28 luglio 1750. Muore Johann Sebastian Bach.

Il musicista che intreccia fede e matematica
Il 28 luglio 1750 si spegne a Lipsia Johann Sebastian Bach, figura cardine della musica occidentale.
Compositore, organista e clavicembalista tedesco, Bach lascia un’eredità monumentale che abbraccia il contrappunto, l’armonia e la spiritualità, trasformando ogni nota in materia viva.
Nato a Eisenach il 31 marzo 1685, cresce in una famiglia di musicisti.
Rimasto orfano a dieci anni, viene affidato al fratello maggiore Johann Christoph, organista a Ohrdruf.
Qui affina una disciplina ferrea e un talento naturale, nutrendosi della musica di Buxtehude e Pachelbel, ma anche delle innovazioni italiane e francesi che filtrano nei suoi primi lavori.
Una vita tra liturgia, corte e genio creativo
La carriera di Bach attraversa diverse fasi: è maestro di cappella a Weimar, direttore musicale a Köthen e infine Kantor della Thomasschule di Lipsia, dove rimane per oltre vent’anni.
È in questo periodo che compone alcune delle sue opere più celebri, come la “Passione secondo Matteo”, la “Messa in Si minore” e il “Clavicembalo ben temperato”.
Ogni composizione si rivela un’impalcatura perfetta tra struttura matematica e intensità spirituale.
Instancabile lavoratore, padre di venti figli, molti dei quali musicisti, Bach si dedica anche all’insegnamento e alla trascrizione di opere altrui.
È capace di integrare stili diversi, di modellare la polifonia in forme nuove, di elevare il linguaggio musicale a codice universale.
Il significato di Bach nel tempo presente
Nel suo tempo, Johann Sebastian Bach non gode della fama che avrà in seguito.
È considerato un maestro dell’organo e un educatore, ma il suo stile appare antiquato agli occhi di una generazione proiettata verso il classicismo.
Solo nel XIX secolo, con l’opera di riscoperta promossa da Felix Mendelssohn, la sua grandezza viene riconosciuta appieno.
Ogni compositore moderno, da Beethoven a Stravinskij, ne riconosce la centralità.
La sua musica è viva nelle chiese, nei conservatori, nei concerti, ma anche negli algoritmi che ancora studiano la perfezione delle sue fughe.
La morte e il silenzio che ne segue
Johann Sebastian Bach muore, forse in seguito a complicazioni post-operatorie agli occhi, il 28 luglio 1750 a Lipsia, aveva 65 anni.
Viene sepolto nella chiesa di San Giovanni, anche se le sue spoglie vengono in seguito traslate nella chiesa di San Tommaso, dove ancora oggi riposano.
Il musicista che intreccia fede e matematica
Il 28 luglio 1750 si spegne a Lipsia Johann Sebastian Bach, figura cardine della musica occidentale.
Compositore, organista e clavicembalista tedesco, Bach lascia un’eredità monumentale che abbraccia il contrappunto, l’armonia e la spiritualità, trasformando ogni nota in materia viva.
Nato a Eisenach il 31 marzo 1685, cresce in una famiglia di musicisti.
Rimasto orfano a dieci anni, viene affidato al fratello maggiore Johann Christoph, organista a Ohrdruf.
Qui affina una disciplina ferrea e un talento naturale, nutrendosi della musica di Buxtehude e Pachelbel, ma anche delle innovazioni italiane e francesi che filtrano nei suoi primi lavori.
Una vita tra liturgia, corte e genio creativo
La carriera di Bach attraversa diverse fasi: è maestro di cappella a Weimar, direttore musicale a Köthen e infine Kantor della Thomasschule di Lipsia, dove rimane per oltre vent’anni.
È in questo periodo che compone alcune delle sue opere più celebri, come la “Passione secondo Matteo”, la “Messa in Si minore” e il “Clavicembalo ben temperato”.
Ogni composizione si rivela un’impalcatura perfetta tra struttura matematica e intensità spirituale.
Instancabile lavoratore, padre di venti figli, molti dei quali musicisti, Bach si dedica anche all’insegnamento e alla trascrizione di opere altrui.
È capace di integrare stili diversi, di modellare la polifonia in forme nuove, di elevare il linguaggio musicale a codice universale.
Il significato di Bach nel tempo presente
Nel suo tempo, Johann Sebastian Bach non gode della fama che avrà in seguito.
È considerato un maestro dell’organo e un educatore, ma il suo stile appare antiquato agli occhi di una generazione proiettata verso il classicismo.
Solo nel XIX secolo, con l’opera di riscoperta promossa da Felix Mendelssohn, la sua grandezza viene riconosciuta appieno.
Ogni compositore moderno, da Beethoven a Stravinskij, ne riconosce la centralità.
La sua musica è viva nelle chiese, nei conservatori, nei concerti, ma anche negli algoritmi che ancora studiano la perfezione delle sue fughe.
La morte e il silenzio che ne segue
Johann Sebastian Bach muore, forse in seguito a complicazioni post-operatorie agli occhi, il 28 luglio 1750 a Lipsia, aveva 65 anni.
Viene sepolto nella chiesa di San Giovanni, anche se le sue spoglie vengono in seguito traslate nella chiesa di San Tommaso, dove ancora oggi riposano.


















































































