16 agosto 1949. Muore Margaret Mitchell, autrice di Via col Vento.

16 Agosto 2025 - 07:00--Anniversari, Cultura-
margaret mitchell

Le origini e l’infanzia ad Atlanta

L’8 novembre 1900 nasce ad Atlanta Margaret Munnerlyn Mitchell, figlia di Eugene, avvocato e presidente della Atlanta Historical Society, e di Mary Isobel Stephens, suffragetta di origine irlandese.

La giovane, soprannominata Peggy, cresce tra i racconti della Guerra di Secessione e i ricordi della vecchia Atlanta. A soli sei anni assiste alle sommosse razziali del 1906, esperienze che segneranno profondamente la sua immaginazione.
Fin da bambina scrive piccoli testi e recite, mostrando un talento precoce. La famiglia si trasferisce in Peachtree Street, la strada che diventerà il cuore del suo futuro romanzo.

Una giovane ribelle tra studi e amori

Nel 1918 si diploma al Washington Seminary, descritta come una ragazza energica e anticonformista. Inizia a studiare medicina allo Smith College, dove si innamora di Clifford Henry, ufficiale morto tragicamente in guerra.

Dopo la morte della madre, vittima della spagnola, Margaret lascia gli studi e torna ad Atlanta. Nel 1922 sposa Berrien Upshaw, un matrimonio segnato da violenze e alcolismo, che finisce con l’annullamento. Nel 1925 sposa invece John Marsh, compagno di vita e sostegno decisivo per la sua carriera.

La nascita di Gone with the Wind

Costretta a letto da una frattura, Margaret Mitchell inizia a scrivere il romanzo che la renderà immortale: Gone with the Wind.

Il manoscritto, oltre 1.000 pagine, viene pubblicato nel 1936 dalla Macmillan. Il successo è travolgente: un milione di copie in sei mesi, venti mesi consecutivi in vetta alle classifiche, Premio Pulitzer nel 1937 e candidatura al Nobel nel 1938.
Il film del 1939, diretto da Victor Fleming, consacra l’opera, vincendo nove Oscar e trasformando Scarlett O’Hara e Rhett Butler in icone mondiali.

Una vita segnata dal destino

Negli anni successivi la Mitchell rifiuta di scrivere un seguito e si dedica alla cura del copyright e delle edizioni straniere. Durante la Seconda guerra mondiale presta servizio volontario nella Croce Rossa.

La sera dell’11 agosto 1949, mentre attraversa Peachtree Street con il marito, viene investita da un tassista ubriaco. Muore cinque giorni dopo, il 16 agosto 1949, a 48 anni. L’Atlanta Journal racconta che, durante il corteo funebre, un raggio di sole squarciò le nubi illuminando la strada simbolo della sua vita e della sua opera.

Oggi la scrittrice riposa all’Oakland Cemetery di Atlanta. La sua casa, la Margaret Mitchell House, è divenuta museo e centro culturale, luogo di memoria e di celebrazione di un talento unico che con un solo romanzo ha segnato la storia della letteratura e del cinema.

Alcune curiosità sulla vita di Margaret Mitchell

  • Era figlia di una suffragetta

La madre di Margaret Mitchell diede alla figlia un’educazione rivoluzionaria in aperto contrasto con i principi patriarcali dell’epoca.

  • Si vestiva come un maschio

Da bambina Margaret fu vittima di un increscioso incidente. La sua gonna in crinolina prese fuoco (era un fatto che purtroppo accadeva spesso soprattutto in epoca Vittoriana, molte donne persero la vita a causa di questi incidenti, Ndr) e rischiò di esserle fatale. La salvarono in tempo e Margaret non riportò alcuna ferita. La madre tuttavia si spaventò così tanto da impedirle di indossare abiti femminili. La giovane Peggy dunque indossava pantaloni, proprio come il fratello

  • Lavorò come giornalista

Mitchell iniziò la sua carriera nell’ambito del giornalismo lavorando come corrispondente per l’Atlanta Journal. Scriveva articoli, bozzetti, recensioni. Collaborò a lungo anche con l’inserto domenicale del Sunday Magazine. Scriveva articoli di costume e società e condusse interviste anche a personaggi famosi dell’epoca. Tra i più celebri ricordiamo Rodolfo Valentino.

