2 settembre 1910. Muore il pittore Henri Rousseau.

Un autodidatta nella Parigi dell’Ottocento
Henri Rousseau nasce a Laval, in Francia, il 21 maggio 1844.
Figlio di un modesto artigiano, cresce lontano dagli ambienti artistici accademici.
Dopo un breve servizio militare, si trasferisce a Parigi, dove lavora come impiegato nell’ufficio daziario: un mestiere che gli vale il soprannome di “le Douanier”, il doganiere.
Parallelamente, coltiva con ostinazione la passione per la pittura, senza seguire scuole ufficiali ma imparando da sé, con curiosità e tenacia.
Henri Rousseau e la forza del primitivismo
Il mondo artistico parigino, dominato dagli impressionisti e dai simbolisti, guarda con diffidenza ai quadri di Rousseau.
Le sue tele, dai contorni netti e dai colori piatti, vengono giudicate ingenue e infantili.
Tuttavia, dietro quella semplicità si cela un linguaggio nuovo, capace di evocare universi onirici e atmosfere sospese.
Rousseau dipinge paesaggi di giungle rigogliose pur non essendo mai uscito dalla Francia: si ispira ai giardini botanici, alle stampe, ai racconti dei viaggiatori.
In opere come “Il sogno” o “Il leone affamato si getta sull’antilope”, la natura diventa teatro di mistero e poesia.

Henri Rousseau, Il leone affamato si getta-sull’antilope

Henri Rousseau, Il sogno
Il riconoscimento tardivo
Se molti contemporanei lo deridono, alcuni artisti colgono la portata innovativa del suo stile.
Pablo Picasso, incuriosito da un suo quadro trovato in un rigattiere, lo accoglie tra i protagonisti delle avanguardie parigine.
Guillaume Apollinaire e altri intellettuali vedono in Henri Rousseau un precursore dell’arte moderna, capace di liberare la pittura dalle convenzioni accademiche.
La sua ricerca anticipa il surrealismo e l’arte naïf, lasciando un segno profondo nella sensibilità del Novecento.
La morte e l’omaggio degli amici
Henri Rousseau muore a Parigi il 2 settembre 1910, a 66 anni, per una setticemia.
Al funerale, celebrato in forma semplice al cimitero di Bagneux, partecipano pochi amici fidati.
Ma la sua memoria cresce con il tempo: Picasso e Apollinaire, con un gruppo di artisti, gli rendono omaggio con una poesia e con incontri commemorativi.
Oggi Rousseau è ricordato come un visionario che ha trasformato l’ingenuità in linguaggio artistico, facendo della pittura un sogno ad occhi aperti.
Un autodidatta nella Parigi dell’Ottocento
Henri Rousseau nasce a Laval, in Francia, il 21 maggio 1844.
Figlio di un modesto artigiano, cresce lontano dagli ambienti artistici accademici.
Dopo un breve servizio militare, si trasferisce a Parigi, dove lavora come impiegato nell’ufficio daziario: un mestiere che gli vale il soprannome di “le Douanier”, il doganiere.
Parallelamente, coltiva con ostinazione la passione per la pittura, senza seguire scuole ufficiali ma imparando da sé, con curiosità e tenacia.
Henri Rousseau e la forza del primitivismo
Il mondo artistico parigino, dominato dagli impressionisti e dai simbolisti, guarda con diffidenza ai quadri di Rousseau.
Le sue tele, dai contorni netti e dai colori piatti, vengono giudicate ingenue e infantili.
Tuttavia, dietro quella semplicità si cela un linguaggio nuovo, capace di evocare universi onirici e atmosfere sospese.
Rousseau dipinge paesaggi di giungle rigogliose pur non essendo mai uscito dalla Francia: si ispira ai giardini botanici, alle stampe, ai racconti dei viaggiatori.
In opere come “Il sogno” o “Il leone affamato si getta sull’antilope”, la natura diventa teatro di mistero e poesia.

Henri Rousseau, Il leone affamato si getta-sull’antilope

Henri Rousseau, Il sogno
Il riconoscimento tardivo
Se molti contemporanei lo deridono, alcuni artisti colgono la portata innovativa del suo stile.
Pablo Picasso, incuriosito da un suo quadro trovato in un rigattiere, lo accoglie tra i protagonisti delle avanguardie parigine.
Guillaume Apollinaire e altri intellettuali vedono in Henri Rousseau un precursore dell’arte moderna, capace di liberare la pittura dalle convenzioni accademiche.
La sua ricerca anticipa il surrealismo e l’arte naïf, lasciando un segno profondo nella sensibilità del Novecento.
La morte e l’omaggio degli amici
Henri Rousseau muore a Parigi il 2 settembre 1910, a 66 anni, per una setticemia.
Al funerale, celebrato in forma semplice al cimitero di Bagneux, partecipano pochi amici fidati.
Ma la sua memoria cresce con il tempo: Picasso e Apollinaire, con un gruppo di artisti, gli rendono omaggio con una poesia e con incontri commemorativi.
Oggi Rousseau è ricordato come un visionario che ha trasformato l’ingenuità in linguaggio artistico, facendo della pittura un sogno ad occhi aperti.


















































































