19 settembre 2023. Muore il filosofo torinese Gianni Vattimo.

Il 19 settembre 2023 si spegne Gianni Vattimo, filosofo italiano tra i più influenti del Novecento e dei primi anni Duemila.
La sua riflessione, nota come “pensiero debole”, segna una svolta nel panorama culturale europeo, ponendo al centro il pluralismo e la tolleranza come cardini della società contemporanea.
La vita di Gianni Vattimo
Gianni Vattimo nasce il 4 gennaio 1936 a Torino.
Dopo gli studi in filosofia presso l’Università di Torino, si perfeziona in Germania, dove entra in contatto con il pensiero di Gadamer e dell’ermeneutica contemporanea.
La sua carriera accademica lo vede diventare professore ordinario di estetica e successivamente di filosofia teoretica nella stessa università in cui si è formato.
Gianni Vattimo è anche una figura pubblica impegnata: europarlamentare per due mandati, sostiene idee progressiste e si schiera a favore dei diritti civili.
La sua visione politica si intreccia sempre con la sua filosofia, concepita come esercizio critico e apertura alla diversità.
Le opere e il pensiero debole
Il concetto di pensiero debole, elaborato negli anni Ottanta, diventa il nucleo della sua produzione.
In un’epoca segnata da ideologie totalizzanti, Vattimo propone di abbandonare le certezze assolute per abbracciare un atteggiamento più flessibile, aperto al dialogo e alla molteplicità delle interpretazioni.
Tra le sue opere più importanti si ricordano *Il pensiero debole* (1983), scritto insieme a Pier Aldo Rovatti, La società trasparente e Credere di credere.
In queste pagine emerge l’idea di una verità non imposta, ma continuamente negoziata, in grado di favorire la convivenza in una società pluralista.
La morte e l’eredità
Gianni Vattimo muore il 19 settembre 2023 a Torino, la sua città natale, all’età di 87 anni.
La notizia suscita commozione nel mondo accademico e culturale, ma anche tra coloro che hanno trovato nella sua filosofia un invito alla tolleranza e alla responsabilità etica.
I funerali si svolgono in forma laica, nel segno della sobrietà, e raccolgono intorno al feretro colleghi, studenti e personalità politiche.
Il 19 settembre 2023 si spegne Gianni Vattimo, filosofo italiano tra i più influenti del Novecento e dei primi anni Duemila.
La sua riflessione, nota come “pensiero debole”, segna una svolta nel panorama culturale europeo, ponendo al centro il pluralismo e la tolleranza come cardini della società contemporanea.
La vita di Gianni Vattimo
Gianni Vattimo nasce il 4 gennaio 1936 a Torino.
Dopo gli studi in filosofia presso l’Università di Torino, si perfeziona in Germania, dove entra in contatto con il pensiero di Gadamer e dell’ermeneutica contemporanea.
La sua carriera accademica lo vede diventare professore ordinario di estetica e successivamente di filosofia teoretica nella stessa università in cui si è formato.
Gianni Vattimo è anche una figura pubblica impegnata: europarlamentare per due mandati, sostiene idee progressiste e si schiera a favore dei diritti civili.
La sua visione politica si intreccia sempre con la sua filosofia, concepita come esercizio critico e apertura alla diversità.
Le opere e il pensiero debole
Il concetto di pensiero debole, elaborato negli anni Ottanta, diventa il nucleo della sua produzione.
In un’epoca segnata da ideologie totalizzanti, Vattimo propone di abbandonare le certezze assolute per abbracciare un atteggiamento più flessibile, aperto al dialogo e alla molteplicità delle interpretazioni.
Tra le sue opere più importanti si ricordano *Il pensiero debole* (1983), scritto insieme a Pier Aldo Rovatti, La società trasparente e Credere di credere.
In queste pagine emerge l’idea di una verità non imposta, ma continuamente negoziata, in grado di favorire la convivenza in una società pluralista.
La morte e l’eredità
Gianni Vattimo muore il 19 settembre 2023 a Torino, la sua città natale, all’età di 87 anni.
La notizia suscita commozione nel mondo accademico e culturale, ma anche tra coloro che hanno trovato nella sua filosofia un invito alla tolleranza e alla responsabilità etica.
I funerali si svolgono in forma laica, nel segno della sobrietà, e raccolgono intorno al feretro colleghi, studenti e personalità politiche.


















































































