29 settembre 1902. Muore lo scrittore francese Émile Zola.

Un intellettuale al cuore della Parigi ottocentesca
Émile Zola nasce a Parigi il 2 aprile 1840, ma cresce ad Aix-en-Provence dopo la morte prematura del padre.
Tornato nella capitale, affronta difficoltà economiche che lo costringono a impieghi modesti prima di trovare la propria strada nella scrittura.
La Parigi della seconda metà dell’Ottocento diventa lo scenario privilegiato delle sue opere e il laboratorio delle sue idee, dove osserva con attenzione le contraddizioni di una società in piena trasformazione industriale.
I “Rougon-Macquart” e la nascita di un nuovo romanzo
Zola si afferma con articoli critici e racconti, ma la svolta arriva con il vasto ciclo dei Rougon-Macquart.
In venti romanzi intreccia le vicende di una famiglia simbolo della società francese, analizzandone vizi, passioni e destini attraverso l’occhio del naturalismo.
Opere come Germinal, L’Assommoir e Nana restano capisaldi della letteratura mondiale, capaci di fondere osservazione scientifica e tensione narrativa.
Con il suo stile diretto, Zola dà voce agli ultimi, agli operai, alle donne sfruttate, offrendo una rappresentazione cruda e al tempo stesso umana della realtà.
L’impegno civile e il caso Dreyfus
La figura di Émile Zola non si limita al ruolo di romanziere.
Nel 1898 pubblica sulla prima pagina del quotidiano L’Aurore il celebre articolo “J’Accuse…!”, un atto di accusa contro il governo e l’esercito francese per l’ingiusta condanna del capitano Alfred Dreyfus.
Questo gesto gli procura processi e l’esilio temporaneo in Inghilterra, ma lo consacra come coscienza morale della Francia.
La sua voce diventa quella di un intellettuale impegnato, disposto a rischiare tutto in nome della verità e della giustizia.
La morte e l’ultimo saluto
Il 29 settembre 1902 Émile Zola muore improvvisamente a Parigi per asfissia dovuta a esalazioni di monossido di carbonio nella sua abitazione.
La sua scomparsa suscita grande commozione e accende sospetti di avvelenamento politico, mai confermati. I funerali si svolgono in forma solenne e, nel 1908, le sue spoglie vengono trasferite al Pantheon di Parigi accanto a quelle di Victor Hugo e Jean Jaurès.
Così Zola entra definitivamente nella memoria collettiva francese come scrittore, intellettuale e coscienza civile.
Un intellettuale al cuore della Parigi ottocentesca
Émile Zola nasce a Parigi il 2 aprile 1840, ma cresce ad Aix-en-Provence dopo la morte prematura del padre.
Tornato nella capitale, affronta difficoltà economiche che lo costringono a impieghi modesti prima di trovare la propria strada nella scrittura.
La Parigi della seconda metà dell’Ottocento diventa lo scenario privilegiato delle sue opere e il laboratorio delle sue idee, dove osserva con attenzione le contraddizioni di una società in piena trasformazione industriale.
I “Rougon-Macquart” e la nascita di un nuovo romanzo
Zola si afferma con articoli critici e racconti, ma la svolta arriva con il vasto ciclo dei Rougon-Macquart.
In venti romanzi intreccia le vicende di una famiglia simbolo della società francese, analizzandone vizi, passioni e destini attraverso l’occhio del naturalismo.
Opere come Germinal, L’Assommoir e Nana restano capisaldi della letteratura mondiale, capaci di fondere osservazione scientifica e tensione narrativa.
Con il suo stile diretto, Zola dà voce agli ultimi, agli operai, alle donne sfruttate, offrendo una rappresentazione cruda e al tempo stesso umana della realtà.
L’impegno civile e il caso Dreyfus
La figura di Émile Zola non si limita al ruolo di romanziere.
Nel 1898 pubblica sulla prima pagina del quotidiano L’Aurore il celebre articolo “J’Accuse…!”, un atto di accusa contro il governo e l’esercito francese per l’ingiusta condanna del capitano Alfred Dreyfus.
Questo gesto gli procura processi e l’esilio temporaneo in Inghilterra, ma lo consacra come coscienza morale della Francia.
La sua voce diventa quella di un intellettuale impegnato, disposto a rischiare tutto in nome della verità e della giustizia.
La morte e l’ultimo saluto
Il 29 settembre 1902 Émile Zola muore improvvisamente a Parigi per asfissia dovuta a esalazioni di monossido di carbonio nella sua abitazione.
La sua scomparsa suscita grande commozione e accende sospetti di avvelenamento politico, mai confermati. I funerali si svolgono in forma solenne e, nel 1908, le sue spoglie vengono trasferite al Pantheon di Parigi accanto a quelle di Victor Hugo e Jean Jaurès.
Così Zola entra definitivamente nella memoria collettiva francese come scrittore, intellettuale e coscienza civile.


















































































