9 ottobre 2019. Addio a Beppe Bigazzi.

Giuseppe Bigazzi: vita e carriera del dirigente d’azienda con la passione per la cucina
Giuseppe Bigazzi, per tutti “Beppe”, noto al grande pubblico per la partecipazione al programma La prova del cuoco con Antonella Clerici su Rai1.
Bigazzi era un grande esperto di enogastronomia e a metà degli anni 90 era entrato in Rai curando la rubrica «La borsa della spesa» all’interno della trasmissione Uno Mattina. Bigazzi era un dirigente d’azienda con la passione per la cucina. Iniziò a dedicarsi alla gastronomia curando, dal 1997 al 1999, sul quotidiano Il Tempo la rubrica «Luoghi di Delizia» e sempre nel 1997 aveva pubblicato il libro «La Natura come Chef».
Il successo televisivo come gastronomo divulgatore a “La Prova del Cuoco”
Il grande pubblico conosce Giuseppe Bigazzi grazie alla trasmissione “La Prova del Cuoco”, il celebre programma Rai condotto da Antonella Clerici.
Nel ruolo di esperto e divulgatore, Bigazzi diventa una presenza fissa e amatissima.
Con il suo tono pacato ma deciso, e con un’ironia tipicamente toscana, insegna agli italiani l’importanza della materia prima, della tradizione e del rispetto per il territorio.
Suo malgrado, Bigazzi è salito agli onori della cronaca quando, il 15 febbraio 2010, fu sospeso da La prova del cuoco per aver citato un proverbio toscano che dice «a Berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto». Il proverbio si riferiva a quando, in passato, ci si cibava anche di gatti per sopperire alla mancanza di carne. In realtà non si era limitato al solo proverbio ma aveva anche spiegato la procedura utilizzata per trattare la carne dell’animale per migliorarne il sapore, confessando di averla consumata in diverse occasioni.
Gli animalisti lo avrebbero voluto linciare. Bigazzi fu sospeso con grande ignominia: «Un episodio inaudito per la tv pubblica», secondo Francesca Martini, sottosegretario alla, salute. Ventilando persino l’istigazione a delinquere.
I libri e la divulgazione gastronomica
Oltre alla televisione, Bigazzi lascia un segno anche nella letteratura gastronomica.
Tra le sue opere più note ricordiamo “La conoscenza fa bene alla salute” e “Cinquanta ricette del cuore”, testi che uniscono esperienza, curiosità e aneddoti di vita.
Attraverso i suoi scritti, Bigazzi promuove un ritorno alla cucina autentica, alla stagionalità, e alla riscoperta dei sapori dimenticati.
La sua filosofia alimentare si fonda su equilibrio, sobrietà e rispetto per la natura: concetti che oggi appaiono più attuali che mai.
La visione di un uomo fuori dagli schemi
Giuseppe Bigazzi è stato un intellettuale della tavola, un divulgatore rigoroso ma mai pedante.
Ha sempre difeso la cultura gastronomica italiana come parte integrante dell’identità nazionale.
Pur non privo di controversie, il suo pensiero ha contribuito a stimolare un dibattito serio sul valore del cibo, sulla sostenibilità e sull’etica alimentare.
In un mondo sempre più dominato dalla velocità, Bigazzi ha insegnato a rallentare, a conoscere ciò che si mangia e a dare valore al tempo della cucina.
Giuseppe Bigazzi si è spento il 9 ottobre 2019, all’età di 86 anni.
Colleghi, chef e telespettatori lo hanno ricordato come un uomo di profonda cultura, capace di trasmettere passione, curiosità e rispetto per la tradizione.
Il suo nome resta legato non solo a “La Prova del Cuoco”, ma anche a un modo di intendere la cucina come conoscenza, storia e identità.
Giuseppe Bigazzi: vita e carriera del dirigente d’azienda con la passione per la cucina
Giuseppe Bigazzi, per tutti “Beppe”, noto al grande pubblico per la partecipazione al programma La prova del cuoco con Antonella Clerici su Rai1.
Bigazzi era un grande esperto di enogastronomia e a metà degli anni 90 era entrato in Rai curando la rubrica «La borsa della spesa» all’interno della trasmissione Uno Mattina. Bigazzi era un dirigente d’azienda con la passione per la cucina. Iniziò a dedicarsi alla gastronomia curando, dal 1997 al 1999, sul quotidiano Il Tempo la rubrica «Luoghi di Delizia» e sempre nel 1997 aveva pubblicato il libro «La Natura come Chef».
Il successo televisivo come gastronomo divulgatore a “La Prova del Cuoco”
Il grande pubblico conosce Giuseppe Bigazzi grazie alla trasmissione “La Prova del Cuoco”, il celebre programma Rai condotto da Antonella Clerici.
Nel ruolo di esperto e divulgatore, Bigazzi diventa una presenza fissa e amatissima.
Con il suo tono pacato ma deciso, e con un’ironia tipicamente toscana, insegna agli italiani l’importanza della materia prima, della tradizione e del rispetto per il territorio.
Suo malgrado, Bigazzi è salito agli onori della cronaca quando, il 15 febbraio 2010, fu sospeso da La prova del cuoco per aver citato un proverbio toscano che dice «a Berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto». Il proverbio si riferiva a quando, in passato, ci si cibava anche di gatti per sopperire alla mancanza di carne. In realtà non si era limitato al solo proverbio ma aveva anche spiegato la procedura utilizzata per trattare la carne dell’animale per migliorarne il sapore, confessando di averla consumata in diverse occasioni.
Gli animalisti lo avrebbero voluto linciare. Bigazzi fu sospeso con grande ignominia: «Un episodio inaudito per la tv pubblica», secondo Francesca Martini, sottosegretario alla, salute. Ventilando persino l’istigazione a delinquere.
I libri e la divulgazione gastronomica
Oltre alla televisione, Bigazzi lascia un segno anche nella letteratura gastronomica.
Tra le sue opere più note ricordiamo “La conoscenza fa bene alla salute” e “Cinquanta ricette del cuore”, testi che uniscono esperienza, curiosità e aneddoti di vita.
Attraverso i suoi scritti, Bigazzi promuove un ritorno alla cucina autentica, alla stagionalità, e alla riscoperta dei sapori dimenticati.
La sua filosofia alimentare si fonda su equilibrio, sobrietà e rispetto per la natura: concetti che oggi appaiono più attuali che mai.
La visione di un uomo fuori dagli schemi
Giuseppe Bigazzi è stato un intellettuale della tavola, un divulgatore rigoroso ma mai pedante.
Ha sempre difeso la cultura gastronomica italiana come parte integrante dell’identità nazionale.
Pur non privo di controversie, il suo pensiero ha contribuito a stimolare un dibattito serio sul valore del cibo, sulla sostenibilità e sull’etica alimentare.
In un mondo sempre più dominato dalla velocità, Bigazzi ha insegnato a rallentare, a conoscere ciò che si mangia e a dare valore al tempo della cucina.
Giuseppe Bigazzi si è spento il 9 ottobre 2019, all’età di 86 anni.
Colleghi, chef e telespettatori lo hanno ricordato come un uomo di profonda cultura, capace di trasmettere passione, curiosità e rispetto per la tradizione.
Il suo nome resta legato non solo a “La Prova del Cuoco”, ma anche a un modo di intendere la cucina come conoscenza, storia e identità.


















































































