Addio a Enrico Lucherini, geniale press agent del cinema italiano.

Il pioniere della comunicazione cinematografica
Si è spento nel sonno, a pochi giorni dal suo 93° compleanno, Enrico Lucherini, l’uomo che ha rivoluzionato il mondo della comunicazione nel cinema italiano.
Nato a Roma, è stato il primo a inventare la figura del press agent per le star dello spettacolo, accompagnando icone del calibro di Sophia Loren, Claudia Cardinale, Monica Vitti e molti altri.
Con la sua scomparsa, il mondo dello spettacolo perde non solo un professionista visionario, ma anche una memoria storica vivente, capace di raccontare mezzo secolo di cinema con aneddoti brillanti e mai banali.
Le leggendarie “lucherinate”
Enrico Lucherini ha trasformato la promozione cinematografica in arte scenica.
Celebri le sue trovate provocatorie, passate alla storia con il nome di lucherinate: episodi costruiti ad arte per attirare l’attenzione dei media.
La prima risale al 1959, quando durante le riprese de La notte brava fece gettare in piscina l’intero cast femminile.
I fotografi immortalano il “caos” e il film guadagna subito spazio su tutte le prime pagine.
Lucherini aveva capito prima di tutti che per far parlare di un film, bisognava costruire la notizia.
Una carriera nata per caso e vissuta con passione
La carriera di Lucherini inizia quasi per scherzo, durante una tournée teatrale in Sud America con la Compagnia dei Giovani.
Gli viene assegnato il compito di organizzare una conferenza stampa: è la scintilla che accende una passione destinata a durare per oltre sessant’anni.
Negli anni fonda studi di comunicazione con Matteo Spinola e Gianluca Pignatelli, suo storico socio ed erede, e lavora con tutti, da Edwige Fenech a Lilli Carati.
“Ho inventato, sì”, ammetteva, “ma sempre al servizio dei film”.
Il rapporto con le star: amore e frizioni
Tra le sue collaborazioni più longeve quella con Sophia Loren, con cui instaurò un legame personale profondo.
Ma non mancavano gli scontri: con Monica Vitti, ad esempio, il rapporto fu turbolento.
Lui stesso raccontava con ironia che l’attrice, insoddisfatta degli scatti promozionali, glieli restituì corretti a penna come un vero precursore del Photoshop.
Con Sylva Koscina, invece, diceva: “una gallina, ma molto simpatica”.
E ancora: la falsa notizia sulla malattia di Laurent Terzieff per attirare l’attenzione di Oriana Fallaci o la love story inventata tra Florinda Bolkan e Richard Burton.
Il ritiro, i social e l’ultima critica al presente
Lucherini si ritira a 80 anni, dopo una carriera esuberante.
Nella sua casa ai Parioli, con una terrazza fiorita e le pareti piene di fotografie e ricordi, riceveva ancora ospiti e amici.
In un’intervista lamentava: “I social network hanno cambiato tutto. Gli attori si raccontano da soli. E noi finiamo per non parlarci più”.
Una vita con lo spettacolo dentro
Il mestiere che si è inventato – un modo per recitare pur non avendo talento da attore, diceva scherzando – è diventato un’arte.
Ha lasciato un’eredità importante, celebrata in una mostra all’Ara Pacis e in un libro dal titolo emblematico: Purché se ne parli.
Fino all’ultimo, Enrico Lucherini ha incarnato lo spirito libero, ironico e affamato di scena che ha reso il cinema italiano celebre nel mondo.
Con lui se ne va l’inventore di una professione, un pezzo di “Dolce Vita” e un uomo che ha sempre vissuto all’insegna dell’entusiasmo.
LPP
Il pioniere della comunicazione cinematografica
Si è spento nel sonno, a pochi giorni dal suo 93° compleanno, Enrico Lucherini, l’uomo che ha rivoluzionato il mondo della comunicazione nel cinema italiano.
Nato a Roma, è stato il primo a inventare la figura del press agent per le star dello spettacolo, accompagnando icone del calibro di Sophia Loren, Claudia Cardinale, Monica Vitti e molti altri.
Con la sua scomparsa, il mondo dello spettacolo perde non solo un professionista visionario, ma anche una memoria storica vivente, capace di raccontare mezzo secolo di cinema con aneddoti brillanti e mai banali.
Le leggendarie “lucherinate”
Enrico Lucherini ha trasformato la promozione cinematografica in arte scenica.
Celebri le sue trovate provocatorie, passate alla storia con il nome di lucherinate: episodi costruiti ad arte per attirare l’attenzione dei media.
La prima risale al 1959, quando durante le riprese de La notte brava fece gettare in piscina l’intero cast femminile.
I fotografi immortalano il “caos” e il film guadagna subito spazio su tutte le prime pagine.
Lucherini aveva capito prima di tutti che per far parlare di un film, bisognava costruire la notizia.
Una carriera nata per caso e vissuta con passione
La carriera di Lucherini inizia quasi per scherzo, durante una tournée teatrale in Sud America con la Compagnia dei Giovani.
Gli viene assegnato il compito di organizzare una conferenza stampa: è la scintilla che accende una passione destinata a durare per oltre sessant’anni.
Negli anni fonda studi di comunicazione con Matteo Spinola e Gianluca Pignatelli, suo storico socio ed erede, e lavora con tutti, da Edwige Fenech a Lilli Carati.
“Ho inventato, sì”, ammetteva, “ma sempre al servizio dei film”.
Il rapporto con le star: amore e frizioni
Tra le sue collaborazioni più longeve quella con Sophia Loren, con cui instaurò un legame personale profondo.
Ma non mancavano gli scontri: con Monica Vitti, ad esempio, il rapporto fu turbolento.
Lui stesso raccontava con ironia che l’attrice, insoddisfatta degli scatti promozionali, glieli restituì corretti a penna come un vero precursore del Photoshop.
Con Sylva Koscina, invece, diceva: “una gallina, ma molto simpatica”.
E ancora: la falsa notizia sulla malattia di Laurent Terzieff per attirare l’attenzione di Oriana Fallaci o la love story inventata tra Florinda Bolkan e Richard Burton.
Il ritiro, i social e l’ultima critica al presente
Lucherini si ritira a 80 anni, dopo una carriera esuberante.
Nella sua casa ai Parioli, con una terrazza fiorita e le pareti piene di fotografie e ricordi, riceveva ancora ospiti e amici.
In un’intervista lamentava: “I social network hanno cambiato tutto. Gli attori si raccontano da soli. E noi finiamo per non parlarci più”.
Una vita con lo spettacolo dentro
Il mestiere che si è inventato – un modo per recitare pur non avendo talento da attore, diceva scherzando – è diventato un’arte.
Ha lasciato un’eredità importante, celebrata in una mostra all’Ara Pacis e in un libro dal titolo emblematico: Purché se ne parli.
Fino all’ultimo, Enrico Lucherini ha incarnato lo spirito libero, ironico e affamato di scena che ha reso il cinema italiano celebre nel mondo.
Con lui se ne va l’inventore di una professione, un pezzo di “Dolce Vita” e un uomo che ha sempre vissuto all’insegna dell’entusiasmo.
LPP


















































































