11 agosto 1953. Muore Tazio Nuvolari, il “mantovano volante”.

Un campione che sfida i limiti
Tazio Nuvolari nasce a Castel d’Ario, in provincia di Mantova, il 16 novembre 1892.
La passione per la velocità lo accompagna fin da giovane, prima sulle due ruote e poi in auto, trasformandolo in una leggenda dell’automobilismo e del motociclismo.
Negli anni ’20 domina le gare motociclistiche, vincendo il Campionato Italiano nel 1924 e conquistando l’attenzione della Scuderia Ferrari, che allora gestisce le Alfa Romeo ufficiali.
Il soprannome “mantovano volante” nasce dalla sua capacità di spingere i mezzi oltre il limite, unendo coraggio, istinto e una padronanza tecnica fuori dal comune.
La sua figura, minuta ma determinata, diventa un simbolo di tenacia per i tifosi di tutto il mondo.
Vittorie e imprese leggendarie
Tra il 1930 e il 1938, Tazio Nuvolari firma alcune delle pagine più epiche delle corse.
Vince la Mille Miglia del 1930 con un sorpasso memorabile a fari spenti su Varzi, e nel 1935 conquista il Gran Premio di Germania al Nürburgring battendo le imbattibili Mercedes e Auto Union, in una gara rimasta nella storia come “l’impresa impossibile”.
Le sue vittorie non si limitano all’Italia: corre e trionfa in Francia, Inghilterra, Spagna e in molte altre nazioni, imponendo il suo stile in un’epoca in cui le corse sono pericolose e spesso mortali.
Il casco di cuoio e la maglia gialla diventano parte della sua immagine iconica.
Come si diventa un mito sportivo
Tazio Nuvolari incarna un’idea di sport in cui il coraggio supera la paura.
Il suo modo di guidare, fatto di controllo millimetrico e audacia, ispira generazioni di piloti.
Anche Enzo Ferrari lo definisce “l’uomo che non sapeva cosa fosse la paura”, sottolineando il carattere indomito che lo accompagna fino agli ultimi anni di attività.
Negli ultimi anni, colpito da problemi respiratori, si ritira dalle competizioni.
Si spegne l’11 agosto 1953, a Mantova, all’età di 60 anni.
Il funerale diventa un evento nazionale: migliaia di persone affollano le strade, e la sua bara viene trasportata su un’auto sportiva, in omaggio alla sua vita in corsa.
È sepolto nel cimitero monumentale di Mantova.
Un campione che sfida i limiti
Tazio Nuvolari nasce a Castel d’Ario, in provincia di Mantova, il 16 novembre 1892.
La passione per la velocità lo accompagna fin da giovane, prima sulle due ruote e poi in auto, trasformandolo in una leggenda dell’automobilismo e del motociclismo.
Negli anni ’20 domina le gare motociclistiche, vincendo il Campionato Italiano nel 1924 e conquistando l’attenzione della Scuderia Ferrari, che allora gestisce le Alfa Romeo ufficiali.
Il soprannome “mantovano volante” nasce dalla sua capacità di spingere i mezzi oltre il limite, unendo coraggio, istinto e una padronanza tecnica fuori dal comune.
La sua figura, minuta ma determinata, diventa un simbolo di tenacia per i tifosi di tutto il mondo.
Vittorie e imprese leggendarie
Tra il 1930 e il 1938, Tazio Nuvolari firma alcune delle pagine più epiche delle corse.
Vince la Mille Miglia del 1930 con un sorpasso memorabile a fari spenti su Varzi, e nel 1935 conquista il Gran Premio di Germania al Nürburgring battendo le imbattibili Mercedes e Auto Union, in una gara rimasta nella storia come “l’impresa impossibile”.
Le sue vittorie non si limitano all’Italia: corre e trionfa in Francia, Inghilterra, Spagna e in molte altre nazioni, imponendo il suo stile in un’epoca in cui le corse sono pericolose e spesso mortali.
Il casco di cuoio e la maglia gialla diventano parte della sua immagine iconica.
Come si diventa un mito sportivo
Tazio Nuvolari incarna un’idea di sport in cui il coraggio supera la paura.
Il suo modo di guidare, fatto di controllo millimetrico e audacia, ispira generazioni di piloti.
Anche Enzo Ferrari lo definisce “l’uomo che non sapeva cosa fosse la paura”, sottolineando il carattere indomito che lo accompagna fino agli ultimi anni di attività.
Negli ultimi anni, colpito da problemi respiratori, si ritira dalle competizioni.
Si spegne l’11 agosto 1953, a Mantova, all’età di 60 anni.
Il funerale diventa un evento nazionale: migliaia di persone affollano le strade, e la sua bara viene trasportata su un’auto sportiva, in omaggio alla sua vita in corsa.
È sepolto nel cimitero monumentale di Mantova.


















































































