È morta Adriana Asti, icona del cinema e del teatro italiano.

Adriana Asti, una delle più grandi attrici italiane del Novecento, è morta nel sonno a Roma all’età di 94 anni.
Nata a Milano il 30 aprile 1931, ha attraversato oltre settant’anni di storia culturale italiana, lavorando con registi del calibro di Giorgio Strehler, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci e Luca Ronconi.
Gli esordi tra palcoscenico e grande schermo
All’anagrafe Adelaide Aste, debutta nel 1951 con il Miles Gloriosus di Plauto.
Il primo vero successo arriva con Il crogiuolo di Arthur Miller diretto da Visconti, che la lancia anche al cinema con Rocco e i suoi fratelli (1960).
Già nel 1948 aveva fatto una prima apparizione nel cortometraggio Buio in sala di Dino Risi.
Un volto amato dal cinema d’autore
Nel 1961 è protagonista in Accattone di Pasolini, poi in Il disordine di Brusati e Prima della rivoluzione di Bertolucci.
Torna a lavorare con Visconti in Ludwig (1972), recita nel Fantasma della libertà di Luis Buñuel e in numerosi film di Mauro Bolognini come Per le antiche scale e L’eredità Ferramonti.
Indimenticabile la sua interpretazione in Un cuore semplice (1977), tratto da Flaubert, scritto da Zavattini e diretto da Giorgio Ferrara.
Con Marco Tullio Giordana è madre dei protagonisti in La meglio gioventù e partecipa a Pasolini, un delitto italiano e Quando sei nato non puoi più nasconderti.
Il suo ultimo film è Nome di donna (2018), sempre con Giordana.
Una carriera intensa anche a teatro
Adriana Asti ha sempre amato il teatro.
Ha recitato in Santa Giovanna di George Bernard Shaw, Giorni felici di Beckett, La locandiera di Goldoni e Tre uomini per Amalia.
Nel 1999 ha scritto e interpretato Alcool, mentre nel 2000 ha recitato in francese Ferdinando, dramma di successo degli anni Ottanta.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto il Premio SIAE (1990) e il Premio Eleonora Duse (1993).
Presenza elegante anche in televisione
Il piccolo schermo l’ha vista protagonista nella miniserie La famiglia Ricordi (1995) diretta da Bolognini.
Nel 2015 è stata al centro del documentario A.A. professione attrice, mentre nel 2023 è apparsa nel programma Le ragazze, raccontando la sua infanzia e i momenti più intensi della sua carriera.
Una voce che resta nella memoria
Adriana Asti si è spenta serenamente, lasciando un vuoto nel mondo della cultura italiana.
Con la sua eleganza, la sua intensità e la sua capacità di trasformare ogni ruolo in verità scenica, ha lasciato un’eredità artistica profonda.
La sua carriera è stata un viaggio appassionato nel teatro e nel cinema, attraversando generi, epoche e stili con la grazia delle grandi interpreti.
Adriana Asti, una delle più grandi attrici italiane del Novecento, è morta nel sonno a Roma all’età di 94 anni.
Nata a Milano il 30 aprile 1931, ha attraversato oltre settant’anni di storia culturale italiana, lavorando con registi del calibro di Giorgio Strehler, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci e Luca Ronconi.
Gli esordi tra palcoscenico e grande schermo
All’anagrafe Adelaide Aste, debutta nel 1951 con il Miles Gloriosus di Plauto.
Il primo vero successo arriva con Il crogiuolo di Arthur Miller diretto da Visconti, che la lancia anche al cinema con Rocco e i suoi fratelli (1960).
Già nel 1948 aveva fatto una prima apparizione nel cortometraggio Buio in sala di Dino Risi.
Un volto amato dal cinema d’autore
Nel 1961 è protagonista in Accattone di Pasolini, poi in Il disordine di Brusati e Prima della rivoluzione di Bertolucci.
Torna a lavorare con Visconti in Ludwig (1972), recita nel Fantasma della libertà di Luis Buñuel e in numerosi film di Mauro Bolognini come Per le antiche scale e L’eredità Ferramonti.
Indimenticabile la sua interpretazione in Un cuore semplice (1977), tratto da Flaubert, scritto da Zavattini e diretto da Giorgio Ferrara.
Con Marco Tullio Giordana è madre dei protagonisti in La meglio gioventù e partecipa a Pasolini, un delitto italiano e Quando sei nato non puoi più nasconderti.
Il suo ultimo film è Nome di donna (2018), sempre con Giordana.
Una carriera intensa anche a teatro
Adriana Asti ha sempre amato il teatro.
Ha recitato in Santa Giovanna di George Bernard Shaw, Giorni felici di Beckett, La locandiera di Goldoni e Tre uomini per Amalia.
Nel 1999 ha scritto e interpretato Alcool, mentre nel 2000 ha recitato in francese Ferdinando, dramma di successo degli anni Ottanta.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto il Premio SIAE (1990) e il Premio Eleonora Duse (1993).
Presenza elegante anche in televisione
Il piccolo schermo l’ha vista protagonista nella miniserie La famiglia Ricordi (1995) diretta da Bolognini.
Nel 2015 è stata al centro del documentario A.A. professione attrice, mentre nel 2023 è apparsa nel programma Le ragazze, raccontando la sua infanzia e i momenti più intensi della sua carriera.
Una voce che resta nella memoria
Adriana Asti si è spenta serenamente, lasciando un vuoto nel mondo della cultura italiana.
Con la sua eleganza, la sua intensità e la sua capacità di trasformare ogni ruolo in verità scenica, ha lasciato un’eredità artistica profonda.
La sua carriera è stata un viaggio appassionato nel teatro e nel cinema, attraversando generi, epoche e stili con la grazia delle grandi interpreti.



















































































