26 agosto 1795. La morte di Cagliostro.

Un personaggio che divide la storia
Il nome di Alessandro conte di Cagliostro evoca subito immagini di mistero, alchimia e seduzione.
Nato a Palermo il 2 giugno 1743 con il nome di Giuseppe Balsamo, cresce in un contesto modesto, ma ben presto cerca di reinventarsi.
L’ambizione lo porta a viaggiare per l’Europa, assumendo l’identità del carismatico “conte di Cagliostro”.
La sua figura affascina e inquieta: da un lato mago, taumaturgo e alchimista, dall’altro truffatore e seduttore delle corti.
Tra magia, scienza e inganni
Cagliostro si muove abilmente tra mondi diversi.
Frequenta logge massoniche, diffonde riti egizi di sua invenzione e si proclama conoscitore di antichi segreti.
A Parigi conquista salotti aristocratici con esperimenti di alchimia e promesse di guarigione miracolosa.
Al tempo stesso suscita sospetti di ciarlataneria, specialmente quando resta coinvolto nell’affaire della collana di Maria Antonietta, uno scandalo che scuote la Francia prerivoluzionaria.
Il suo carisma rimane indiscusso: uomini di potere, nobili e intellettuali si dividono tra chi lo considera un impostore e chi, invece, lo vede come un uomo illuminato da conoscenze occulte.
Un simbolo dell’ambiguità settecentesca
La vita di Alessandro conte di Cagliostro riflette le tensioni del Settecento: l’Europa è attraversata dall’Illuminismo, ma anche da un rinnovato interesse per il magico e l’esoterico.
Cagliostro incarna questa duplicità. Rappresenta il fascino dell’occulto in un’epoca che esalta la ragione.
La sua leggenda continua ad affascinare scrittori e studiosi, tanto che Goethe e Schiller si interessano alla sua storia, contribuendo a trasformarlo in un mito letterario.
La prigionia e la morte
Il destino di Cagliostro si compie in Italia. Arrestato a Roma dall’Inquisizione nel 1789, viene accusato di eresia e pratiche occulte.
Dopo un processo lungo e spettacolare, la sua condanna alla morte è commutata in ergastolo.
Rinchiuso nella fortezza di San Leo, nelle Marche, trascorre gli ultimi anni tra privazioni e isolamento.
Qui muore il 26 agosto 1795, all’età di 52 anni.
Il suo corpo viene sepolto senza fasti, ma la leggenda continua a vivere.
Un personaggio che divide la storia
Il nome di Alessandro conte di Cagliostro evoca subito immagini di mistero, alchimia e seduzione.
Nato a Palermo il 2 giugno 1743 con il nome di Giuseppe Balsamo, cresce in un contesto modesto, ma ben presto cerca di reinventarsi.
L’ambizione lo porta a viaggiare per l’Europa, assumendo l’identità del carismatico “conte di Cagliostro”.
La sua figura affascina e inquieta: da un lato mago, taumaturgo e alchimista, dall’altro truffatore e seduttore delle corti.
Tra magia, scienza e inganni
Cagliostro si muove abilmente tra mondi diversi.
Frequenta logge massoniche, diffonde riti egizi di sua invenzione e si proclama conoscitore di antichi segreti.
A Parigi conquista salotti aristocratici con esperimenti di alchimia e promesse di guarigione miracolosa.
Al tempo stesso suscita sospetti di ciarlataneria, specialmente quando resta coinvolto nell’affaire della collana di Maria Antonietta, uno scandalo che scuote la Francia prerivoluzionaria.
Il suo carisma rimane indiscusso: uomini di potere, nobili e intellettuali si dividono tra chi lo considera un impostore e chi, invece, lo vede come un uomo illuminato da conoscenze occulte.
Un simbolo dell’ambiguità settecentesca
La vita di Alessandro conte di Cagliostro riflette le tensioni del Settecento: l’Europa è attraversata dall’Illuminismo, ma anche da un rinnovato interesse per il magico e l’esoterico.
Cagliostro incarna questa duplicità. Rappresenta il fascino dell’occulto in un’epoca che esalta la ragione.
La sua leggenda continua ad affascinare scrittori e studiosi, tanto che Goethe e Schiller si interessano alla sua storia, contribuendo a trasformarlo in un mito letterario.
La prigionia e la morte
Il destino di Cagliostro si compie in Italia. Arrestato a Roma dall’Inquisizione nel 1789, viene accusato di eresia e pratiche occulte.
Dopo un processo lungo e spettacolare, la sua condanna alla morte è commutata in ergastolo.
Rinchiuso nella fortezza di San Leo, nelle Marche, trascorre gli ultimi anni tra privazioni e isolamento.
Qui muore il 26 agosto 1795, all’età di 52 anni.
Il suo corpo viene sepolto senza fasti, ma la leggenda continua a vivere.


















































































