Addio a Remo Girone, indimenticato Tano Cariddi de “La Piovra”.

È morto Remo Girone, uno degli attori più raffinati e intensi del panorama italiano.
Aveva 76 anni e viveva da tempo nel Principato di Monaco insieme alla moglie Victoria Zinny.
La notizia della sua scomparsa lascia un profondo vuoto nel mondo del cinema e della televisione.
Una paradossale legge del contrappasso vuole che grandi interpreti vengano ricordati per un solo ruolo, e così accade anche per Remo Girone, il cui nome resterà per sempre legato al personaggio di Tano Cariddi, l’enigmatico e spietato antagonista della serie cult “La Piovra”.
Dal teatro all’immortalità televisiva
Nato ad Asmara, in Eritrea, nel 1948, Girone dimostrò fin da giovane una passione autentica per il palcoscenico.
Dopo il ritorno in Italia a tredici anni, abbandonò gli studi universitari per dedicarsi completamente alla recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Il teatro fu il suo primo amore, con interpretazioni intense nei testi di Shakespeare, Miller e soprattutto Čechov, di cui dichiarava essere il suo autore prediletto.
Il debutto cinematografico arrivò nel 1974 con L’anticristo di Alberto De Martino, ma la vera svolta giunse con Miklós Jancsó e Roma rivuole Cesare, dove la critica notò subito la sua naturale eleganza scenica.

Una carriera eclettica tra cinema, televisione e teatro
Nel corso di oltre cinquant’anni di carriera, Remo Girone ha partecipato a più di 50 film, lavorando con registi del calibro di Ettore Scola, Damiano Damiani, Pasquale Squitieri e Marco Bellocchio.
La sua voce calda e il portamento distinto gli valsero anche riconoscimenti internazionali, collaborando con registi come James Mangold, Ben Affleck, Jacques Rivette e Antoine Fuqua, che lo volle nel 2023 in The Equalizer 3.
Per il grande pubblico, tuttavia, rimarrà per sempre Tano Cariddi, l’uomo d’affari oscuro de La Piovra, interpretazione che lo rese un’icona della televisione italiana.
Girone stesso amava ricordare come parte dell’intensità di quel personaggio derivasse dal suo Raskol’nikov teatrale, protagonista di Delitto e Castigo: “Molto di quel tormento l’ho portato in Tano Cariddi”, raccontava.
L’uomo dietro l’attore
Dietro lo sguardo penetrante e la voce ferma, Remo Girone era un uomo gentile, riservato e colto.
Negli ultimi anni aveva scelto ruoli più luminosi, come il libraio di Il diritto alla felicità o il sacerdote di Il mio nome è vendetta, personaggi che riflettevano la sua natura calma e riflessiva.
Amava leggere, seguiva con curiosità il cinema dei giovani e continuava a considerare il teatro come la sua vera casa.
Con la sua scomparsa, il mondo dello spettacolo perde un interprete d’altri tempi, un attore capace di dare anima ai personaggi più complessi senza mai rinunciare alla misura e all’eleganza.
Un addio silenzioso
Remo Girone se n’è andato come ha vissuto: in silenzio, con discrezione e dignità.
Resterà per sempre nella memoria collettiva come uno dei volti più intensi e umani della televisione italiana.
Il suo Tano Cariddi continuerà a vivere nei ricordi di milioni di spettatori, ma sarà l’uomo – il vero Remo Girone – ad aver lasciato l’impronta più profonda.
LPP
È morto Remo Girone, uno degli attori più raffinati e intensi del panorama italiano.
Aveva 76 anni e viveva da tempo nel Principato di Monaco insieme alla moglie Victoria Zinny.
La notizia della sua scomparsa lascia un profondo vuoto nel mondo del cinema e della televisione.
Una paradossale legge del contrappasso vuole che grandi interpreti vengano ricordati per un solo ruolo, e così accade anche per Remo Girone, il cui nome resterà per sempre legato al personaggio di Tano Cariddi, l’enigmatico e spietato antagonista della serie cult “La Piovra”.
Dal teatro all’immortalità televisiva
Nato ad Asmara, in Eritrea, nel 1948, Girone dimostrò fin da giovane una passione autentica per il palcoscenico.
Dopo il ritorno in Italia a tredici anni, abbandonò gli studi universitari per dedicarsi completamente alla recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Il teatro fu il suo primo amore, con interpretazioni intense nei testi di Shakespeare, Miller e soprattutto Čechov, di cui dichiarava essere il suo autore prediletto.
Il debutto cinematografico arrivò nel 1974 con L’anticristo di Alberto De Martino, ma la vera svolta giunse con Miklós Jancsó e Roma rivuole Cesare, dove la critica notò subito la sua naturale eleganza scenica.

Una carriera eclettica tra cinema, televisione e teatro
Nel corso di oltre cinquant’anni di carriera, Remo Girone ha partecipato a più di 50 film, lavorando con registi del calibro di Ettore Scola, Damiano Damiani, Pasquale Squitieri e Marco Bellocchio.
La sua voce calda e il portamento distinto gli valsero anche riconoscimenti internazionali, collaborando con registi come James Mangold, Ben Affleck, Jacques Rivette e Antoine Fuqua, che lo volle nel 2023 in The Equalizer 3.
Per il grande pubblico, tuttavia, rimarrà per sempre Tano Cariddi, l’uomo d’affari oscuro de La Piovra, interpretazione che lo rese un’icona della televisione italiana.
Girone stesso amava ricordare come parte dell’intensità di quel personaggio derivasse dal suo Raskol’nikov teatrale, protagonista di Delitto e Castigo: “Molto di quel tormento l’ho portato in Tano Cariddi”, raccontava.
L’uomo dietro l’attore
Dietro lo sguardo penetrante e la voce ferma, Remo Girone era un uomo gentile, riservato e colto.
Negli ultimi anni aveva scelto ruoli più luminosi, come il libraio di Il diritto alla felicità o il sacerdote di Il mio nome è vendetta, personaggi che riflettevano la sua natura calma e riflessiva.
Amava leggere, seguiva con curiosità il cinema dei giovani e continuava a considerare il teatro come la sua vera casa.
Con la sua scomparsa, il mondo dello spettacolo perde un interprete d’altri tempi, un attore capace di dare anima ai personaggi più complessi senza mai rinunciare alla misura e all’eleganza.
Un addio silenzioso
Remo Girone se n’è andato come ha vissuto: in silenzio, con discrezione e dignità.
Resterà per sempre nella memoria collettiva come uno dei volti più intensi e umani della televisione italiana.
Il suo Tano Cariddi continuerà a vivere nei ricordi di milioni di spettatori, ma sarà l’uomo – il vero Remo Girone – ad aver lasciato l’impronta più profonda.
LPP


















































































