26 ottobre 2016. Muore Luciano Rispoli, volto della tv di qualità.

Gli inizi e la carriera in Rai
Luciano Rispoli nasce a Reggio Calabria il 12 luglio 1932 e cresce con una curiosità vivace verso la parola e la comunicazione.
Dopo la laurea in giurisprudenza, entra giovanissimo in Rai, nel 1954, anno in cui la televisione italiana muove i primi passi.
Diventa presto una delle voci più riconoscibili del servizio pubblico, capace di coniugare rigore, eleganza e intrattenimento.
Rispoli non è solo un conduttore: è un inventore di format, un autore che costruisce linguaggi nuovi per un mezzo ancora in formazione.
Le innovazioni e i programmi di successo
Tra i suoi meriti c’è l’ideazione di trasmissioni che segnano la storia della tv italiana, come Bandiera gialla, che anticipa il linguaggio radiofonico moderno, e Chiamate Roma 3131, il primo talk radiofonico con la partecipazione diretta degli ascoltatori.
In televisione conquista il pubblico con programmi di grande successo come Tappeto volante, simbolo di una televisione colta ma accessibile, dove il dialogo si svolge sempre in toni pacati, mai urlati.
Rispoli rappresenta un modello di comunicazione gentile, in cui la cultura si intreccia al piacere della conversazione.
Conduce anche Parola mia, quiz linguistico che unisce intrattenimento e divulgazione, confermandolo come un raffinato cultore della lingua italiana.
Uno stile unico e un’eredità culturale
Il suo modo di condurre, pacato e ironico, diventa una cifra stilistica inconfondibile. Luciano Rispoli valorizza l’intervistato, evita la polemica sterile e privilegia la curiosità autentica.
Negli anni Ottanta e Novanta è tra i protagonisti di una tv che rispetta lo spettatore, aprendo la strada a una comunicazione più civile e consapevole.
La morte e il ricordo
Luciano Rispoli muore il 26 ottobre 2016 a Roma, all’età di 84 anni.
La sua scomparsa suscita un’ondata di affetto e nostalgia: viene ricordato come “il signore della televisione italiana”, un professionista che ha saputo coniugare cultura e leggerezza.
Il suo esempio resta un punto di riferimento per chi crede in una televisione fatta di contenuti, rispetto e passione per il dialogo.
Gli inizi e la carriera in Rai
Luciano Rispoli nasce a Reggio Calabria il 12 luglio 1932 e cresce con una curiosità vivace verso la parola e la comunicazione.
Dopo la laurea in giurisprudenza, entra giovanissimo in Rai, nel 1954, anno in cui la televisione italiana muove i primi passi.
Diventa presto una delle voci più riconoscibili del servizio pubblico, capace di coniugare rigore, eleganza e intrattenimento.
Rispoli non è solo un conduttore: è un inventore di format, un autore che costruisce linguaggi nuovi per un mezzo ancora in formazione.
Le innovazioni e i programmi di successo
Tra i suoi meriti c’è l’ideazione di trasmissioni che segnano la storia della tv italiana, come Bandiera gialla, che anticipa il linguaggio radiofonico moderno, e Chiamate Roma 3131, il primo talk radiofonico con la partecipazione diretta degli ascoltatori.
In televisione conquista il pubblico con programmi di grande successo come Tappeto volante, simbolo di una televisione colta ma accessibile, dove il dialogo si svolge sempre in toni pacati, mai urlati.
Rispoli rappresenta un modello di comunicazione gentile, in cui la cultura si intreccia al piacere della conversazione.
Conduce anche Parola mia, quiz linguistico che unisce intrattenimento e divulgazione, confermandolo come un raffinato cultore della lingua italiana.
Uno stile unico e un’eredità culturale
Il suo modo di condurre, pacato e ironico, diventa una cifra stilistica inconfondibile. Luciano Rispoli valorizza l’intervistato, evita la polemica sterile e privilegia la curiosità autentica.
Negli anni Ottanta e Novanta è tra i protagonisti di una tv che rispetta lo spettatore, aprendo la strada a una comunicazione più civile e consapevole.
La morte e il ricordo
Luciano Rispoli muore il 26 ottobre 2016 a Roma, all’età di 84 anni.
La sua scomparsa suscita un’ondata di affetto e nostalgia: viene ricordato come “il signore della televisione italiana”, un professionista che ha saputo coniugare cultura e leggerezza.
Il suo esempio resta un punto di riferimento per chi crede in una televisione fatta di contenuti, rispetto e passione per il dialogo.


















































































