16 settembre 1979. Muore Gio Ponti, architetto e designer.

Un protagonista del Novecento italiano
Il 16 settembre 1979 muore Gio Ponti, architetto, designer e teorico che segna in modo indelebile il panorama culturale del Novecento.
Nato a Milano il 18 novembre 1891, studia architettura al Politecnico della sua città, dove si laurea nel 1921.
Con la sua visione creativa attraversa oltre cinquant’anni di attività, trasformando la concezione degli spazi e degli oggetti quotidiani.
Le opere e il pensiero innovatore
Gio Ponti non si limita a progettare edifici: il suo talento si esprime nella ceramica, nell’arredamento, nella grafica e persino nelle arti decorative.
Tra le collaborazioni più importanti spicca quella con la Richard-Ginori, che negli anni Venti rinnova profondamente lo stile della manifattura.
Nel 1928 fonda la rivista *Domus*, destinata a diventare uno dei principali punti di riferimento per l’architettura e il design internazionale.
La sua idea di bellezza si basa su una sintesi tra funzionalità, leggerezza e armonia, una visione che anticipa molte tendenze contemporanee.
A Milano lascia il segno con il celebre grattacielo Pirelli, realizzato insieme a Pier Luigi Nervi e inaugurato nel 1960.
Questo edificio diventa un’icona del boom economico italiano e simbolo della modernità della città.
Allo stesso tempo Ponti si dedica a progetti residenziali e a interventi di interior design che coniugano eleganza e praticità.
Un’eredità che va oltre i confini
L’attività di Gio Ponti non conosce limiti geografici. I suoi progetti si diffondono dall’America Latina al Medio Oriente, contribuendo a diffondere il gusto e la qualità del design italiano.
Ogni sua opera riflette l’idea che l’architettura debba essere accessibile, capace di migliorare la vita delle persone senza rinunciare alla poesia delle forme.
Come docente al Politecnico di Milano, Ponti forma generazioni di architetti e diventa un punto di riferimento per il dibattito culturale, lasciando un’eredità che continua a ispirare progettisti e designer di tutto il mondo.
La morte e l’ultimo saluto
Il 16 settembre 1979 Gio Ponti si spegne a Milano, la città che gli ha dato i natali e che accoglie molte delle sue opere più celebri.
I funerali si svolgono in forma privata, nel rispetto della sua discrezione.
Oggi il suo nome resta legato a un’idea di creatività totale, capace di fondere architettura e design in un unico linguaggio.
La sua memoria continua a vivere nelle pagine di *Domus* e negli edifici che ancora disegnano il volto delle città.
Un protagonista del Novecento italiano
Il 16 settembre 1979 muore Gio Ponti, architetto, designer e teorico che segna in modo indelebile il panorama culturale del Novecento.
Nato a Milano il 18 novembre 1891, studia architettura al Politecnico della sua città, dove si laurea nel 1921.
Con la sua visione creativa attraversa oltre cinquant’anni di attività, trasformando la concezione degli spazi e degli oggetti quotidiani.
Le opere e il pensiero innovatore
Gio Ponti non si limita a progettare edifici: il suo talento si esprime nella ceramica, nell’arredamento, nella grafica e persino nelle arti decorative.
Tra le collaborazioni più importanti spicca quella con la Richard-Ginori, che negli anni Venti rinnova profondamente lo stile della manifattura.
Nel 1928 fonda la rivista *Domus*, destinata a diventare uno dei principali punti di riferimento per l’architettura e il design internazionale.
La sua idea di bellezza si basa su una sintesi tra funzionalità, leggerezza e armonia, una visione che anticipa molte tendenze contemporanee.
A Milano lascia il segno con il celebre grattacielo Pirelli, realizzato insieme a Pier Luigi Nervi e inaugurato nel 1960.
Questo edificio diventa un’icona del boom economico italiano e simbolo della modernità della città.
Allo stesso tempo Ponti si dedica a progetti residenziali e a interventi di interior design che coniugano eleganza e praticità.
Un’eredità che va oltre i confini
L’attività di Gio Ponti non conosce limiti geografici. I suoi progetti si diffondono dall’America Latina al Medio Oriente, contribuendo a diffondere il gusto e la qualità del design italiano.
Ogni sua opera riflette l’idea che l’architettura debba essere accessibile, capace di migliorare la vita delle persone senza rinunciare alla poesia delle forme.
Come docente al Politecnico di Milano, Ponti forma generazioni di architetti e diventa un punto di riferimento per il dibattito culturale, lasciando un’eredità che continua a ispirare progettisti e designer di tutto il mondo.
La morte e l’ultimo saluto
Il 16 settembre 1979 Gio Ponti si spegne a Milano, la città che gli ha dato i natali e che accoglie molte delle sue opere più celebri.
I funerali si svolgono in forma privata, nel rispetto della sua discrezione.
Oggi il suo nome resta legato a un’idea di creatività totale, capace di fondere architettura e design in un unico linguaggio.
La sua memoria continua a vivere nelle pagine di *Domus* e negli edifici che ancora disegnano il volto delle città.


















































