  • Scrisse Via col vento durante la convalescenza

Nel 1926 Margaret Mitchell fu costretta a letto a causa della rottura di una caviglia. Era afflitta anche da continui dolori all’anca e non riusciva a muoversi né a lavorare. Trascorreva il tempo divorando romanzi, l’uno dopo l’altro. Un giorno il suo secondo marito, l’agente pubblicitario John Marsh, le regalò una nuova macchina da scrivere. Le disse che era il momento di smettere di leggere libri scritti da altri e di scriverne di suoi. Seduta al tavolino, battendo sui tasti della nuova Remington, Margaret iniziò la stesura di ciò che sarebbe diventato Via col vento. La gestazione del romanzo durò circa dieci anni.

  • Non voleva pubblicare Via col vento

Margaret Mitchell non voleva pubblicare il romanzo. Credeva che il suo lungo manoscritto fosse destinato a una lettura privata e familiare. Fu l’amica Lois Dwight Cole a convincerla. Via col vento fu pubblicato il 30 giugno 1936 dalla casa editrice Macmillan di New York. Il libro vendette oltre un milione di copie in sei mesi e rimase in vetta alle classifiche editoriali per venti mesi consecutivi.
Mitchell trasse il titolo del romanzo da una poesia del 1891 di Ernest Dowson. La scrittrice si ispirò alla terza strofa della lirica Cynara che recita così: I have forgot much, Cynara!/gone with the wind. Disse che quelle parole avevano il suono triste, lontano e malinconico che lei ricercava.

  • Ordinò di bruciare i suoi manoscritti

Margaret Mitchell fece predisporre nel suo testamento che tutti i suoi manoscritti venissero distrutti perché non vedessero mai la luce. Tra questi vi era anche il suo primo romanzo intitolato The Big Four, scritto a soli tredici anni. Parlava di un gruppo di ragazze che vivevano in collegio. Nel 1995 fu ritrovato un racconto che Margaret aveva scritto a sedici anni. Lo aveva regalato all’amico Henry Love Angel. Fu il figlio di Henry a decidere di pubblicarlo con il titolo di Lost Laysen, L’isola in fondo al mare. Il romanzo fu pubblicato come l’opera inedita della scrittrice di Via col vento. In quelle pagine alcuni critici rintracciarono il germe narrativo di ciò che sarebbe stato il suo capolavoro.

Di certo Margaret Mitchell non l’avrebbe voluto: aveva cercato di allontanarsi dall’immagine di scrittrice in ogni modo. Il successo l’aveva soffocata e si voleva liberare da quell’eredità letteraria che sentiva troppo ingombrante e viveva come un peso.

Nel corso della sua vita era stata molte donne diverse – l’aspirante medico, la giornalista, la scrittrice di successo, l’infermiera in prima linea – tutte unite dall’identica appassionata forza d’animo, proprio come la sua indomabile Rossella O’Hara.

Laura Persico Pezzino

Scacf Fabbrica Italiana Cofani Funebri

 

 

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Il manoscritto, oltre 1.000 pagine, viene pubblicato nel 1936 dalla Macmillan. Il successo è travolgente: un milione di copie in sei mesi, venti mesi consecutivi in vetta alle classifiche, Premio Pulitzer nel 1937 e candidatura al Nobel nel 1938.
Il film del 1939, diretto da Victor Fleming, consacra l’opera, vincendo nove Oscar e trasformando Scarlett O’Hara e Rhett Butler in icone mondiali.

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