Addio a Pippo Baudo, l’uomo che inventò la televisione italiana.

Una carriera lunga oltre sessant’anni
Pippo Baudo, simbolo indiscusso della televisione italiana, si è spento a Roma all’età di 89 anni. Definito da molti come “l’uomo che inventò la televisione”, Baudo ha accompagnato generazioni di italiani con programmi che hanno fatto la storia del piccolo schermo.
Dalla sua Militello in Val di Catania, dove nacque il 7 giugno 1936, approdò a Roma per inseguire un sogno che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella dello spettacolo italiano.
I successi che hanno segnato un’epoca
Il debutto arrivò con “Settevoci” (1966-70), seguito da “Canzonissima” (1972-73), che lo consacrò al grande pubblico. Negli anni ’80 la sua popolarità raggiunse l’apice con trasmissioni cult come “Domenica in” (1979-85, 1991-92), “Fantastico”, “Serata d’onore” e soprattutto con la conduzione del Festival di Sanremo, guidato da lui per ben tredici edizioni. La sua capacità di lanciare nuovi talenti e di rinnovare costantemente il linguaggio televisivo lo rese un punto di riferimento assoluto.
L’impegno fuori e dentro la Rai
Oltre alla conduzione, Baudo ricoprì ruoli di prestigio anche dietro le quinte.Fu direttore artistico di Canale 5 tra il 1987 e il 1988, per poi tornare in Rai, dove diresse trasmissioni come “Gran Premio”, “Luna Park” e “Mille lire al mese”. Dal 1989 al 1997 guidò il Teatro Stabile di Catania, mentre nel 1994 divenne direttore artistico della Rai, carica che lasciò due anni dopo. Nel teatro si mise in gioco con il musical “L’uomo che inventò la televisione”, un titolo che riassume perfettamente il suo legame con il piccolo schermo.
Il ritorno in tv
Negli anni Duemila continuò a condurre programmi di successo, tra cui “Novecento”, “Il viaggio” e nuove edizioni di “Domenica in”. Nel 2018 pubblicò la sua autobiografia “Ecco a voi. Una storia italiana”, scritta con Paolo Conti, un racconto sincero della sua vita e della sua carriera. Nel 2021 fu insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, uno dei più alti riconoscimenti dello Stato.
La morte di un protagonista della storia d’Italia
Pippo Baudo si è spento serenamente al Campus Biomedico di Roma, circondato dall’affetto dei suoi cari. L’ultima apparizione pubblica risaliva alla festa per i 90 anni di Pierfrancesco Pingitore, dove, seppur in sedia a rotelle, era sorridente e calorosamente accolto dagli amici. Con lui scompare una figura che ha saputo raccontare l’Italia con leggerezza, ironia e professionalità.
Laura Persico Pezzino
Una carriera lunga oltre sessant’anni
Pippo Baudo, simbolo indiscusso della televisione italiana, si è spento a Roma all’età di 89 anni. Definito da molti come “l’uomo che inventò la televisione”, Baudo ha accompagnato generazioni di italiani con programmi che hanno fatto la storia del piccolo schermo.
Dalla sua Militello in Val di Catania, dove nacque il 7 giugno 1936, approdò a Roma per inseguire un sogno che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella dello spettacolo italiano.
I successi che hanno segnato un’epoca
Il debutto arrivò con “Settevoci” (1966-70), seguito da “Canzonissima” (1972-73), che lo consacrò al grande pubblico. Negli anni ’80 la sua popolarità raggiunse l’apice con trasmissioni cult come “Domenica in” (1979-85, 1991-92), “Fantastico”, “Serata d’onore” e soprattutto con la conduzione del Festival di Sanremo, guidato da lui per ben tredici edizioni. La sua capacità di lanciare nuovi talenti e di rinnovare costantemente il linguaggio televisivo lo rese un punto di riferimento assoluto.
L’impegno fuori e dentro la Rai
Oltre alla conduzione, Baudo ricoprì ruoli di prestigio anche dietro le quinte.Fu direttore artistico di Canale 5 tra il 1987 e il 1988, per poi tornare in Rai, dove diresse trasmissioni come “Gran Premio”, “Luna Park” e “Mille lire al mese”. Dal 1989 al 1997 guidò il Teatro Stabile di Catania, mentre nel 1994 divenne direttore artistico della Rai, carica che lasciò due anni dopo. Nel teatro si mise in gioco con il musical “L’uomo che inventò la televisione”, un titolo che riassume perfettamente il suo legame con il piccolo schermo.
Il ritorno in tv
Negli anni Duemila continuò a condurre programmi di successo, tra cui “Novecento”, “Il viaggio” e nuove edizioni di “Domenica in”. Nel 2018 pubblicò la sua autobiografia “Ecco a voi. Una storia italiana”, scritta con Paolo Conti, un racconto sincero della sua vita e della sua carriera. Nel 2021 fu insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, uno dei più alti riconoscimenti dello Stato.
La morte di un protagonista della storia d’Italia
Pippo Baudo si è spento serenamente al Campus Biomedico di Roma, circondato dall’affetto dei suoi cari. L’ultima apparizione pubblica risaliva alla festa per i 90 anni di Pierfrancesco Pingitore, dove, seppur in sedia a rotelle, era sorridente e calorosamente accolto dagli amici. Con lui scompare una figura che ha saputo raccontare l’Italia con leggerezza, ironia e professionalità.
Laura Persico Pezzino


















































































