Dal carro al mare: il festino di Santa Rosalia illumina Palermo.

Le origini del festino di Santa Rosalia
Il festino di Santa Rosalia nasce nel 1624, quando Palermo è devastata dalla peste.
In quell’anno, le ossa della Santa vengono ritrovate in una grotta sul Monte Pellegrino e portate in processione.
Il miracolo avviene subito: l’epidemia si arresta e la città ritrova speranza.
Da allora, ogni luglio, Palermo celebra la sua patrona con una festa che unisce fede, folklore e spettacolo.
Santa Rosalia, la “Santuzza” di Palermo
Rosalia Sinibaldi nasce nel 1130 da una nobile famiglia palermitana, legata all’imperatore Carlo Magno e al re Ruggero II.
A quindici anni rinuncia agli agi della corte e sceglie la vita eremitica.
Muore in solitudine sul Monte Pellegrino nel 1170, e la sua figura diventa il simbolo di purezza e intercessione.
È lei, la “Santuzza”, a guidare i palermitani nei momenti di crisi.
Palermo in festa: dal carro trionfale al mare
Dal 10 al 15 luglio, il centro storico si trasforma in un teatro a cielo aperto.
Il Cassaro si riempie di luminarie, mercati e canti popolari.
La notte del 14 luglio è la più attesa: il carro trionfale, a forma di vascello, attraversa la città fino al mare.
Ogni anno cambia scenografia e significato, ma resta immutabile il grido collettivo: “Viva Palermo e Santa Rosalia!”.
Il 15 luglio, giorno solenne, si tiene la processione argentea delle reliquie della Santa, accompagnata da inni, preghiere e spettacolari fuochi d’artificio che illuminano il cielo sopra Palermo.
Simboli e tradizioni popolari del festino
Durante il festino Santa Rosalia, i palermitani si scambiano oggetti votivi come i ventagli colorati detti muscaloro o le pietre raccolte sul Monte Pellegrino, considerate amuleti contro la tempesta e le malattie.
Le bancarelle offrono dolci tradizionali come i “moscardini di zucchero” e il “gelato di campagna”, dalle vivaci strisce colorate di mandorla, pistacchio e cioccolato.
La ricetta tipica: pasta con le sarde
Tra i piatti simbolo della festa spicca la “pasta con le sarde”, una ricetta che racconta l’anima della cucina palermitana.
Preparata con bucatini o maccheroncini, unisce sarde fresche, finocchietto selvatico, uvetta, pinoli e zafferano, creando un equilibrio unico di mare e terra.
La dolcezza dell’uvetta si fonde con il profumo del finocchietto, mentre i pinoli aggiungono croccantezza.
Questo piatto, servito nei giorni del festino, è un vero atto d’amore verso la tradizione, capace di raccontare la storia di Palermo a ogni assaggio.
Una festa di fede e identità
Il festino di Santa Rosalia non è solo una celebrazione religiosa, ma un rito collettivo che unisce la città.
Tra carri scenografici, processioni, canti e piatti tipici, Palermo rinnova ogni anno il suo legame con la “Santuzza”, trasformando la memoria del miracolo in un inno di fede e rinascita.
Le origini del festino di Santa Rosalia
Il festino di Santa Rosalia nasce nel 1624, quando Palermo è devastata dalla peste.
In quell’anno, le ossa della Santa vengono ritrovate in una grotta sul Monte Pellegrino e portate in processione.
Il miracolo avviene subito: l’epidemia si arresta e la città ritrova speranza.
Da allora, ogni luglio, Palermo celebra la sua patrona con una festa che unisce fede, folklore e spettacolo.
Santa Rosalia, la “Santuzza” di Palermo
Rosalia Sinibaldi nasce nel 1130 da una nobile famiglia palermitana, legata all’imperatore Carlo Magno e al re Ruggero II.
A quindici anni rinuncia agli agi della corte e sceglie la vita eremitica.
Muore in solitudine sul Monte Pellegrino nel 1170, e la sua figura diventa il simbolo di purezza e intercessione.
È lei, la “Santuzza”, a guidare i palermitani nei momenti di crisi.
Palermo in festa: dal carro trionfale al mare
Dal 10 al 15 luglio, il centro storico si trasforma in un teatro a cielo aperto.
Il Cassaro si riempie di luminarie, mercati e canti popolari.
La notte del 14 luglio è la più attesa: il carro trionfale, a forma di vascello, attraversa la città fino al mare.
Ogni anno cambia scenografia e significato, ma resta immutabile il grido collettivo: “Viva Palermo e Santa Rosalia!”.
Il 15 luglio, giorno solenne, si tiene la processione argentea delle reliquie della Santa, accompagnata da inni, preghiere e spettacolari fuochi d’artificio che illuminano il cielo sopra Palermo.
Simboli e tradizioni popolari del festino
Durante il festino Santa Rosalia, i palermitani si scambiano oggetti votivi come i ventagli colorati detti muscaloro o le pietre raccolte sul Monte Pellegrino, considerate amuleti contro la tempesta e le malattie.
Le bancarelle offrono dolci tradizionali come i “moscardini di zucchero” e il “gelato di campagna”, dalle vivaci strisce colorate di mandorla, pistacchio e cioccolato.
La ricetta tipica: pasta con le sarde
Tra i piatti simbolo della festa spicca la “pasta con le sarde”, una ricetta che racconta l’anima della cucina palermitana.
Preparata con bucatini o maccheroncini, unisce sarde fresche, finocchietto selvatico, uvetta, pinoli e zafferano, creando un equilibrio unico di mare e terra.
La dolcezza dell’uvetta si fonde con il profumo del finocchietto, mentre i pinoli aggiungono croccantezza.
Questo piatto, servito nei giorni del festino, è un vero atto d’amore verso la tradizione, capace di raccontare la storia di Palermo a ogni assaggio.
Una festa di fede e identità
Il festino di Santa Rosalia non è solo una celebrazione religiosa, ma un rito collettivo che unisce la città.
Tra carri scenografici, processioni, canti e piatti tipici, Palermo rinnova ogni anno il suo legame con la “Santuzza”, trasformando la memoria del miracolo in un inno di fede e rinascita.




















































































