Addio Ezio Paolucci, il maestro dei record morto a 106 anni.

La scomparsa di Ezio Paolucci, il maestro dei record: addio a 106 anni a un simbolo dell’educazione marchigiana
Un’intera comunità in lutto per il maestro Ezio Paolucci
Tolentino piange la scomparsa di Ezio Paolucci, storico maestro elementare e figura amatissima nella comunità marchigiana, morto serenamente nel sonno all’età di 106 anni.
Era l’uomo più longevo della città e tra i più longevi di tutta la provincia di Macerata.
La sua è una storia che attraversa il Novecento, intrecciando scuola, poesia, guerra e ricostruzione.
Una vita dedicata ai bambini e alla scuola
Per quarant’anni Paolucci ha insegnato nelle scuole elementari, fino al 1982.
Era un maestro “alla vecchia maniera”, uno di quelli che si occupavano di tutto: italiano, matematica, storia, musica e perfino ginnastica.
Portava in classe il mandolino e faceva cantare i bambini, convinto che l’armonia fosse parte integrante dell’educazione.
Raccontava spesso:
«Non ho mai fatto un’assenza. Gli alunni facevano a gara per farsi interrogare perché capivano che studiare era un privilegio».
Intere generazioni lo ricordano come un educatore rigoroso, allegro e sempre presente.
Molti dei suoi alunni hanno oggi più di ottant’anni, ma continuano a citare i suoi insegnamenti come un riferimento per la vita.
L’onore della medaglia d’oro da parte di Sandro Pertini
Il 16 giugno 1982 il presidente della Repubblica Sandro Pertini gli conferì la Medaglia d’oro della pubblica istruzione, un diploma di benemerenza di prima classe per aver compiuto quarant’anni di “buon servizio nelle pubbliche scuole elementari”.
Un riconoscimento di cui Paolucci è sempre andato fiero, tanto da conservarne memoria nelle sue poesie e nelle sue conversazioni con chiunque gli chiedesse della sua carriera.
Poeta per passione, custode della metrica
Oltre a essere un maestro, Paolucci era un poeta.
Scriveva in rima baciata e rima alternata, curando con scrupolo la metrica e dedicando versi a chi riteneva lo meritasse.
Amava definirsi così:
«Son poeta dilettante, trovo giusto e confortante qualche verso dedicato a chi l’abbia meritato».
La guerra, la prigionia e la rinascita
Diplomato nel 1940 a San Ginesio, Paolucci fu travolto dagli eventi della Seconda guerra mondiale.
Lui e due suoi fratelli furono fatti prigionieri e rinchiusi nel campo di concentramento di Sforzacosta, a Macerata.
Le loro strade si separarono:
– uno fuggì durante un bombardamento americano
– un altro fu deportato in Germania
– Ezio, già maestro, riuscì ad ottenere piccole agevolazioni
Dopo la guerra i tre fratelli riuscirono a ritrovarsi: uno dei ricordi più preziosi del maestro, simbolo della forza della famiglia e della speranza.
Il segreto di una vita lunga: “Accontentarsi senza protestare”
Paolucci avrebbe compiuto 107 anni l’8 febbraio prossimo.
A chi gli chiedeva il segreto della sua longevità rispondeva con semplicità:
«Accontentarsi senza protestare, prendere la vita come viene. Quando non si può evitare qualcosa, bisogna accettarla con pazienza».
A 100 anni si definiva ancora “un giovanotto”, con una lucidità e un’ironia che lo rendevano amatissimo.
Il cordoglio della famiglia e della comunità
Lascia i figli Loris, medico in pensione, e Milena, architetto, oltre ai tre nipoti Vittorio, Alessandro ed Emma.
Gli è rimasta accanto fino all’ultimo la sorella Piera.
La camera ardente è stata allestita nella sala del commiato Terracoeli, dove domani alle ore 15 si terrà una cerimonia laica per dare l’ultimo saluto a un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia della scuola marchigiana.
