26 settembre 2008. Addio a Paul Newman, star di Hollywood.

Gli inizi di una leggenda del cinema
Paul Leonard Newman nasce a Shaker Heights, Ohio, il 26 gennaio 1925.
Cresce in una famiglia di origine mista, con padre ebreo e madre cattolica, sviluppando presto una passione per la recitazione.
Dopo aver prestato servizio come aviatore nella Seconda guerra mondiale, intraprende gli studi teatrali alla Yale School of Drama e all’Actors Studio di New York, affinando il suo talento naturale.
Il debutto arriva a Broadway, ma è il cinema a consacrarlo.
Il suo fascino magnetico e il talento interpretativo lo portano a diventare uno dei volti più amati di Hollywood.
Successi e riconoscimenti
Paul Newman ottiene la fama con film come La lunga estate calda (1958) e La gatta sul tetto che scotta (1958).
Negli anni ’60 e ’70 conferma il suo status di star con Nick mano fredda (1967), Butch Cassidy and the Sundance Kid (1969) e La stangata (1973).
Il suo stile recitativo, intenso e autentico, lo rende un interprete unico.
Non solo attore, Newman è stato anche regista, produttore e attivista.
Ha fondato “Newman’s Own”, un marchio alimentare che ha devoluto in beneficenza centinaia di milioni di dollari, dimostrando che la sua grandezza andava oltre lo schermo.
Un’amicizia diventata leggenda
Quando Paul Newman morì il 26 settembre 2008, Robert Redford non rilasciò comunicati ufficiali né discorsi preparati.
Non ci furono frasi da copione, solo un dolore nudo, immediato, che trapelò dalle sue parole:
“C’è un punto in cui i sentimenti vanno oltre le parole. Ho perso un vero amico. La mia vita, e questo Paese, sono migliori grazie a lui.”
La loro amicizia nasce nel 1969, sul set di Butch Cassidy and the Sundance Kid.
Quando il regista esitò a ingaggiare Redford, fu Newman a imporsi: “Se non lo fa Bob, non lo faccio nemmeno io.”
Da quel momento si instaurò un legame profondo, fatto di rispetto e ironia.
Sul set de La stangata (1973) si divertivano con scherzi e gare improvvisate.
“Sembravano fratelli”, ricordò un tecnico.
Negli anni successivi, Newman sostenne Redford anche economicamente, donando fondi al Sundance Institute senza mai vantarsene.
Poco prima di morire, Newman lo chiamò: “È meglio che tu venga subito.”
Si incontrarono in Connecticut e parlarono a lungo, fino a quando Newman, sorridendo, disse:
“Ci siamo divertiti, vero?”
Dopo il funerale, Redford concluse con parole semplici e indimenticabili:
“Quando hai un amico da quarant’anni, non lo sostituisci. Lo custodisci. E ringrazi Dio che sia successo.”
Laura Persico Pezzino
Gli inizi di una leggenda del cinema
Paul Leonard Newman nasce a Shaker Heights, Ohio, il 26 gennaio 1925.
Cresce in una famiglia di origine mista, con padre ebreo e madre cattolica, sviluppando presto una passione per la recitazione.
Dopo aver prestato servizio come aviatore nella Seconda guerra mondiale, intraprende gli studi teatrali alla Yale School of Drama e all’Actors Studio di New York, affinando il suo talento naturale.
Il debutto arriva a Broadway, ma è il cinema a consacrarlo.
Il suo fascino magnetico e il talento interpretativo lo portano a diventare uno dei volti più amati di Hollywood.
Successi e riconoscimenti
Paul Newman ottiene la fama con film come La lunga estate calda (1958) e La gatta sul tetto che scotta (1958).
Negli anni ’60 e ’70 conferma il suo status di star con Nick mano fredda (1967), Butch Cassidy and the Sundance Kid (1969) e La stangata (1973).
Il suo stile recitativo, intenso e autentico, lo rende un interprete unico.
Non solo attore, Newman è stato anche regista, produttore e attivista.
Ha fondato “Newman’s Own”, un marchio alimentare che ha devoluto in beneficenza centinaia di milioni di dollari, dimostrando che la sua grandezza andava oltre lo schermo.
Un’amicizia diventata leggenda
Quando Paul Newman morì il 26 settembre 2008, Robert Redford non rilasciò comunicati ufficiali né discorsi preparati.
Non ci furono frasi da copione, solo un dolore nudo, immediato, che trapelò dalle sue parole:
“C’è un punto in cui i sentimenti vanno oltre le parole. Ho perso un vero amico. La mia vita, e questo Paese, sono migliori grazie a lui.”
La loro amicizia nasce nel 1969, sul set di Butch Cassidy and the Sundance Kid.
Quando il regista esitò a ingaggiare Redford, fu Newman a imporsi: “Se non lo fa Bob, non lo faccio nemmeno io.”
Da quel momento si instaurò un legame profondo, fatto di rispetto e ironia.
Sul set de La stangata (1973) si divertivano con scherzi e gare improvvisate.
“Sembravano fratelli”, ricordò un tecnico.
Negli anni successivi, Newman sostenne Redford anche economicamente, donando fondi al Sundance Institute senza mai vantarsene.
Poco prima di morire, Newman lo chiamò: “È meglio che tu venga subito.”
Si incontrarono in Connecticut e parlarono a lungo, fino a quando Newman, sorridendo, disse:
“Ci siamo divertiti, vero?”
Dopo il funerale, Redford concluse con parole semplici e indimenticabili:
“Quando hai un amico da quarant’anni, non lo sostituisci. Lo custodisci. E ringrazi Dio che sia successo.”
Laura Persico Pezzino


















































































