29 luglio 2021. Muore l’editore Roberto Calasso.

Una figura atipica nel panorama culturale europeo
Roberto Calasso è molto più di un editore: è un autore, un saggista, un intellettuale che trasforma ogni libro in un gesto di pensiero.
Nato a Firenze il 30 maggio 1941, cresce in una famiglia di intellettuali antifascisti e si forma in un ambiente impregnato di cultura classica e rigore linguistico.
Negli anni Sessanta entra nella casa editrice Adelphi, all’epoca ancora giovane. Da quel momento, il suo nome si intreccia indissolubilmente con la storia della casa editrice.
Adelphi e il progetto di un editore-visionario
Con Calasso, Adelphi diventa un laboratorio culturale raffinato e autonomo, un luogo dove si coltiva un’idea radicale di letteratura come forma di conoscenza.
La sua direzione editoriale si riconosce nella scelta di autori eccentrici, esoterici, fondamentali: da Nietzsche a Canetti, da Nabokov a Borges, da Kundera a Landolfi.
Per Calasso l’editore non è un tecnico del libro, ma un demiurgo, colui che costruisce un universo. E lui quel mondo lo costruisce con meticolosa coerenza.
L’opera come mappa del sacro
Accanto al lavoro editoriale, Calasso scrive. E i suoi libri non si accontentano di raccontare: indagano il mito, le religioni, la modernità, l’invisibile.
“Le nozze di Cadmo e Armonia” (1988) diventa un cult internazionale, seguito da “Ka”, “Il rosa Tiepolo”, “La rovina di Kasch”, “L’ardore” e molti altri, componendo una sorta di “opera-mondo”.
Ogni volume si ricollega al precedente, ogni pagina è intessuta di citazioni, riferimenti, folgorazioni.
Roberto Calasso è ossessionato dall’idea di trasmettere la cultura come un filo continuo, mai spezzato.
Crede nella sacralità della lettura e nel potere trasfigurante della scrittura.
Per questo la sua eredità sfugge alle classificazioni: non è solo editoria, non è solo saggistica, non è solo letteratura. È un gesto intellettuale totalizzante.
La morte e l’ultimo capitolo
Il 29 luglio 2021, Roberto Calasso muore a Milano, all’età di 80 anni.
Solo pochi giorni prima pubblica due ultimi volumi, “Bobi” e “Memè Scianca”, dedicati rispettivamente a Bobi Bazlen e alla figura paterna.
La notizia della sua morte scuote il mondo della cultura italiana e internazionale: se ne va un autore fuori dal tempo, uno degli ultimi veri “editori-autori” del Novecento.
I funerali si svolgono in forma privata, così come privata e silenziosa è stata la sua vita.
Una figura atipica nel panorama culturale europeo
Roberto Calasso è molto più di un editore: è un autore, un saggista, un intellettuale che trasforma ogni libro in un gesto di pensiero.
Nato a Firenze il 30 maggio 1941, cresce in una famiglia di intellettuali antifascisti e si forma in un ambiente impregnato di cultura classica e rigore linguistico.
Negli anni Sessanta entra nella casa editrice Adelphi, all’epoca ancora giovane. Da quel momento, il suo nome si intreccia indissolubilmente con la storia della casa editrice.
Adelphi e il progetto di un editore-visionario
Con Calasso, Adelphi diventa un laboratorio culturale raffinato e autonomo, un luogo dove si coltiva un’idea radicale di letteratura come forma di conoscenza.
La sua direzione editoriale si riconosce nella scelta di autori eccentrici, esoterici, fondamentali: da Nietzsche a Canetti, da Nabokov a Borges, da Kundera a Landolfi.
Per Calasso l’editore non è un tecnico del libro, ma un demiurgo, colui che costruisce un universo. E lui quel mondo lo costruisce con meticolosa coerenza.
L’opera come mappa del sacro
Accanto al lavoro editoriale, Calasso scrive. E i suoi libri non si accontentano di raccontare: indagano il mito, le religioni, la modernità, l’invisibile.
“Le nozze di Cadmo e Armonia” (1988) diventa un cult internazionale, seguito da “Ka”, “Il rosa Tiepolo”, “La rovina di Kasch”, “L’ardore” e molti altri, componendo una sorta di “opera-mondo”.
Ogni volume si ricollega al precedente, ogni pagina è intessuta di citazioni, riferimenti, folgorazioni.
Roberto Calasso è ossessionato dall’idea di trasmettere la cultura come un filo continuo, mai spezzato.
Crede nella sacralità della lettura e nel potere trasfigurante della scrittura.
Per questo la sua eredità sfugge alle classificazioni: non è solo editoria, non è solo saggistica, non è solo letteratura. È un gesto intellettuale totalizzante.
La morte e l’ultimo capitolo
Il 29 luglio 2021, Roberto Calasso muore a Milano, all’età di 80 anni.
Solo pochi giorni prima pubblica due ultimi volumi, “Bobi” e “Memè Scianca”, dedicati rispettivamente a Bobi Bazlen e alla figura paterna.
La notizia della sua morte scuote il mondo della cultura italiana e internazionale: se ne va un autore fuori dal tempo, uno degli ultimi veri “editori-autori” del Novecento.
I funerali si svolgono in forma privata, così come privata e silenziosa è stata la sua vita.


















































































