Andy Sahlstrom e i “giocattoli cattivi”: il lato oscuro dell’infanzia diventa arte pop.

I “giocattoli cattivi”: il lato oscuro dell’infanzia diventa arte pop.
Possono dei giocattoli raccontare il “male” dei nostri tempi?
Secondo l’artista americano Andy Sahlstrom, sì.
La sua serie Kids Toys, Adult Issues trasforma icone dell’infanzia in oggetti perturbanti, capaci di denunciare le ossessioni, le paure e le contraddizioni del mondo adulto.
Così nascono opere come la Cozy Hearse, un carro funebre ispirato alla celebre macchinina Little Tikes, o la Electric Chair, una sedia elettrica in versione giocattolo.
Sono lavori che destabilizzano perché giocano con il cortocircuito tra forma rassicurante e contenuto drammatico: sorrisi plastificati che nascondono pugni nello stomaco.
Infanzia e distopia: un contrasto inquietante
Viviamo in un’epoca che spesso sembra rincorrere scenari distopici, quelli immaginati da Orwell o raccontati da film come La notte del giudizio o The Lobster.
In questo contesto, l’arte ha il compito di scuotere le coscienze, rompere l’assuefazione collettiva e svelare l’assurdità del nostro presente.
Le opere di Sahlstrom funzionano proprio così: attirano con la nostalgia e l’estetica pop dei giocattoli, ma subito dopo rivelano il loro lato oscuro, mettendo a nudo un mondo adulto fragile, violento e disincantato.
L’origine di un’idea disturbante
Tutto è nato da un’esperienza personale.
Un giorno, durante un attacco di panico, l’artista vide dei bambini giocare con una Cozy Coupe.
In quell’istante immaginò la macchinina come un carro funebre, un pensiero che segnò l’inizio della sua ricerca artistica.
Da lì è nata la serie Kids Toys, Adult Issues, sviluppata anche grazie a una sfida personale di 100 giorni di modellazione 3D.
Ogni giorno Sahlstrom realizzava un nuovo pezzo, creando un archivio di opere che oggi rappresentano una delle denunce più potenti del nostro tempo attraverso il linguaggio dell’arte pop.
Arte, capitalismo e riproducibilità
Per Sahlstrom l’arte è connessione, non semplice provocazione.
Che sia digitale o fisica, ciò che conta è l’intenzione, il peso emotivo, la scintilla originaria che dà vita all’opera.
Anche se utilizza la stampa 3D, tecnologia che rende teoricamente replicabile qualsiasi oggetto, i suoi pezzi restano unici: rifiniti, levigati e dipinti a mano per ottenere un’estetica irripetibile.
Il messaggio, invece, è universale: un invito a guardare oltre la superficie, a non accettare passivamente un sistema che riduce persino i simboli dell’infanzia a merce.
I “giocattoli cattivi” come specchio del presente
I lavori di Andy Sahlstrom seducono e inquietano allo stesso tempo.
Sono giocattoli che non fanno sorridere, ma che restano impressi nella memoria come incubi a colori.
Con ironia caustica e lucidità brutale, l’artista ci costringe a interrogarci: davvero siamo arrivati a tanto?
La sua arte ci mostra che anche un oggetto innocente può diventare un’arma critica, un simbolo capace di raccontare senza filtri il nostro presente disturbato.
I “giocattoli cattivi”: il lato oscuro dell’infanzia diventa arte pop.
Possono dei giocattoli raccontare il “male” dei nostri tempi?
Secondo l’artista americano Andy Sahlstrom, sì.
La sua serie Kids Toys, Adult Issues trasforma icone dell’infanzia in oggetti perturbanti, capaci di denunciare le ossessioni, le paure e le contraddizioni del mondo adulto.
Così nascono opere come la Cozy Hearse, un carro funebre ispirato alla celebre macchinina Little Tikes, o la Electric Chair, una sedia elettrica in versione giocattolo.
Sono lavori che destabilizzano perché giocano con il cortocircuito tra forma rassicurante e contenuto drammatico: sorrisi plastificati che nascondono pugni nello stomaco.
Infanzia e distopia: un contrasto inquietante
Viviamo in un’epoca che spesso sembra rincorrere scenari distopici, quelli immaginati da Orwell o raccontati da film come La notte del giudizio o The Lobster.
In questo contesto, l’arte ha il compito di scuotere le coscienze, rompere l’assuefazione collettiva e svelare l’assurdità del nostro presente.
Le opere di Sahlstrom funzionano proprio così: attirano con la nostalgia e l’estetica pop dei giocattoli, ma subito dopo rivelano il loro lato oscuro, mettendo a nudo un mondo adulto fragile, violento e disincantato.
L’origine di un’idea disturbante
Tutto è nato da un’esperienza personale.
Un giorno, durante un attacco di panico, l’artista vide dei bambini giocare con una Cozy Coupe.
In quell’istante immaginò la macchinina come un carro funebre, un pensiero che segnò l’inizio della sua ricerca artistica.
Da lì è nata la serie Kids Toys, Adult Issues, sviluppata anche grazie a una sfida personale di 100 giorni di modellazione 3D.
Ogni giorno Sahlstrom realizzava un nuovo pezzo, creando un archivio di opere che oggi rappresentano una delle denunce più potenti del nostro tempo attraverso il linguaggio dell’arte pop.
Arte, capitalismo e riproducibilità
Per Sahlstrom l’arte è connessione, non semplice provocazione.
Che sia digitale o fisica, ciò che conta è l’intenzione, il peso emotivo, la scintilla originaria che dà vita all’opera.
Anche se utilizza la stampa 3D, tecnologia che rende teoricamente replicabile qualsiasi oggetto, i suoi pezzi restano unici: rifiniti, levigati e dipinti a mano per ottenere un’estetica irripetibile.
Il messaggio, invece, è universale: un invito a guardare oltre la superficie, a non accettare passivamente un sistema che riduce persino i simboli dell’infanzia a merce.
I “giocattoli cattivi” come specchio del presente
I lavori di Andy Sahlstrom seducono e inquietano allo stesso tempo.
Sono giocattoli che non fanno sorridere, ma che restano impressi nella memoria come incubi a colori.
Con ironia caustica e lucidità brutale, l’artista ci costringe a interrogarci: davvero siamo arrivati a tanto?
La sua arte ci mostra che anche un oggetto innocente può diventare un’arma critica, un simbolo capace di raccontare senza filtri il nostro presente disturbato.



















































































