11 ottobre 1963. Muore Jean Cocteau poeta e cineasta francese.

Un autore multiforme
Jean Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, nei pressi di Parigi, e cresce in un ambiente che respira arte e cultura.
Fin da giovane si avvicina alla poesia, al teatro e alle arti figurative, costruendo un percorso che sfugge a ogni etichetta.
Nella Parigi dei primi decenni del Novecento intreccia rapporti con Picasso, Stravinskij e Apollinaire, diventando una figura centrale delle avanguardie artistiche.
Tra poesia, teatro e cinema
La sua scrittura attraversa i generi: componimenti lirici come La lampe d’Aladin, pièces teatrali innovative come La macchina infernale e romanzi intensi come I ragazzi terribili mostrano la sua capacità di reinventare il linguaggio.
Negli anni Trenta, Jean Cocteau sperimenta con il cinema e firma opere visionarie come La belle et la bête (1946) e Orphée (1950), film che ancora oggi incantano per l’uso simbolico delle immagini e la fusione tra mito e modernità.
Il suo lavoro riflette sempre una tensione tra realtà e sogno, tra vita quotidiana e dimensione poetica.
L’impronta lasciata nella cultura europea
Jean Cocteau non si limita a essere un autore: incarna l’idea stessa di artista totale, capace di muoversi con disinvoltura tra poesia, pittura, scenografia e cinema.
Eletto all’Académie Française nel 1955, diventa un punto di riferimento ufficiale della cultura francese, pur mantenendo intatta la sua vocazione sperimentale.
La morte e i funerali
L’11 ottobre 1963 Jean Cocteau muore improvvisamente nella sua casa di Milly-la-Forêt, poche ore dopo aver appreso la notizia della scomparsa della sua amica Édith Piaf.
La Francia intera vive la perdita come la fine di un’epoca artistica.
Il funerale si svolge nella chiesa di Saint-Blaise-des-Simples, la piccola cappella che egli stesso aveva contribuito a decorare con affreschi e vetrate.
Un autore multiforme
Jean Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, nei pressi di Parigi, e cresce in un ambiente che respira arte e cultura.
Fin da giovane si avvicina alla poesia, al teatro e alle arti figurative, costruendo un percorso che sfugge a ogni etichetta.
Nella Parigi dei primi decenni del Novecento intreccia rapporti con Picasso, Stravinskij e Apollinaire, diventando una figura centrale delle avanguardie artistiche.
Tra poesia, teatro e cinema
La sua scrittura attraversa i generi: componimenti lirici come La lampe d’Aladin, pièces teatrali innovative come La macchina infernale e romanzi intensi come I ragazzi terribili mostrano la sua capacità di reinventare il linguaggio.
Negli anni Trenta, Jean Cocteau sperimenta con il cinema e firma opere visionarie come La belle et la bête (1946) e Orphée (1950), film che ancora oggi incantano per l’uso simbolico delle immagini e la fusione tra mito e modernità.
Il suo lavoro riflette sempre una tensione tra realtà e sogno, tra vita quotidiana e dimensione poetica.
L’impronta lasciata nella cultura europea
Jean Cocteau non si limita a essere un autore: incarna l’idea stessa di artista totale, capace di muoversi con disinvoltura tra poesia, pittura, scenografia e cinema.
Eletto all’Académie Française nel 1955, diventa un punto di riferimento ufficiale della cultura francese, pur mantenendo intatta la sua vocazione sperimentale.
La morte e i funerali
L’11 ottobre 1963 Jean Cocteau muore improvvisamente nella sua casa di Milly-la-Forêt, poche ore dopo aver appreso la notizia della scomparsa della sua amica Édith Piaf.
La Francia intera vive la perdita come la fine di un’epoca artistica.
Il funerale si svolge nella chiesa di Saint-Blaise-des-Simples, la piccola cappella che egli stesso aveva contribuito a decorare con affreschi e vetrate.


















































































