1° dicembre 2011. Muore Christa Wolf, testimone del Novecento.

Una voce che attraversa la Germania del Novecento
Christa Wolf nasce a Landsberg an der Warthe nel 1929, in un territorio allora tedesco e oggi polacco.
Vive da adolescente la fuga della popolazione durante l’avanzata sovietica e approda nella futura Germania dell’Est, dove studia germanistica tra Jena e Lipsia.
Nel dopoguerra entra nel Partito Socialista Unificato e comincia a lavorare nel settore editoriale: un ambiente che la avvicina alla scrittura, ma soprattutto alla complessità politica e culturale della Repubblica Democratica Tedesca.
Opere che interrogano identità e Storia
Il nome di Christa Wolf emerge nel panorama letterario con “Il cielo diviso”, romanzo che porta al centro della scena la frattura tedesca, vissuta attraverso il quotidiano.
Negli anni sviluppa una scrittura che unisce introspezione psicologica, riflessione politica e una costante attenzione alla memoria.
Con “Cassandra” esplora il mito per interrogare il presente, mentre in “Trama d’infanzia” ricostruisce la propria formazione, affrontando il passato con lucidità e senza indulgere nei toni consolatori.
Negli ultimi decenni la sua opera assume un valore ancora più rilevante, perché Wolf affronta in prima persona la questione della sorveglianza nella DDR: riconosce di aver collaborato per un breve periodo con la Stasi negli anni Cinquanta e, allo stesso tempo, scopre di essere stata sorvegliata per decenni.
Questa contraddizione diventa uno dei cardini del suo percorso intellettuale
Un’eredità che resta aperta
Negli anni successivi alla riunificazione tedesca, Christa Wolf continua a pubblicare e interviene nel dibattito culturale con un ruolo critico e indipendente.
Rimane una figura centrale della letteratura tedesca contemporanea, capace di mettere in relazione biografia, storia e mito con una voce riconoscibile e profondamente umana.
La morte e i funerali
Christa Wolf muore a Berlino il 1° dicembre 2011, a 82 anni.
I funerali si svolgono nella capitale tedesca in un clima sobrio e partecipe.
Oggi il nome di Christa Wolf continua a essere una chiave essenziale per leggere la storia culturale dell’Europa divisa e riunificata.
Una voce che attraversa la Germania del Novecento
Christa Wolf nasce a Landsberg an der Warthe nel 1929, in un territorio allora tedesco e oggi polacco.
Vive da adolescente la fuga della popolazione durante l’avanzata sovietica e approda nella futura Germania dell’Est, dove studia germanistica tra Jena e Lipsia.
Nel dopoguerra entra nel Partito Socialista Unificato e comincia a lavorare nel settore editoriale: un ambiente che la avvicina alla scrittura, ma soprattutto alla complessità politica e culturale della Repubblica Democratica Tedesca.
Opere che interrogano identità e Storia
Il nome di Christa Wolf emerge nel panorama letterario con “Il cielo diviso”, romanzo che porta al centro della scena la frattura tedesca, vissuta attraverso il quotidiano.
Negli anni sviluppa una scrittura che unisce introspezione psicologica, riflessione politica e una costante attenzione alla memoria.
Con “Cassandra” esplora il mito per interrogare il presente, mentre in “Trama d’infanzia” ricostruisce la propria formazione, affrontando il passato con lucidità e senza indulgere nei toni consolatori.
Negli ultimi decenni la sua opera assume un valore ancora più rilevante, perché Wolf affronta in prima persona la questione della sorveglianza nella DDR: riconosce di aver collaborato per un breve periodo con la Stasi negli anni Cinquanta e, allo stesso tempo, scopre di essere stata sorvegliata per decenni.
Questa contraddizione diventa uno dei cardini del suo percorso intellettuale
Un’eredità che resta aperta
Negli anni successivi alla riunificazione tedesca, Christa Wolf continua a pubblicare e interviene nel dibattito culturale con un ruolo critico e indipendente.
Rimane una figura centrale della letteratura tedesca contemporanea, capace di mettere in relazione biografia, storia e mito con una voce riconoscibile e profondamente umana.
La morte e i funerali
Christa Wolf muore a Berlino il 1° dicembre 2011, a 82 anni.
I funerali si svolgono nella capitale tedesca in un clima sobrio e partecipe.
Oggi il nome di Christa Wolf continua a essere una chiave essenziale per leggere la storia culturale dell’Europa divisa e riunificata.


















































































