20 ottobre 1994. Muore Burt Lancaster, fascino e coraggio sul set.

Gli inizi tra acrobazie e sogni di libertà
Burt Lancaster nasce a New York il 2 novembre 1913, in un quartiere popolare dove la strada è la prima scuola di vita.
Prima di calcare i set, vive l’esperienza del circo come acrobata: un lavoro duro, ma ricco di libertà e disciplina fisica.
Quel corpo allenato, quell’eleganza naturale, diventeranno la sua firma anche davanti alla macchina da presa.
Dopo la parentesi militare durante la Seconda guerra mondiale, viene notato da un produttore teatrale e approda a Broadway, dove il suo carisma cattura l’attenzione di Hollywood.
l successo e la metamorfosi dell’eroe
Il debutto al cinema arriva nel 1946 con I gangsters di Robert Siodmak, film noir che lo impone come volto nuovo del cinema americano.
Interpreta l’eroe disilluso, il ribelle, l’uomo in bilico tra forza e vulnerabilità.
Con Da qui all’eternità (1953) entra nella leggenda grazie alla celebre scena del bacio sulla spiaggia con Deborah Kerr, simbolo di un’epoca e di una sensualità nuova.
Negli anni Sessanta si misura con personaggi più complessi, come nel capolavoro di Luchino Visconti Il Gattopardo (1963), dove dà vita a un principe di dignità malinconica e lucida consapevolezza del cambiamento.
La sua carriera attraversa generi e continenti: dal western Vera Cruz al dramma politico Sette giorni a maggio, fino a Atlantic City, che gli vale nel 1981 l’ultima candidatura all’Oscar.
L’addio a un gigante del cinema
Burt Lancaster muore il 20 ottobre 1994 a Los Angeles, all’età di 80 anni, dopo un lungo periodo di malattia.
I funerali si svolgono in forma privata, come desiderato dall’attore, che aveva sempre difeso la propria riservatezza.
Resta il ricordo di un interprete capace di incarnare l’eroe romantico e inquieto del Novecento, simbolo di un cinema che non teme la verità delle emozioni.
Gli inizi tra acrobazie e sogni di libertà
Burt Lancaster nasce a New York il 2 novembre 1913, in un quartiere popolare dove la strada è la prima scuola di vita.
Prima di calcare i set, vive l’esperienza del circo come acrobata: un lavoro duro, ma ricco di libertà e disciplina fisica.
Quel corpo allenato, quell’eleganza naturale, diventeranno la sua firma anche davanti alla macchina da presa.
Dopo la parentesi militare durante la Seconda guerra mondiale, viene notato da un produttore teatrale e approda a Broadway, dove il suo carisma cattura l’attenzione di Hollywood.
l successo e la metamorfosi dell’eroe
Il debutto al cinema arriva nel 1946 con I gangsters di Robert Siodmak, film noir che lo impone come volto nuovo del cinema americano.
Interpreta l’eroe disilluso, il ribelle, l’uomo in bilico tra forza e vulnerabilità.
Con Da qui all’eternità (1953) entra nella leggenda grazie alla celebre scena del bacio sulla spiaggia con Deborah Kerr, simbolo di un’epoca e di una sensualità nuova.
Negli anni Sessanta si misura con personaggi più complessi, come nel capolavoro di Luchino Visconti Il Gattopardo (1963), dove dà vita a un principe di dignità malinconica e lucida consapevolezza del cambiamento.
La sua carriera attraversa generi e continenti: dal western Vera Cruz al dramma politico Sette giorni a maggio, fino a Atlantic City, che gli vale nel 1981 l’ultima candidatura all’Oscar.
L’addio a un gigante del cinema
Burt Lancaster muore il 20 ottobre 1994 a Los Angeles, all’età di 80 anni, dopo un lungo periodo di malattia.
I funerali si svolgono in forma privata, come desiderato dall’attore, che aveva sempre difeso la propria riservatezza.
Resta il ricordo di un interprete capace di incarnare l’eroe romantico e inquieto del Novecento, simbolo di un cinema che non teme la verità delle emozioni.


















































