La scomparsa di Ezio Paolucci, il maestro dei record: addio a 106 anni a un simbolo dell’educazione marchigiana
Un’intera comunità in lutto per il maestro Ezio Paolucci
Tolentino piange la scomparsa di Ezio Paolucci, storico maestro elementare e figura amatissima nella comunità marchigiana, morto serenamente nel sonno all’età di 106 anni.
Era l’uomo più longevo della città e tra i più longevi di tutta la provincia di Macerata.
La sua è una storia che attraversa il Novecento, intrecciando scuola, poesia, guerra e ricostruzione.
Una vita dedicata ai bambini e alla scuola
Per quarant’anni Paolucci ha insegnato nelle scuole elementari, fino al 1982.
Era un maestro “alla vecchia maniera”, uno di quelli che si occupavano di tutto: italiano, matematica, storia, musica e perfino ginnastica.
Portava in classe il mandolino e faceva cantare i bambini, convinto che l’armonia fosse parte integrante dell’educazione.
Raccontava spesso:
«Non ho mai fatto un’assenza. Gli alunni facevano a gara per farsi interrogare perché capivano che studiare era un privilegio».
Intere generazioni lo ricordano come un educatore rigoroso, allegro e sempre presente.
Molti dei suoi alunni hanno oggi più di ottant’anni, ma continuano a citare i suoi insegnamenti come un riferimento per la vita.
L’onore della medaglia d’oro da parte di Sandro Pertini
Il 16 giugno 1982 il presidente della Repubblica Sandro Pertini gli conferì la Medaglia d’oro della pubblica istruzione, un diploma di benemerenza di prima classe per aver compiuto quarant’anni di “buon servizio nelle pubbliche scuole elementari”.
Un riconoscimento di cui Paolucci è sempre andato fiero, tanto da conservarne memoria nelle sue poesie e nelle sue conversazioni con chiunque gli chiedesse della sua carriera.
Poeta per passione, custode della metrica
Oltre a essere un maestro, Paolucci era un poeta.
Scriveva in rima baciata e rima alternata, curando con scrupolo la metrica e dedicando versi a chi riteneva lo meritasse.
Amava definirsi così:
«Son poeta dilettante, trovo giusto e confortante qualche verso dedicato a chi l’abbia meritato».
La guerra, la prigionia e la rinascita
Diplomato nel 1940 a San Ginesio, Paolucci fu travolto dagli eventi della Seconda guerra mondiale.
Lui e due suoi fratelli furono fatti prigionieri e rinchiusi nel campo di concentramento di Sforzacosta, a Macerata.
Le loro strade si separarono:
– uno fuggì durante un bombardamento americano
– un altro fu deportato in Germania
– Ezio, già maestro, riuscì ad ottenere piccole agevolazioni
Dopo la guerra i tre fratelli riuscirono a ritrovarsi: uno dei ricordi più preziosi del maestro, simbolo della forza della famiglia e della speranza.
Il segreto di una vita lunga: “Accontentarsi senza protestare”
Paolucci avrebbe compiuto 107 anni l’8 febbraio prossimo.
A chi gli chiedeva il segreto della sua longevità rispondeva con semplicità:
«Accontentarsi senza protestare, prendere la vita come viene. Quando non si può evitare qualcosa, bisogna accettarla con pazienza».
A 100 anni si definiva ancora “un giovanotto”, con una lucidità e un’ironia che lo rendevano amatissimo.
Il cordoglio della famiglia e della comunità
Lascia i figli Loris, medico in pensione, e Milena, architetto, oltre ai tre nipoti Vittorio, Alessandro ed Emma.
Gli è rimasta accanto fino all’ultimo la sorella Piera.
La camera ardente è stata allestita nella sala del commiato Terracoeli, dove domani alle ore 15 si terrà una cerimonia laica per dare l’ultimo saluto a un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia della scuola marchigiana.


















































































