L’arcobaleno: storia di una canzone “giunta dall’aldilà”.

L’Arcobaleno: la storia della canzone “giunta dall’aldilà”
Lucio Battisti ha rivoluzionato la musica leggera italiana, regalando emozioni profonde con composizioni uniche e che hanno lasciato il segno. Il 9 settembre 1998, a soli 55 anni, Lucio Battisti lasciava questa Terra.
Il sodalizio tra Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol, ha generato successi come Un’avventura, Emozioni e Pensieri e parole.
La loro amicizia, seppur segnata da incomprensioni, non conobbe mai una rottura definitiva.
A un anno dalla sua morte, Mogol e Gianni Bella si incontrarono a casa di Adriano Celentano.
Fu in quella notte che nacque “L’arcobaleno”, brano intriso di mistero ed emozione.
La genesi della canzone venne accompagnata dalle dichiarazioni di una medium italiana residente in Spagna, che sosteneva di essere stata contattata da Battisti.
Secondo il suo racconto, l’artista le avrebbe chiesto di trasmettere a Mogol parole e frasi tratte da un libro acquistato in una libreria spagnola, affinché diventassero la base di un testo intitolato proprio L’Arcobaleno.
Coincidenze e simbolismi
Mogol, pragmatico e diffidente, inizialmente non diede credito alla vicenda.
Eppure una serie di coincidenze alimentò l’alone di mistero.
Un articolo del giornalista Giulio Caporaso, che raccontava di un sogno vivido in cui comparivano Battisti e un arcobaleno, rafforzò il legame simbolico tra il cantante scomparso e questo segno naturale.
L’arcobaleno, ponte tra cielo e terra, divenne così il simbolo di una comunicazione ultraterrena.
L’intervento di Gianni Bella e la voce di Celentano
La svolta arrivò grazie a Gianni Bella.
Quella notte propose una melodia di struggente bellezza che conquistò Mogol, spingendolo a scrivere il testo in pochi minuti, come se le parole fossero già pronte ad emergere.
Infine, Adriano Celentano donò la sua voce al brano, interpretandolo con un’intensità che commosse profondamente.
L’arcobaleno venne inciso nell’album Io non so parlar d’amore del 1999, che superò il milione di copie vendute.
Un’ode all’amicizia e alla memoria
Nonostante le successive ritrattazioni della medium, la canzone rimane un’opera d’arte carica di significato.
Mogol, Bella e Celentano seppero trasformare un intreccio di misteri, ricordi e coincidenze in un brano eterno.
L’arcobaleno è più di una semplice canzone: è un inno all’amicizia, alla memoria e alla capacità della musica di varcare i confini della vita e della morte.
Ma esiste allora un’aldilà?
E se esiste, è davvero possibile comunicare dal mondo dei morti, consegnando un messaggio tanto intenso da trasformare una volontà ultraterrena in una manifestazione concreta?
Comunque la pensiate riascoltate con TGF24 la splendida canzone L’Arcobaleno
Laura Persico Pezzino
L’Arcobaleno: la storia della canzone “giunta dall’aldilà”
Lucio Battisti ha rivoluzionato la musica leggera italiana, regalando emozioni profonde con composizioni uniche e che hanno lasciato il segno. Il 9 settembre 1998, a soli 55 anni, Lucio Battisti lasciava questa Terra.
Il sodalizio tra Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol, ha generato successi come Un’avventura, Emozioni e Pensieri e parole.
La loro amicizia, seppur segnata da incomprensioni, non conobbe mai una rottura definitiva.
A un anno dalla sua morte, Mogol e Gianni Bella si incontrarono a casa di Adriano Celentano.
Fu in quella notte che nacque “L’arcobaleno”, brano intriso di mistero ed emozione.
La genesi della canzone venne accompagnata dalle dichiarazioni di una medium italiana residente in Spagna, che sosteneva di essere stata contattata da Battisti.
Secondo il suo racconto, l’artista le avrebbe chiesto di trasmettere a Mogol parole e frasi tratte da un libro acquistato in una libreria spagnola, affinché diventassero la base di un testo intitolato proprio L’Arcobaleno.
Coincidenze e simbolismi
Mogol, pragmatico e diffidente, inizialmente non diede credito alla vicenda.
Eppure una serie di coincidenze alimentò l’alone di mistero.
Un articolo del giornalista Giulio Caporaso, che raccontava di un sogno vivido in cui comparivano Battisti e un arcobaleno, rafforzò il legame simbolico tra il cantante scomparso e questo segno naturale.
L’arcobaleno, ponte tra cielo e terra, divenne così il simbolo di una comunicazione ultraterrena.
L’intervento di Gianni Bella e la voce di Celentano
La svolta arrivò grazie a Gianni Bella.
Quella notte propose una melodia di struggente bellezza che conquistò Mogol, spingendolo a scrivere il testo in pochi minuti, come se le parole fossero già pronte ad emergere.
Infine, Adriano Celentano donò la sua voce al brano, interpretandolo con un’intensità che commosse profondamente.
L’arcobaleno venne inciso nell’album Io non so parlar d’amore del 1999, che superò il milione di copie vendute.
Un’ode all’amicizia e alla memoria
Nonostante le successive ritrattazioni della medium, la canzone rimane un’opera d’arte carica di significato.
Mogol, Bella e Celentano seppero trasformare un intreccio di misteri, ricordi e coincidenze in un brano eterno.
L’arcobaleno è più di una semplice canzone: è un inno all’amicizia, alla memoria e alla capacità della musica di varcare i confini della vita e della morte.
Ma esiste allora un’aldilà?
E se esiste, è davvero possibile comunicare dal mondo dei morti, consegnando un messaggio tanto intenso da trasformare una volontà ultraterrena in una manifestazione concreta?
Comunque la pensiate riascoltate con TGF24 la splendida canzone L’Arcobaleno
Laura Persico Pezzino


















































































