Nuovo scontro legale sul Tempio Crematorio a Biella: Socrebi Srl chiede 1,8 milioni di euro al Comune.

Socrebi Srl e Comune di Biella: si riaccende lo scontro tra l’amministrazione comunale e l’ex gestore della struttura dopo lo scandalo delle cremazioni multiple.
Nuovo capitolo giudiziario nel lungo e controverso rapporto tra il Comune di Biella e Socrebi S.r.l., la società che fino al 2021 ha gestito il Tempio Crematorio cittadino.
Stavolta al centro del contenzioso non ci sono questioni etiche o procedurali, ma un aspetto economico di rilievo: Sacrebi ha citato il Comune per ottenere un risarcimento pari a 1.791.819,58 euro, somma richiesta come indennizzo per il valore residuo dell’impianto, oltre a interessi, rivalutazione monetaria e spese legali.
La richiesta di Socrebi e i motivi del ricorso
La società ha avviato la causa davanti al Tribunale Ordinario di Biella, con udienza fissata per il 10 novembre 2025.
Il cuore della disputa è la quantificazione economica del valore residuo del tempio crematorio, una struttura che, secondo Socrebi, sarebbe stata dismessa senza adeguato riconoscimento del valore d’uso e degli investimenti sostenuti nel tempo.
Non è la prima volta che Socrebi si confronta con l’amministrazione in aula di tribunale: dopo il clamore suscitato nel 2021 dallo scandalo delle cremazioni multiple – con conseguente revoca della concessione – la società ha più volte intrapreso azioni legali nei confronti del Comune, contestando decisioni e modalità di gestione della risoluzione contrattuale.
La difesa del Comune affidata allo studio Osborne Clarke
Durante la seduta di Giunta del 25 giugno 2025, il Comune ha deliberato all’unanimità di affidare nuovamente la difesa allo studio legale Osborne Clarke, già coinvolto nei precedenti procedimenti.
A guidare la strategia difensiva saranno gli avvocati Giorgio Lezzi, Federico Banti e Andrea D’Alessandro, già profondi conoscitori del complesso rapporto contrattuale tra le due parti.
Il compenso professionale previsto per l’incarico ammonta a 20.000 euro, a cui si aggiungono spese forfettarie (15%), CPA (4%) e IVA (22%).
È inoltre prevista una integrazione di 5.000 euro – sempre soggetta agli oneri fiscali – qualora il tribunale disponga una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per la stima del valore economico dell’impianto crematorio.
Il precedente: lo scandalo delle cremazioni multiple
La vicenda odierna non può essere compresa appieno senza richiamare lo scandalo delle cremazioni multiple, esploso nel 2021 e culminato in una vasta indagine giudiziaria.
Secondo le ricostruzioni, nell’impianto gestito da Socrebi sarebbero avvenute pratiche irregolari di cremazione simultanea di più salme, in violazione delle normative sanitarie e delle norme etiche.
Il caso aveva suscitato sdegno nell’opinione pubblica e portato la giunta comunale a revocare in via definitiva la concessione, ponendo fine al rapporto con la società.
Successivamente, il Tempio Crematorio è tornato sotto il diretto controllo dell’ente pubblico o affidato a un nuovo gestore, ma il nodo del risarcimento economico e della restituzione degli investimenti pregressi è rimasto irrisolto.
Uno scontro ancora aperto
Con la nuova causa in arrivo, il duello legale tra Comune e Socrebi si arricchisce di un nuovo capitolo, destinato a protrarsi ancora nei prossimi mesi.
Il punto centrale sarà stabilire se la somma richiesta – quasi 1,8 milioni di euro – possa essere considerata legittima in base al contratto originario, agli investimenti fatti da Socrebi e alla cessazione anticipata della concessione.
Il Comune si prepara dunque a difendere le proprie ragioni e, soprattutto, a tutelare le casse pubbliche da un esborso considerevole, mentre Socrebi punta a ottenere un riconoscimento economico ritenuto dovuto.
