Addio a Sofia Corradi, la “mamma dell’Erasmus”.

Addio a Sofia Corradi, la “mamma dell’Erasmus” che cambiò per sempre l’università europea
Una vita dedicata all’idea di un’Europa unita attraverso lo studio
Sofia Corradi, conosciuta in tutto il mondo come la “mamma dell’Erasmus”, è morta a Roma il 17 ottobre all’età di 91 anni.
Grazie alla sua determinazione e alla sua visione innovativa, milioni di studenti europei hanno potuto vivere l’esperienza formativa di studiare in un Paese diverso dal proprio.
Il programma Erasmus, oggi simbolo di un’Europa senza frontiere culturali, nacque proprio dal suo sogno: rendere gli studi all’estero accessibili e riconosciuti.
Per oltre cinquant’anni Corradi si è battuta per costruire ponti tra università, popoli e culture, convinta che la conoscenza fosse la chiave per una vera integrazione europea.
Le origini di una visione rivoluzionaria
Nata a Roma nel 1934, Sofia Corradi studiò giurisprudenza alla Sapienza, per poi trasferirsi negli Stati Uniti alla fine degli anni Cinquanta grazie a una borsa di studio.
Alla Columbia University di New York conseguì un master in legislazione universitaria comparata. Un percorso d’avanguardia per l’epoca.
Ma al suo ritorno in Italia, la sorpresa fu amara: l’università rifiutò di riconoscere il titolo conseguito all’estero.
«Quando tornai a Roma trovai naturale chiedere il riconoscimento della specializzazione. Allo sportello della segreteria studenti l’impiegato cadde dalle nuvole. Columbia University? Mai sentita nominare. Compresi quel giorno che l’equiparazione dei titoli universitari nel mondo, o per lo meno in Europa, era una cosa da fare», raccontò anni dopo.
Fu in quel momento che nacque l’idea di un sistema condiviso di riconoscimento degli studi, capace di abbattere le barriere burocratiche e aprire le università al mondo.
Il primo passo verso l’Erasmus
Da consulente della Conferenza dei rettori delle università italiane, Corradi redasse nel 1969 un documento che oggi viene considerato il seme del futuro programma Erasmus.
In quel testo, la docente delineava un meccanismo semplice e rivoluzionario. Lo studente avrebbe potuto frequentare parte del proprio corso di laurea in un’università straniera, con la possibilità di vedersi riconosciuti gli esami sostenuti all’estero.
L’idea venne accolta dal presidente della Conferenza, Alessandro Faedo, e successivamente sostenuta dal ministro della Pubblica Istruzione, Mario Ferrari Aggradi.
Il disegno di legge che ne derivò fu approvato in Senato, ma la caduta della legislatura ne interruppe l’iter.
Nonostante ciò, la visione di Corradi non si spense mai. Continuò a promuovere la cooperazione accademica internazionale, fino a vedere, negli anni Ottanta, la nascita ufficiale del programma Erasmus, che dal 1987 ha cambiato il volto dell’educazione europea.
L’eredità di una pioniera
Sofia Corradi è stata una visionaria capace di trasformare un’esperienza personale in un progetto collettivo di portata mondiale.
Grazie a lei, oltre 12 milioni di studenti hanno potuto vivere un’esperienza di scambio culturale, imparando che l’Europa non è solo un’unione economica, ma anche e soprattutto una comunità di persone.
Il suo lavoro ha ispirato generazioni di giovani, professori e ricercatori, contribuendo a costruire un’identità europea fondata sulla condivisione della conoscenza e sull’apertura mentale.
Nel 2016, l’Unione Europea le ha conferito il titolo di “Mamma Erasmus”, riconoscendo il suo contributo straordinario alla crescita culturale e civile del continente.
Il suo sogno di un mondo accademico senza confini continua a vivere in ogni studente che sceglie di partire, conoscere, e tornare arricchito da nuove esperienze.
Come amava dire: “Ogni volta che uno studente parte, nasce un piccolo pezzo d’Europa.”
