Recompose: la morte che nutre la vita.

Un nuovo paradigma per l’ultimo saluto
Nel cuore verde di Seattle, esiste un luogo che sta cambiando il modo in cui pensiamo alla morte
Si chiama Recompose, ed è il primo impianto funebre al mondo a offrire il compostaggio umano come alternativa ecologica alla sepoltura e alla cremazione
Una visione rivoluzionaria che unisce antica saggezza e innovazione sostenibile
Alla guida di questa trasformazione c’è Katrina Spade, fondatrice del progetto e promotrice della “riduzione organica naturale”
Nel 2019, grazie anche al lavoro dello studio di architettura Olson Kundig, lo Stato di Washington ha legalizzato questa pratica, aprendo una strada concreta verso un lutto più rispettoso della terra
Come funziona il compostaggio umano
Il processo inizia con l’adagiamento del corpo in un contenitore riutilizzabile
All’interno vengono aggiunti trucioli di legno, fieno ed erba medica, materiali naturali che avviano un ciclo di decomposizione controllata
L’ambiente è accuratamente ventilato per favorire l’azione dei microbi aerobici, che in circa 30 giorni trasformano il corpo in terriccio fertile
Al termine, ogni persona genera circa un metro cubo di terra viva, che può essere restituito alla famiglia oppure donato alla foresta rigenerativa di Bells Mountain, poco fuori Seattle
Non ci sono bare, fumi, né imbalsamazione: solo il ritorno alla natura
Impatto ambientale e valore simbolico
Recompose rappresenta anche un gesto d’amore per il pianeta
Rispetto alla cremazione, consuma un ottavo dell’energia e riduce le emissioni di CO₂ di circa una tonnellata per ogni trasformazione
Tutti i materiali utilizzati sono biodegradabili e privi di agenti inquinanti
Ma Recompose non è solo un’innovazione tecnica
È anche un luogo per il rito, per l’addio, per la riflessione
Offre momenti di commiato intimi, silenziosi, ma profondi, permettendo a chi resta di sentirsi parte di un ciclo più grande
Un’eredità che continua a crescere
In un mondo in cerca di nuovi significati, Recompose risponde con una proposta semplice ma potente:
trasformare la fine in inizio
In ogni fiore che sboccia da quella terra, c’è un frammento di memoria
In ogni foglia che si apre al sole, vive un’eco silenziosa di chi è stato
Perché il modo più profondo per restare…
È tornare a far parte di tutto
Laura Persico Pezzino
Un nuovo paradigma per l’ultimo saluto
Nel cuore verde di Seattle, esiste un luogo che sta cambiando il modo in cui pensiamo alla morte
Si chiama Recompose, ed è il primo impianto funebre al mondo a offrire il compostaggio umano come alternativa ecologica alla sepoltura e alla cremazione
Una visione rivoluzionaria che unisce antica saggezza e innovazione sostenibile
Alla guida di questa trasformazione c’è Katrina Spade, fondatrice del progetto e promotrice della “riduzione organica naturale”
Nel 2019, grazie anche al lavoro dello studio di architettura Olson Kundig, lo Stato di Washington ha legalizzato questa pratica, aprendo una strada concreta verso un lutto più rispettoso della terra
Come funziona il compostaggio umano
Il processo inizia con l’adagiamento del corpo in un contenitore riutilizzabile
All’interno vengono aggiunti trucioli di legno, fieno ed erba medica, materiali naturali che avviano un ciclo di decomposizione controllata
L’ambiente è accuratamente ventilato per favorire l’azione dei microbi aerobici, che in circa 30 giorni trasformano il corpo in terriccio fertile
Al termine, ogni persona genera circa un metro cubo di terra viva, che può essere restituito alla famiglia oppure donato alla foresta rigenerativa di Bells Mountain, poco fuori Seattle
Non ci sono bare, fumi, né imbalsamazione: solo il ritorno alla natura
Impatto ambientale e valore simbolico
Recompose rappresenta anche un gesto d’amore per il pianeta
Rispetto alla cremazione, consuma un ottavo dell’energia e riduce le emissioni di CO₂ di circa una tonnellata per ogni trasformazione
Tutti i materiali utilizzati sono biodegradabili e privi di agenti inquinanti
Ma Recompose non è solo un’innovazione tecnica
È anche un luogo per il rito, per l’addio, per la riflessione
Offre momenti di commiato intimi, silenziosi, ma profondi, permettendo a chi resta di sentirsi parte di un ciclo più grande
Un’eredità che continua a crescere
In un mondo in cerca di nuovi significati, Recompose risponde con una proposta semplice ma potente:
trasformare la fine in inizio
In ogni fiore che sboccia da quella terra, c’è un frammento di memoria
In ogni foglia che si apre al sole, vive un’eco silenziosa di chi è stato
Perché il modo più profondo per restare…
È tornare a far parte di tutto
Laura Persico Pezzino


















































