Socrebi Srl e Comune di Biella: si riaccende lo scontro tra l’amministrazione comunale e l’ex gestore della struttura dopo lo scandalo delle cremazioni multiple.
Nuovo capitolo giudiziario nel lungo e controverso rapporto tra il Comune di Biella e Socrebi S.r.l., la società che fino al 2021 ha gestito il Tempio Crematorio cittadino.
Stavolta al centro del contenzioso non ci sono questioni etiche o procedurali, ma un aspetto economico di rilievo: Sacrebi ha citato il Comune per ottenere un risarcimento pari a 1.791.819,58 euro, somma richiesta come indennizzo per il valore residuo dell’impianto, oltre a interessi, rivalutazione monetaria e spese legali.
La richiesta di Socrebi e i motivi del ricorso
La società ha avviato la causa davanti al Tribunale Ordinario di Biella, con udienza fissata per il 10 novembre 2025.
Il cuore della disputa è la quantificazione economica del valore residuo del tempio crematorio, una struttura che, secondo Socrebi, sarebbe stata dismessa senza adeguato riconoscimento del valore d’uso e degli investimenti sostenuti nel tempo.
Non è la prima volta che Socrebi si confronta con l’amministrazione in aula di tribunale: dopo il clamore suscitato nel 2021 dallo scandalo delle cremazioni multiple – con conseguente revoca della concessione – la società ha più volte intrapreso azioni legali nei confronti del Comune, contestando decisioni e modalità di gestione della risoluzione contrattuale.
La difesa del Comune affidata allo studio Osborne Clarke
Durante la seduta di Giunta del 25 giugno 2025, il Comune ha deliberato all’unanimità di affidare nuovamente la difesa allo studio legale Osborne Clarke, già coinvolto nei precedenti procedimenti.
A guidare la strategia difensiva saranno gli avvocati Giorgio Lezzi, Federico Banti e Andrea D’Alessandro, già profondi conoscitori del complesso rapporto contrattuale tra le due parti.
Il compenso professionale previsto per l’incarico ammonta a 20.000 euro, a cui si aggiungono spese forfettarie (15%), CPA (4%) e IVA (22%).
È inoltre prevista una integrazione di 5.000 euro – sempre soggetta agli oneri fiscali – qualora il tribunale disponga una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per la stima del valore economico dell’impianto crematorio.
Il precedente: lo scandalo delle cremazioni multiple
La vicenda odierna non può essere compresa appieno senza richiamare lo scandalo delle cremazioni multiple, esploso nel 2021 e culminato in una vasta indagine giudiziaria.
Secondo le ricostruzioni, nell’impianto gestito da Socrebi sarebbero avvenute pratiche irregolari di cremazione simultanea di più salme, in violazione delle normative sanitarie e delle norme etiche.
Il caso aveva suscitato sdegno nell’opinione pubblica e portato la giunta comunale a revocare in via definitiva la concessione, ponendo fine al rapporto con la società.
Successivamente, il Tempio Crematorio è tornato sotto il diretto controllo dell’ente pubblico o affidato a un nuovo gestore, ma il nodo del risarcimento economico e della restituzione degli investimenti pregressi è rimasto irrisolto.
Uno scontro ancora aperto
Con la nuova causa in arrivo, il duello legale tra Comune e Socrebi si arricchisce di un nuovo capitolo, destinato a protrarsi ancora nei prossimi mesi.
Il punto centrale sarà stabilire se la somma richiesta – quasi 1,8 milioni di euro – possa essere considerata legittima in base al contratto originario, agli investimenti fatti da Socrebi e alla cessazione anticipata della concessione.
Il Comune si prepara dunque a difendere le proprie ragioni e, soprattutto, a tutelare le casse pubbliche da un esborso considerevole, mentre Socrebi punta a ottenere un riconoscimento economico ritenuto dovuto.



















































