Addio a Sofia Corradi, la “mamma dell’Erasmus” che cambiò per sempre l’università europea
Una vita dedicata all’idea di un’Europa unita attraverso lo studio
Sofia Corradi, conosciuta in tutto il mondo come la “mamma dell’Erasmus”, è morta a Roma il 17 ottobre all’età di 91 anni.
Grazie alla sua determinazione e alla sua visione innovativa, milioni di studenti europei hanno potuto vivere l’esperienza formativa di studiare in un Paese diverso dal proprio.
Il programma Erasmus, oggi simbolo di un’Europa senza frontiere culturali, nacque proprio dal suo sogno: rendere gli studi all’estero accessibili e riconosciuti.
Per oltre cinquant’anni Corradi si è battuta per costruire ponti tra università, popoli e culture, convinta che la conoscenza fosse la chiave per una vera integrazione europea.
Le origini di una visione rivoluzionaria
Nata a Roma nel 1934, Sofia Corradi studiò giurisprudenza alla Sapienza, per poi trasferirsi negli Stati Uniti alla fine degli anni Cinquanta grazie a una borsa di studio.
Alla Columbia University di New York conseguì un master in legislazione universitaria comparata. Un percorso d’avanguardia per l’epoca.
Ma al suo ritorno in Italia, la sorpresa fu amara: l’università rifiutò di riconoscere il titolo conseguito all’estero.
«Quando tornai a Roma trovai naturale chiedere il riconoscimento della specializzazione. Allo sportello della segreteria studenti l’impiegato cadde dalle nuvole. Columbia University? Mai sentita nominare. Compresi quel giorno che l’equiparazione dei titoli universitari nel mondo, o per lo meno in Europa, era una cosa da fare», raccontò anni dopo.
Fu in quel momento che nacque l’idea di un sistema condiviso di riconoscimento degli studi, capace di abbattere le barriere burocratiche e aprire le università al mondo.
Il primo passo verso l’Erasmus
Da consulente della Conferenza dei rettori delle università italiane, Corradi redasse nel 1969 un documento che oggi viene considerato il seme del futuro programma Erasmus.
In quel testo, la docente delineava un meccanismo semplice e rivoluzionario. Lo studente avrebbe potuto frequentare parte del proprio corso di laurea in un’università straniera, con la possibilità di vedersi riconosciuti gli esami sostenuti all’estero.
L’idea venne accolta dal presidente della Conferenza, Alessandro Faedo, e successivamente sostenuta dal ministro della Pubblica Istruzione, Mario Ferrari Aggradi.
Il disegno di legge che ne derivò fu approvato in Senato, ma la caduta della legislatura ne interruppe l’iter.
Nonostante ciò, la visione di Corradi non si spense mai. Continuò a promuovere la cooperazione accademica internazionale, fino a vedere, negli anni Ottanta, la nascita ufficiale del programma Erasmus, che dal 1987 ha cambiato il volto dell’educazione europea.
L’eredità di una pioniera
Sofia Corradi è stata una visionaria capace di trasformare un’esperienza personale in un progetto collettivo di portata mondiale.
Grazie a lei, oltre 12 milioni di studenti hanno potuto vivere un’esperienza di scambio culturale, imparando che l’Europa non è solo un’unione economica, ma anche e soprattutto una comunità di persone.
Il suo lavoro ha ispirato generazioni di giovani, professori e ricercatori, contribuendo a costruire un’identità europea fondata sulla condivisione della conoscenza e sull’apertura mentale.
Nel 2016, l’Unione Europea le ha conferito il titolo di “Mamma Erasmus”, riconoscendo il suo contributo straordinario alla crescita culturale e civile del continente.
Il suo sogno di un mondo accademico senza confini continua a vivere in ogni studente che sceglie di partire, conoscere, e tornare arricchito da nuove esperienze.
Come amava dire: “Ogni volta che uno studente parte, nasce un piccolo pezzo d’Europa.”



















































































