31 luglio 2003. Muore Guido Crepax, il creatore di Valentina.

L’arte del segno che accende l’immaginazione
Guido Crepax è uno dei nomi più evocativi del fumetto italiano del Novecento.
Nato a Milano il 15 luglio 1933, si forma come architetto ma fin dall’inizio della sua carriera si dedica al disegno, esplorando le potenzialità espressive della linea e del tratto.
Lavora per la pubblicità e realizza copertine per riviste e dischi, ma è nel fumetto che trova il suo linguaggio più compiuto. L’incontro con la rivista Linus, negli anni Sessanta, cambia tutto: nasce Valentina.
Valentina, icona di libertà e sogno
Valentina Rosselli appare per la prima volta nel 1965.
È una fotografa milanese dallo sguardo fiero, ispirata nei tratti all’attrice Louise Brooks.
Ma Valentina non è solo un personaggio: è un viaggio onirico, un’esplorazione del desiderio e del subconscio, una donna libera che sfugge agli stereotipi.
Nei suoi sogni erotici, nei suoi viaggi mentali e nei suoi confronti con la realtà, si intrecciano Eros, psicologia e avanguardia.
Crepax disegna ogni tavola con minuziosa attenzione grafica.
Il suo tratto, elegante e modulato, si riconosce all’istante: corpi allungati, sguardi intensi, dettagli architettonici e sequenze visive che ricordano il cinema muto, l’Art Nouveau, l’Espressionismo tedesco.
Il tempo narrativo si spezza, si dilata, si contorce, diventando visione.
Oltre Valentina: cultura, erotismo e sperimentazione
Oltre a Valentina, Crepax reinterpreta con il suo stile inconfondibile classici della letteratura erotica e gotica: Justine, Histoire d’O, Dracula, Casanova, Frankestein.
Le sue tavole sono studiate nei corsi di grafica e fumetto in tutta Europa. Molto amato in Francia e Giappone, riceve numerosi premi, tra cui il prestigioso Yellow Kid.
Crepax è anche un raffinato intellettuale: colleziona arte, ascolta musica contemporanea, ama il cinema di Jean Cocteau e Alain Resnais.
La sua opera dialoga con la cultura del Novecento, con l’inconscio collettivo e con il corpo come luogo simbolico.
La fine di un visionario
Guido Crepax muore a Milano il 31 luglio 2003, dopo una lunga malattia neurologica che lo aveva progressivamente allontanato dal disegno. I funerali si tengono in forma privata.
La sua eredità resta viva nelle mostre, nei volumi illustrati, nei saggi che lo celebrano come un autore colto, sensuale e rivoluzionario.
L’arte del segno che accende l’immaginazione
Guido Crepax è uno dei nomi più evocativi del fumetto italiano del Novecento.
Nato a Milano il 15 luglio 1933, si forma come architetto ma fin dall’inizio della sua carriera si dedica al disegno, esplorando le potenzialità espressive della linea e del tratto.
Lavora per la pubblicità e realizza copertine per riviste e dischi, ma è nel fumetto che trova il suo linguaggio più compiuto. L’incontro con la rivista Linus, negli anni Sessanta, cambia tutto: nasce Valentina.
Valentina, icona di libertà e sogno
Valentina Rosselli appare per la prima volta nel 1965.
È una fotografa milanese dallo sguardo fiero, ispirata nei tratti all’attrice Louise Brooks.
Ma Valentina non è solo un personaggio: è un viaggio onirico, un’esplorazione del desiderio e del subconscio, una donna libera che sfugge agli stereotipi.
Nei suoi sogni erotici, nei suoi viaggi mentali e nei suoi confronti con la realtà, si intrecciano Eros, psicologia e avanguardia.
Crepax disegna ogni tavola con minuziosa attenzione grafica.
Il suo tratto, elegante e modulato, si riconosce all’istante: corpi allungati, sguardi intensi, dettagli architettonici e sequenze visive che ricordano il cinema muto, l’Art Nouveau, l’Espressionismo tedesco.
Il tempo narrativo si spezza, si dilata, si contorce, diventando visione.
Oltre Valentina: cultura, erotismo e sperimentazione
Oltre a Valentina, Crepax reinterpreta con il suo stile inconfondibile classici della letteratura erotica e gotica: Justine, Histoire d’O, Dracula, Casanova, Frankestein.
Le sue tavole sono studiate nei corsi di grafica e fumetto in tutta Europa. Molto amato in Francia e Giappone, riceve numerosi premi, tra cui il prestigioso Yellow Kid.
Crepax è anche un raffinato intellettuale: colleziona arte, ascolta musica contemporanea, ama il cinema di Jean Cocteau e Alain Resnais.
La sua opera dialoga con la cultura del Novecento, con l’inconscio collettivo e con il corpo come luogo simbolico.
La fine di un visionario
Guido Crepax muore a Milano il 31 luglio 2003, dopo una lunga malattia neurologica che lo aveva progressivamente allontanato dal disegno. I funerali si tengono in forma privata.
La sua eredità resta viva nelle mostre, nei volumi illustrati, nei saggi che lo celebrano come un autore colto, sensuale e rivoluzionario.

















































































