14 ottobre 2023. Muore l’attrice Piper Laurie.

Una carriera lunga settant’anni
Il 14 ottobre 2023 muore Piper Laurie, una delle attrici più versatili e intense del cinema statunitense.
Nata a Detroit il 22 gennaio 1932 con il nome Rosetta Jacobs, cresce a Los Angeles, dove il mondo del cinema diventa presto il suo orizzonte quotidiano.
Il talento naturale e lo sguardo magnetico la portano giovanissima alla Universal Pictures, dove adotta il nome d’arte Piper Laurie e inizia una carriera destinata a durare più di settant’anni.
Negli anni Cinquanta, la sua presenza elegante conquista il grande schermo con film come “Louisa” e “Francis Goes to the Races”.
Ma è negli anni Sessanta che Piper Laurie raggiunge la piena maturità artistica grazie al ruolo in “Lo spaccone” (1961) accanto a Paul Newman, che le vale la prima candidatura all’Oscar.
Il film la consacra come interprete di rara intensità, capace di fondere fragilità e forza in un equilibrio che diventa cifra del suo stile recitativo.
Dalla pausa alle grandi interpretazioni
Dopo quel successo, Piper Laurie sceglie un lungo silenzio, lontano da Hollywood.
Si dedica alla vita privata e al teatro, ritrovando nella scena dal vivo la libertà che il cinema le aveva sottratto.
Quando ritorna davanti alla macchina da presa negli anni Settanta, il suo volto maturo porta con sé nuove profondità emotive.
Nel 1976 interpreta la madre fanatica religiosa in “Carrie – Lo sguardo di Satana”, film cult di Brian De Palma che le regala una seconda nomination all’Oscar e l’ammirazione di una nuova generazione di spettatori.
Nel 1986, con “Figli di un dio minore”, riceve la terza candidatura all’Oscar, confermando la sua capacità di reinventarsi senza mai tradire la propria autenticità.
Negli anni Novanta torna alla ribalta anche in televisione con “Twin Peaks”, dove veste i panni della misteriosa Catherine Martell, personaggio che entra nell’immaginario collettivo.
L’ultimo atto
Piper Laurie si spegne a 91 anni nella sua casa di Los Angeles.
La notizia suscita un’ondata di tributi da parte del mondo del cinema, che riconosce in lei una figura di coerenza, grazia. e profondità rara.

Una carriera lunga settant’anni
Il 14 ottobre 2023 muore Piper Laurie, una delle attrici più versatili e intense del cinema statunitense.
Nata a Detroit il 22 gennaio 1932 con il nome Rosetta Jacobs, cresce a Los Angeles, dove il mondo del cinema diventa presto il suo orizzonte quotidiano.
Il talento naturale e lo sguardo magnetico la portano giovanissima alla Universal Pictures, dove adotta il nome d’arte Piper Laurie e inizia una carriera destinata a durare più di settant’anni.
Negli anni Cinquanta, la sua presenza elegante conquista il grande schermo con film come “Louisa” e “Francis Goes to the Races”.
Ma è negli anni Sessanta che Piper Laurie raggiunge la piena maturità artistica grazie al ruolo in “Lo spaccone” (1961) accanto a Paul Newman, che le vale la prima candidatura all’Oscar.
Il film la consacra come interprete di rara intensità, capace di fondere fragilità e forza in un equilibrio che diventa cifra del suo stile recitativo.
Dalla pausa alle grandi interpretazioni
Dopo quel successo, Piper Laurie sceglie un lungo silenzio, lontano da Hollywood.
Si dedica alla vita privata e al teatro, ritrovando nella scena dal vivo la libertà che il cinema le aveva sottratto.
Quando ritorna davanti alla macchina da presa negli anni Settanta, il suo volto maturo porta con sé nuove profondità emotive.
Nel 1976 interpreta la madre fanatica religiosa in “Carrie – Lo sguardo di Satana”, film cult di Brian De Palma che le regala una seconda nomination all’Oscar e l’ammirazione di una nuova generazione di spettatori.
Nel 1986, con “Figli di un dio minore”, riceve la terza candidatura all’Oscar, confermando la sua capacità di reinventarsi senza mai tradire la propria autenticità.
Negli anni Novanta torna alla ribalta anche in televisione con “Twin Peaks”, dove veste i panni della misteriosa Catherine Martell, personaggio che entra nell’immaginario collettivo.
L’ultimo atto
Piper Laurie si spegne a 91 anni nella sua casa di Los Angeles.
La notizia suscita un’ondata di tributi da parte del mondo del cinema, che riconosce in lei una figura di coerenza, grazia. e profondità rara.


















































































