L’arcobaleno di Mogol.

Citazioni per il commiato. L’arcobaleno di Mogol.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi.
Il commiato “segna” il tempo del saluto. E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza.
Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
Le parole di Mogol come citazione di commiato
Giulio Rapetti, conosciuto come Mogol, è uno dei più importanti parolieri italiani.
Il brano “L’arcobaleno” nasce come omaggio a Lucio Battisti, ma le sue parole hanno una forza universale.
Nel testo della canzone il distacco terreno si intreccia con la possibilità di un messaggio che continua a vibrare oltre la morte.
Ogni verso sa dare voce all’assenza e al tempo stesso suggerisce continuità e contatto con l’oltre, come se il legame non fosse interrotto ma soltanto trasformato.
L’arcobaleno di Mogol
Io son partito poi così d’improvviso
Che non ho avuto il tempo di salutare
L’istante è breve ancora più breve
Se c’è una luce che trafigge il tuo cuore
L’arcobaleno è il mio messaggio d’amore
Può darsi un giorno ti riesca a toccare
Con i colori si può cancellare
Il più avvilente e desolante squallore
Son diventato sai il tramonto di sera
E parlo come le foglie di aprile
E vibro dentro ad ogni voce sincera
E con gli uccelli vivo il canto sottile
E il mio discorso più bello e più denso
Esprime con il silenzio il suo senso
Io quante cose non avevo capito
Che sono chiare come stelle cadenti
E devo dirti che è un piacere infinito
Portare queste mie valigie pesanti
Mi manchi tanto amico caro davvero
E tante cose son rimaste da dire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Son diventato sai il tramonto di sera
E parlo come le foglie di aprile
E vibro dentro ad ogni voce sincera
E con gli uccelli vivo il canto sottile
E il mio discorso più bello e più denso
Esprime con il silenzio il suo senso
Mi manchi tanto amico caro davvero
E tante cose son rimaste da dire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Un linguaggio che consola
In “L’arcobaleno” le immagini richiamate dai versi diventano veicoli di presenza. Il tramonto, le foglie di aprile, il canto degli uccelli sono “segni” con i quali chi se n’è andato continua a comunicare.
L’assenza si trasforma in natura, voce silenziosa che accompagna chi resta.
Da una parte il rimpianto delle parole non dette, dall’altra l’arcobaleno come simbolo di amore eterno.
Il silenzio stesso diventa discorso, segno che il vuoto può contenere significati profondi.
Per un commiato, queste parole hanno la capacità di abbracciare chi soffre, ricordando che la morte non annulla il legame ma lo ricrea in un’altra forma.
Mogol offre un messaggio che consola: ascoltare sempre la “musica vera”, cioè cercare ciò che è autentico e profondo, anche nel dolore.
Citazioni per il commiato. L’arcobaleno di Mogol.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi.
Il commiato “segna” il tempo del saluto. E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza.
Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
Le parole di Mogol come citazione di commiato
Giulio Rapetti, conosciuto come Mogol, è uno dei più importanti parolieri italiani.
Il brano “L’arcobaleno” nasce come omaggio a Lucio Battisti, ma le sue parole hanno una forza universale.
Nel testo della canzone il distacco terreno si intreccia con la possibilità di un messaggio che continua a vibrare oltre la morte.
Ogni verso sa dare voce all’assenza e al tempo stesso suggerisce continuità e contatto con l’oltre, come se il legame non fosse interrotto ma soltanto trasformato.
L’arcobaleno di Mogol
Io son partito poi così d’improvviso
Che non ho avuto il tempo di salutare
L’istante è breve ancora più breve
Se c’è una luce che trafigge il tuo cuore
L’arcobaleno è il mio messaggio d’amore
Può darsi un giorno ti riesca a toccare
Con i colori si può cancellare
Il più avvilente e desolante squallore
Son diventato sai il tramonto di sera
E parlo come le foglie di aprile
E vibro dentro ad ogni voce sincera
E con gli uccelli vivo il canto sottile
E il mio discorso più bello e più denso
Esprime con il silenzio il suo senso
Io quante cose non avevo capito
Che sono chiare come stelle cadenti
E devo dirti che è un piacere infinito
Portare queste mie valigie pesanti
Mi manchi tanto amico caro davvero
E tante cose son rimaste da dire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Son diventato sai il tramonto di sera
E parlo come le foglie di aprile
E vibro dentro ad ogni voce sincera
E con gli uccelli vivo il canto sottile
E il mio discorso più bello e più denso
Esprime con il silenzio il suo senso
Mi manchi tanto amico caro davvero
E tante cose son rimaste da dire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Ascolta sempre solo musica vera
E cerca sempre se puoi di capire
Un linguaggio che consola
In “L’arcobaleno” le immagini richiamate dai versi diventano veicoli di presenza. Il tramonto, le foglie di aprile, il canto degli uccelli sono “segni” con i quali chi se n’è andato continua a comunicare.
L’assenza si trasforma in natura, voce silenziosa che accompagna chi resta.
Da una parte il rimpianto delle parole non dette, dall’altra l’arcobaleno come simbolo di amore eterno.
Il silenzio stesso diventa discorso, segno che il vuoto può contenere significati profondi.
Per un commiato, queste parole hanno la capacità di abbracciare chi soffre, ricordando che la morte non annulla il legame ma lo ricrea in un’altra forma.
Mogol offre un messaggio che consola: ascoltare sempre la “musica vera”, cioè cercare ciò che è autentico e profondo, anche nel dolore.

















































































