Epitaffi d’autore, Paul Klee.

Epitaffi d’autore, Paul Klee: “Non posso essere afferrato qui e ora.…”
Epitaffi d’Autore, l’ultima parola prima della parola “fine”.
Alcuni se ne vanno in punta di piedi, altri improvvisamente, quasi con un “colpo di teatro”.
In questa rubrica, che abbiamo chiamato Epitaffi d’Autore, vogliamo dare “l’ultima parola” a coloro, noti e meno noti, che hanno saputo lasciare il segno… con una sola frase.
Epitaffi che fanno pensare e persino sorridere.
Perché anche la fine, se scritta bene, merita un applauso.
Paul Klee: l’arte come soglia tra mondi
Paul Klee nasce a Münchenbuchsee, in Svizzera, nel 1879.
È uno degli artisti più influenti del Novecento, tra i protagonisti del Bauhaus, maestro di Kandinskij e innovatore nel linguaggio del segno e del colore.
Le sue opere combinano simbolismo, astrazione, spiritualità e musica, in un linguaggio personale e onirico.
Muore nel 1940 a Locarno, dopo aver lottato a lungo con una malattia autoimmune.
Riposa nel cimitero di Schosshalden a Berna, e sulla sua lapide è inciso un epitaffio che riflette perfettamente la sua poetica.
L’epitaffio di Paul Klee
“I cannot be grasped in the here and now.
For I reside just as much with the dead as with the unborn.
Somewhat closer to the heart of creation than usual.
But not nearly close enough.”
“Non posso essere afferrato qui e ora.
Perché risiedo tanto tra i morti quanto tra i non ancora nati.
Un po’ più vicino del solito al cuore della creazione.
Ma non ancora abbastanza vicino.”
Un epitaffio poetico e universale
L’epitaffio di Paul Klee va ben oltre una semplice scritta su una lapide.
È un’intensa meditazione filosofica e poetica sul tempo, l’atto creativo e il significato stesso dell’essere artista.
Con queste parole, Klee si distacca dall’idea di un’esistenza puramente materiale.
Si definisce come un essere intrappolato tra l’immanente e l’eterno, sospeso in quel delicato limbo tra nascita e morte, vita e mistero.
Il suo tono è al contempo umile e profondo: non si erge a divinità, ma ne sfiora appena la presenza. Klee ha sempre cercato di cogliere l’essenza delle cose attraverso i segni e i sogni; per lui, anche la morte rappresenta una porta verso la conoscenza, non un termine definitivo, ma un transito verso qualcosa di più grande.

Morte e fuoco, Paul Klee
Arte e oltre: la firma di una vita
Klee ha sempre considerato l’arte e la spiritualità come un’unica entità.
Per lui, il disegno, il colore e la musica non erano solo tecniche, ma porte aperte su un universo ricco di intuizioni e misteri.
Il suo epitaffio esprime appieno questa filosofia: non è semplicemente un omaggio a un uomo, ma racchiude una visione dell’intero cosmo.
Il fatto che riposi nel cimitero di Berna, circondato dal verde in un angolo tranquillo, amplifica ulteriormente il significato di questo messaggio.
Un’eredità che non smette di parlare
In un’epoca in cui tutto sembra frammentato e fugace, queste parole incise nella pietra ci invitano a guardare oltre il presente.
Non si tratta solo della morte, ma di tutto ciò che ci unisce alla creazione e agli altri, sia nel passato che nel futuro.
È un messaggio che trascende il silenzio della tomba.
Un’eco delicata e sospesa, simile a una linea tracciata dall’inchiostro o a una nota musicale che risuona nell’aria.
Come l’opera di Klee: apparentemente semplice, ma dotata di una profondità infinita.
Epitaffi d’autore, Paul Klee: “Non posso essere afferrato qui e ora.…”
Epitaffi d’Autore, l’ultima parola prima della parola “fine”.
Alcuni se ne vanno in punta di piedi, altri improvvisamente, quasi con un “colpo di teatro”.
In questa rubrica, che abbiamo chiamato Epitaffi d’Autore, vogliamo dare “l’ultima parola” a coloro, noti e meno noti, che hanno saputo lasciare il segno… con una sola frase.
Epitaffi che fanno pensare e persino sorridere.
Perché anche la fine, se scritta bene, merita un applauso.
Paul Klee: l’arte come soglia tra mondi
Paul Klee nasce a Münchenbuchsee, in Svizzera, nel 1879.
È uno degli artisti più influenti del Novecento, tra i protagonisti del Bauhaus, maestro di Kandinskij e innovatore nel linguaggio del segno e del colore.
Le sue opere combinano simbolismo, astrazione, spiritualità e musica, in un linguaggio personale e onirico.
Muore nel 1940 a Locarno, dopo aver lottato a lungo con una malattia autoimmune.
Riposa nel cimitero di Schosshalden a Berna, e sulla sua lapide è inciso un epitaffio che riflette perfettamente la sua poetica.
L’epitaffio di Paul Klee
“I cannot be grasped in the here and now.
For I reside just as much with the dead as with the unborn.
Somewhat closer to the heart of creation than usual.
But not nearly close enough.”
“Non posso essere afferrato qui e ora.
Perché risiedo tanto tra i morti quanto tra i non ancora nati.
Un po’ più vicino del solito al cuore della creazione.
Ma non ancora abbastanza vicino.”
Un epitaffio poetico e universale
L’epitaffio di Paul Klee va ben oltre una semplice scritta su una lapide.
È un’intensa meditazione filosofica e poetica sul tempo, l’atto creativo e il significato stesso dell’essere artista.
Con queste parole, Klee si distacca dall’idea di un’esistenza puramente materiale.
Si definisce come un essere intrappolato tra l’immanente e l’eterno, sospeso in quel delicato limbo tra nascita e morte, vita e mistero.
Il suo tono è al contempo umile e profondo: non si erge a divinità, ma ne sfiora appena la presenza. Klee ha sempre cercato di cogliere l’essenza delle cose attraverso i segni e i sogni; per lui, anche la morte rappresenta una porta verso la conoscenza, non un termine definitivo, ma un transito verso qualcosa di più grande.

Morte e fuoco, Paul Klee
Arte e oltre: la firma di una vita
Klee ha sempre considerato l’arte e la spiritualità come un’unica entità.
Per lui, il disegno, il colore e la musica non erano solo tecniche, ma porte aperte su un universo ricco di intuizioni e misteri.
Il suo epitaffio esprime appieno questa filosofia: non è semplicemente un omaggio a un uomo, ma racchiude una visione dell’intero cosmo.
Il fatto che riposi nel cimitero di Berna, circondato dal verde in un angolo tranquillo, amplifica ulteriormente il significato di questo messaggio.
Un’eredità che non smette di parlare
In un’epoca in cui tutto sembra frammentato e fugace, queste parole incise nella pietra ci invitano a guardare oltre il presente.
Non si tratta solo della morte, ma di tutto ciò che ci unisce alla creazione e agli altri, sia nel passato che nel futuro.
È un messaggio che trascende il silenzio della tomba.
Un’eco delicata e sospesa, simile a una linea tracciata dall’inchiostro o a una nota musicale che risuona nell’aria.
Come l’opera di Klee: apparentemente semplice, ma dotata di una profondità infinita.


















































































