14 settembre 1321. La morte di Dante Alighieri.

Un poeta che segna la storia
Dante Alighieri nasce a Firenze tra il 21 maggio e il 21 giugno del 1265.
Il suo nome è legato indissolubilmente alla Divina Commedia, l’opera che attraversa Inferno, Purgatorio e Paradiso, trasformando la lingua volgare in un potente strumento letterario.
Poeta, politico e pensatore, Dante non è soltanto un uomo di lettere: partecipa attivamente alla vita pubblica della sua città, schierandosi con i guelfi bianchi e pagando con l’esilio le tensioni politiche del suo tempo.
La vita e gli incontri decisivi
Nella sua formazione culturale si intrecciano studi di filosofia, retorica e scienze, ma anche la passione per la poesia stilnovista.
L’incontro con Beatrice, idealizzata e resa simbolo di perfezione spirituale, diventa il nucleo ispiratore di molte delle sue opere, a partire dalla Vita Nova.
Dopo la condanna all’esilio nel 1302, Dante inizia un lungo peregrinare tra Verona, Bologna, Lucca e infine Ravenna.
Questi anni di lontananza da Firenze lo segnano profondamente, ma gli offrono anche la possibilità di maturare una visione universale, che si riflette nei versi della Commedia.
Le opere e l’eredità culturale
La Divina Commedia resta il cuore della produzione di Dante Alighieri, ma non è la sua unica eredità.
Scrive trattati filosofici come il Convivio, opere politiche come il De Monarchia e testi linguistici come il De vulgari eloquentia, nei quali difende l’uso del volgare come lingua della cultura.
Il suo pensiero influenza non solo la letteratura, ma anche la filosofia, la teologia e l’immaginario europeo per secoli.
Non a caso, Dante viene ricordato come il “padre della lingua italiana”, simbolo di un’identità che si costruisce attraverso le parole.
La morte e i funerali a Ravenna
Il 14 settembre 1321 Dante Alighieri muore a Ravenna, colpito da una malattia mentre rientra da una missione diplomatica a Venezia.
La città romagnola gli tributa solenni onoranze e lo accoglie per sempre nel suo sepolcro, presso la Basilica di San Francesco.
Firenze, che lo ha condannato all’esilio, chiederà più volte le sue spoglie, senza mai ottenerle.
Così Ravenna custodisce ancora oggi le sue ossa, in un monumento che continua a richiamare studiosi, lettori e viaggiatori, testimoniando la grandezza di un poeta che non smette di parlare al presente.
Un poeta che segna la storia
Dante Alighieri nasce a Firenze tra il 21 maggio e il 21 giugno del 1265.
Il suo nome è legato indissolubilmente alla Divina Commedia, l’opera che attraversa Inferno, Purgatorio e Paradiso, trasformando la lingua volgare in un potente strumento letterario.
Poeta, politico e pensatore, Dante non è soltanto un uomo di lettere: partecipa attivamente alla vita pubblica della sua città, schierandosi con i guelfi bianchi e pagando con l’esilio le tensioni politiche del suo tempo.
La vita e gli incontri decisivi
Nella sua formazione culturale si intrecciano studi di filosofia, retorica e scienze, ma anche la passione per la poesia stilnovista.
L’incontro con Beatrice, idealizzata e resa simbolo di perfezione spirituale, diventa il nucleo ispiratore di molte delle sue opere, a partire dalla Vita Nova.
Dopo la condanna all’esilio nel 1302, Dante inizia un lungo peregrinare tra Verona, Bologna, Lucca e infine Ravenna.
Questi anni di lontananza da Firenze lo segnano profondamente, ma gli offrono anche la possibilità di maturare una visione universale, che si riflette nei versi della Commedia.
Le opere e l’eredità culturale
La Divina Commedia resta il cuore della produzione di Dante Alighieri, ma non è la sua unica eredità.
Scrive trattati filosofici come il Convivio, opere politiche come il De Monarchia e testi linguistici come il De vulgari eloquentia, nei quali difende l’uso del volgare come lingua della cultura.
Il suo pensiero influenza non solo la letteratura, ma anche la filosofia, la teologia e l’immaginario europeo per secoli.
Non a caso, Dante viene ricordato come il “padre della lingua italiana”, simbolo di un’identità che si costruisce attraverso le parole.
La morte e i funerali a Ravenna
Il 14 settembre 1321 Dante Alighieri muore a Ravenna, colpito da una malattia mentre rientra da una missione diplomatica a Venezia.
La città romagnola gli tributa solenni onoranze e lo accoglie per sempre nel suo sepolcro, presso la Basilica di San Francesco.
Firenze, che lo ha condannato all’esilio, chiederà più volte le sue spoglie, senza mai ottenerle.
Così Ravenna custodisce ancora oggi le sue ossa, in un monumento che continua a richiamare studiosi, lettori e viaggiatori, testimoniando la grandezza di un poeta che non smette di parlare al presente.


















































































