13 settembre 1506. Muore Andrea Mantegna, pittore dei Gonzaga.

Un pittore che innova lo sguardo
Andrea Mantegna nasce nel 1431 a Isola di Carturo, presso Padova, in un ambiente vivace di botteghe e studi umanistici.
Cresce artisticamente accanto allo Squarcione, da cui apprende il gusto per l’antichità classica.
Fin dagli esordi si distingue per la prospettiva ardita e il rigore nelle linee, che trasforma in cifra personale.
L’attenzione al dettaglio e la capacità di dare profondità alle scene fanno di lui uno dei grandi interpreti del Rinascimento italiano.
L’affermazione e le opere immortali
La carriera di Andrea Mantegna si consolida presto a Padova con i celebri affreschi della Cappella Ovetari, nonostante le distruzioni subite nei secoli.
La sua fama lo porta a Mantova, dove nel 1460 diventa pittore di corte dei Gonzaga.
Qui realizza uno dei suoi capolavori più noti, la “Camera degli Sposi” nel Castello di San Giorgio, che ancora oggi sorprende per gli illusionismi prospettici e per la naturalezza con cui intreccia figure e architettura.

Andrea Mantegna, La camera degli sposi. Castello di San Giorgio, Mantova
La sua arte unisce il culto per l’antico con un senso drammatico della realtà, evidente nelle opere sacre come il “Cristo morto”, divenuto icona della pittura occidentale per la forza con cui rappresenta il corpo disteso in prospettiva scorciata.

Andrea Mantegna, Lamento sul Cristo morto. Pinacoteca di Brera, Milano.
L’eredità di Andrea Mantegna
La figura di Andrea Mantegna segna una svolta nel linguaggio visivo del Quattrocento.
La sua ricerca sulla prospettiva e l’uso monumentale della figura umana influenzano generazioni di artisti, da Albrecht Dürer a Giovanni Bellini, suo cognato.
Il legame con il mondo classico e la precisione scultorea delle forme lo collocano tra i maestri che traghettano l’arte italiana verso un nuovo equilibrio tra rigore e emozione.
La morte e i funerali a Mantova
Andrea Mantegna muore il 13 settembre 1506 a Mantova, dopo una vita dedicata al servizio dei Gonzaga e all’arte.
Viene sepolto nella cappella che egli stesso ha voluto all’interno della Basilica di Sant’Andrea, ornata da opere della sua mano e dei suoi allievi.
La sua tomba diventa subito luogo di memoria e riconoscenza, testimoniando il rispetto che la città e la corte nutrono per il pittore che ha saputo imprimere una nuova visione al Rinascimento.
Un pittore che innova lo sguardo
Andrea Mantegna nasce nel 1431 a Isola di Carturo, presso Padova, in un ambiente vivace di botteghe e studi umanistici.
Cresce artisticamente accanto allo Squarcione, da cui apprende il gusto per l’antichità classica.
Fin dagli esordi si distingue per la prospettiva ardita e il rigore nelle linee, che trasforma in cifra personale.
L’attenzione al dettaglio e la capacità di dare profondità alle scene fanno di lui uno dei grandi interpreti del Rinascimento italiano.
L’affermazione e le opere immortali
La carriera di Andrea Mantegna si consolida presto a Padova con i celebri affreschi della Cappella Ovetari, nonostante le distruzioni subite nei secoli.
La sua fama lo porta a Mantova, dove nel 1460 diventa pittore di corte dei Gonzaga.
Qui realizza uno dei suoi capolavori più noti, la “Camera degli Sposi” nel Castello di San Giorgio, che ancora oggi sorprende per gli illusionismi prospettici e per la naturalezza con cui intreccia figure e architettura.

Andrea Mantegna, La camera degli sposi. Castello di San Giorgio, Mantova
La sua arte unisce il culto per l’antico con un senso drammatico della realtà, evidente nelle opere sacre come il “Cristo morto”, divenuto icona della pittura occidentale per la forza con cui rappresenta il corpo disteso in prospettiva scorciata.

Andrea Mantegna, Lamento sul Cristo morto. Pinacoteca di Brera, Milano.
L’eredità di Andrea Mantegna
La figura di Andrea Mantegna segna una svolta nel linguaggio visivo del Quattrocento.
La sua ricerca sulla prospettiva e l’uso monumentale della figura umana influenzano generazioni di artisti, da Albrecht Dürer a Giovanni Bellini, suo cognato.
Il legame con il mondo classico e la precisione scultorea delle forme lo collocano tra i maestri che traghettano l’arte italiana verso un nuovo equilibrio tra rigore e emozione.
La morte e i funerali a Mantova
Andrea Mantegna muore il 13 settembre 1506 a Mantova, dopo una vita dedicata al servizio dei Gonzaga e all’arte.
Viene sepolto nella cappella che egli stesso ha voluto all’interno della Basilica di Sant’Andrea, ornata da opere della sua mano e dei suoi allievi.
La sua tomba diventa subito luogo di memoria e riconoscenza, testimoniando il rispetto che la città e la corte nutrono per il pittore che ha saputo imprimere una nuova visione al Rinascimento.


















































































