24 settembre 1920. Muore Peter Carl Fabergé, orafo imperiale.

L’arte come eredità di un’epoca
Peter Carl Fabergé nasce a San Pietroburgo il 30 maggio 1846, figlio di un orafo francese emigrato in Russia.
Cresce in un ambiente dove il lavoro artigianale incontra la raffinatezza della corte imperiale.
Dopo un periodo di formazione in Europa, rientra in patria e prende le redini della bottega paterna, trasformandola in una delle case orafe più celebri del mondo.
Le uova Fabergé e il mito dell’oro
La carriera di Peter Carl Fabergé esplode quando lo zar Alessandro III gli affida la realizzazione di un dono pasquale per l’imperatrice Maria Fëdorovna.
Nasce così la prima delle celebri uova Fabergé, veri capolavori che uniscono oro, smalti e pietre preziose a ingegnosi meccanismi interni.
L’opera ottiene un tale successo che ogni anno la corte imperiale commissiona una nuova creazione.
Nel tempo, Fabergé realizza oltre cinquanta uova imperiali, ciascuna diversa e unica, simbolo di un lusso raffinato e di una maestria senza eguali.
Accanto a queste opere, la sua maison produce gioielli, icone e oggetti preziosi richiesti dalle élite europee.
Un artista tra storia e leggenda
L’opera di Peter Carl Fabergé non si limita all’abilità tecnica.
Le sue creazioni raccontano il gusto e lo splendore della Russia imperiale, divenendo testimoni di un’epoca che sta per tramontare.
Con la Rivoluzione del 1917, la casa Fabergé viene nazionalizzata, i beni confiscati e l’artista costretto all’esilio.
La sua figura si lega così a un destino tragico: il crollo dei Romanov segna anche la fine di un mondo dorato di cui le uova Fabergé restano la memoria più splendente.
La morte e i funerali
Peter Carl Fabergé muore a Losanna, in Svizzera, il 24 settembre 1920, lontano dalla sua San Pietroburgo.
Riposa nel cimitero di Cannes, in Francia.
La sua tomba, semplice rispetto alla magnificenza delle sue opere, custodisce la memoria di un uomo che ha trasformato il metallo e le pietre preziose in simboli immortali di arte e potere.
L’arte come eredità di un’epoca
Peter Carl Fabergé nasce a San Pietroburgo il 30 maggio 1846, figlio di un orafo francese emigrato in Russia.
Cresce in un ambiente dove il lavoro artigianale incontra la raffinatezza della corte imperiale.
Dopo un periodo di formazione in Europa, rientra in patria e prende le redini della bottega paterna, trasformandola in una delle case orafe più celebri del mondo.
Le uova Fabergé e il mito dell’oro
La carriera di Peter Carl Fabergé esplode quando lo zar Alessandro III gli affida la realizzazione di un dono pasquale per l’imperatrice Maria Fëdorovna.
Nasce così la prima delle celebri uova Fabergé, veri capolavori che uniscono oro, smalti e pietre preziose a ingegnosi meccanismi interni.
L’opera ottiene un tale successo che ogni anno la corte imperiale commissiona una nuova creazione.
Nel tempo, Fabergé realizza oltre cinquanta uova imperiali, ciascuna diversa e unica, simbolo di un lusso raffinato e di una maestria senza eguali.
Accanto a queste opere, la sua maison produce gioielli, icone e oggetti preziosi richiesti dalle élite europee.
Un artista tra storia e leggenda
L’opera di Peter Carl Fabergé non si limita all’abilità tecnica.
Le sue creazioni raccontano il gusto e lo splendore della Russia imperiale, divenendo testimoni di un’epoca che sta per tramontare.
Con la Rivoluzione del 1917, la casa Fabergé viene nazionalizzata, i beni confiscati e l’artista costretto all’esilio.
La sua figura si lega così a un destino tragico: il crollo dei Romanov segna anche la fine di un mondo dorato di cui le uova Fabergé restano la memoria più splendente.
La morte e i funerali
Peter Carl Fabergé muore a Losanna, in Svizzera, il 24 settembre 1920, lontano dalla sua San Pietroburgo.
Riposa nel cimitero di Cannes, in Francia.
La sua tomba, semplice rispetto alla magnificenza delle sue opere, custodisce la memoria di un uomo che ha trasformato il metallo e le pietre preziose in simboli immortali di arte e potere.


















































































