7 ottobre 1992. Muore Augusto Daolio, voce storica dei Nomadi.

Un artista fuori dal tempo
Augusto Daolio nasce a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 18 febbraio 1947.
Fin da ragazzo coltiva due passioni parallele: la musica e la pittura. Entrambe diventano linguaggi attraverso cui esprime un universo interiore intenso e libero da schemi.
Nel 1963 fonda insieme a Beppe Carletti il gruppo “Nomadi”, che presto si impone come una delle band più longeve e amate della scena italiana.
I Nomadi e la voce di una generazione
La voce calda e inconfondibile di Augusto Daolio diventa l’anima dei Nomadi.
Con lui la band attraversa gli anni Sessanta e Settanta, dando voce alle inquietudini e ai sogni di un Paese in trasformazione.
Brani come Io vagabondo entrano nel patrimonio collettivo, non solo come canzoni ma come inni alla libertà e alla ricerca di un senso.
La sua presenza scenica, mai costruita ma spontanea e profonda, conquista generazioni di spettatori.
Accanto alla musica, Daolio porta avanti la pittura e il disegno.
Le sue tele e i suoi lavori grafici testimoniano una sensibilità poetica che si riflette anche nei testi interpretati sul palco.
Non è solo il cantante di un gruppo, ma un artista completo che vive l’arte come un’urgenza vitale.
L’eredità culturale
Augusto Daolio rappresenta un simbolo di autenticità.
Non cerca mai il divismo, rimane legato alla sua terra e al suo pubblico con semplicità.
La sua figura contribuisce a definire il ruolo del cantautore e interprete in Italia, capace di unire musica popolare e riflessione sociale.
I Nomadi, ancora oggi, continuano il loro percorso proprio nel segno della memoria di Augusto, mantenendo viva la sua eredità.
La morte e i funerali
Il 7 ottobre 1992 Augusto Daolio muore a soli quarantacinque anni, stroncato da un tumore ai polmoni.
La notizia scuote l’Italia musicale e culturale.
A Novellara, il paese che lo ha visto nascere e a cui resta sempre legato, si celebrano i funerali davanti a una folla immensa di amici, fan e compagni di viaggio.
La comunità si stringe attorno a lui con un affetto che va oltre la musica, testimoniando quanto profondo sia stato il legame tra l’artista e il suo pubblico.
Il ricordo di Augusto Daolio rimane oggi vivo non solo nelle canzoni dei Nomadi, ma anche nelle iniziative dedicate alla sua memoria, a partire dal raduno annuale che porta migliaia di persone a Novellara, nel segno di una voce che continua a parlare al cuore.
Un artista fuori dal tempo
Augusto Daolio nasce a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 18 febbraio 1947.
Fin da ragazzo coltiva due passioni parallele: la musica e la pittura. Entrambe diventano linguaggi attraverso cui esprime un universo interiore intenso e libero da schemi.
Nel 1963 fonda insieme a Beppe Carletti il gruppo “Nomadi”, che presto si impone come una delle band più longeve e amate della scena italiana.
I Nomadi e la voce di una generazione
La voce calda e inconfondibile di Augusto Daolio diventa l’anima dei Nomadi.
Con lui la band attraversa gli anni Sessanta e Settanta, dando voce alle inquietudini e ai sogni di un Paese in trasformazione.
Brani come Io vagabondo entrano nel patrimonio collettivo, non solo come canzoni ma come inni alla libertà e alla ricerca di un senso.
La sua presenza scenica, mai costruita ma spontanea e profonda, conquista generazioni di spettatori.
Accanto alla musica, Daolio porta avanti la pittura e il disegno.
Le sue tele e i suoi lavori grafici testimoniano una sensibilità poetica che si riflette anche nei testi interpretati sul palco.
Non è solo il cantante di un gruppo, ma un artista completo che vive l’arte come un’urgenza vitale.
L’eredità culturale
Augusto Daolio rappresenta un simbolo di autenticità.
Non cerca mai il divismo, rimane legato alla sua terra e al suo pubblico con semplicità.
La sua figura contribuisce a definire il ruolo del cantautore e interprete in Italia, capace di unire musica popolare e riflessione sociale.
I Nomadi, ancora oggi, continuano il loro percorso proprio nel segno della memoria di Augusto, mantenendo viva la sua eredità.
La morte e i funerali
Il 7 ottobre 1992 Augusto Daolio muore a soli quarantacinque anni, stroncato da un tumore ai polmoni.
La notizia scuote l’Italia musicale e culturale.
A Novellara, il paese che lo ha visto nascere e a cui resta sempre legato, si celebrano i funerali davanti a una folla immensa di amici, fan e compagni di viaggio.
La comunità si stringe attorno a lui con un affetto che va oltre la musica, testimoniando quanto profondo sia stato il legame tra l’artista e il suo pubblico.
Il ricordo di Augusto Daolio rimane oggi vivo non solo nelle canzoni dei Nomadi, ma anche nelle iniziative dedicate alla sua memoria, a partire dal raduno annuale che porta migliaia di persone a Novellara, nel segno di una voce che continua a parlare al cuore.


















































































