genio e tormento.
I suoi concerti diventano sempre più imprevedibili, e la stampa scandalistica segue ogni sua caduta.
Si parla di droghe, alcol, ricoveri e riabilitazioni, ma anche di un talento che, nonostante tutto, non smette di affascinare il pubblico.
Amy diventa involontariamente il volto del “Club 27”, il gruppo di artisti morti a 27 anni, da Janis Joplin a Kurt Cobain.
La morte improvvisa
Il 23 luglio 2011 Amy Winehouse viene trovata senza vita nella sua casa di Camden Square.
L’autopsia rileva una grave intossicazione da alcol, dopo un periodo di astinenza.
Londra le rende omaggio con veglie improvvisate e tributi musicali.
I funerali si svolgono due giorni dopo in forma privata presso il cimitero di Edgwarebury, secondo il rito ebraico.
Il suo corpo viene cremato, e le ceneri tumulate accanto a quelle della nonna, figura centrale nella sua vita.
Oggi una statua in bronzo veglia silenziosa nel mercato di Camden Town, luogo simbolo della sua Londra.
Amy Winehouse nasce a Londra il 14 settembre 1983.
Cresce in un quartiere multiculturale e respira fin da subito il jazz e il soul degli anni Sessanta.
A nove anni fonda un gruppo rap ironico, ma è il suo timbro profondo e graffiante a rivelarsi l’arma più potente.
Nel 2003 esce “Frank”, un album d’esordio acclamato dalla critica, ma è “Back to Black” (2006) a consacrarla come stella assoluta della musica mondiale.
Il successo planetario di “Back to Black”
Con “Back to Black”, Amy Winehouse riscrive il soul in chiave moderna, mescolando Motown, jazz e la sua anima inquieta.
Le canzoni “Rehab”, “Love Is a Losing Game” e “You Know I’m No Good” raccontano senza filtri una vita segnata da amori tossici e dipendenze.
La voce roca, i capelli cotonati e l’eyeliner marcato sono il segno di uno stile unico e inconfondibile.
Nel 2008 vince cinque Grammy Awards in una sola notte, ma la pressione mediatica e la fragilità emotiva iniziano a consumarla.
Amy Winehouse: genio e sregolatezza
Amy Winehouse è un simbolo della tensione tra genio e tormento.
I suoi concerti diventano sempre più imprevedibili, e la stampa scandalistica segue ogni sua caduta.
Si parla di droghe, alcol, ricoveri e riabilitazioni, ma anche di un talento che, nonostante tutto, non smette di affascinare il pubblico.
Amy diventa involontariamente il volto del “Club 27”, il gruppo di artisti morti a 27 anni, da Janis Joplin a Kurt Cobain.
La morte improvvisa
Il 23 luglio 2011 Amy Winehouse viene trovata senza vita nella sua casa di Camden Square.
L’autopsia rileva una grave intossicazione da alcol, dopo un periodo di astinenza.
Londra le rende omaggio con veglie improvvisate e tributi musicali.
I funerali si svolgono due giorni dopo in forma privata presso il cimitero di Edgwarebury, secondo il rito ebraico.
Il suo corpo viene cremato, e le ceneri tumulate accanto a quelle della nonna, figura centrale nella sua vita.
Oggi una statua in bronzo veglia silenziosa nel mercato di Camden Town, luogo simbolo della sua Londra.
