1° novembre, Ognissanti: origini, storia e significato.

💜TGFuneral24 | Speciale 2 Novembre
Il 1° novembre, la Chiesa celebra Ognissanti, conosciuta anche come la festa di Tutti i Santi.
È un giorno di gioia e di riflessione, dedicato a tutti gli Apostoli, i Martiri, i Confessori, i Beati e i Santi che hanno tracciato la storia del cristianesimo.
Fu Papa Gregorio IV, nell’anno 835, a scegliere questa data. Più tardi, nel 1475, Papa Sisto IV rese la celebrazione obbligatoria per tutta la cristianità, sancendo il valore universale di questa solennità.
Le radici antiche della festa
Le origini di Ognissanti affondano in un passato ancora più remoto.
Molti studiosi ritengono che la scelta del 1° novembre derivi da antiche tradizioni celtiche.
I Celti dividevano l’anno in due grandi cicli: quello estivo, dedicato alla vita e alla fertilità della natura, e quello invernale, legato alla morte apparente della terra.
Il passaggio tra i due mondi veniva celebrato nella notte del 31 ottobre, durante il Samhain, festa che segnava la fine dell’estate e l’inizio del nuovo anno.
Questa notte magica era considerata un momento di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, un tempo sospeso in cui gli spiriti potevano tornare sulla terra.
Dalla tradizione del Samhain discende direttamente la moderna festa di Halloween.
Tra Greci, Romani e l’eredità delle Calende d’inverno
Anche le civiltà classiche avevano riti simili.
I Greci onoravano Ade e Persefone, divinità dell’Oltretomba, mentre i Romani celebravano Pomona, dea dei frutti e dei raccolti, per ringraziare la terra dei suoi doni.
Quando l’Impero Romano conquistò la Gallia, di tradizione celtica, Giulio Cesare decise di fondere le due ricorrenze, fissando una data comune tra il 31 ottobre e il 1° novembre.
Quella notte prese il nome di Nos Galan-Gaeaf, “Notte delle calende d’inverno”, un momento di incontro tra luce e oscurità, tra il visibile e l’invisibile.
Il significato cristiano e la continuità delle tradizioni
Con l’avvento del Cristianesimo, i riti pagani vennero reinterpretati alla luce della fede.
Papa Gregorio IV decise di sostituire le antiche celebrazioni con una festa spirituale dedicata a tutti i Santi, segno di vittoria della vita eterna sulla morte.
Nel X secolo la Chiesa istituì anche la commemorazione dei defunti, fissata al 2 novembre, per ricordare le anime di tutti i morti.
Nonostante la trasformazione religiosa, molti elementi delle antiche feste sopravvivono ancora oggi.
Le tradizioni popolari, le pietanze tipiche e le usanze legate al ricordo dei defunti mantengono viva l’unicità di questo periodo, in cui la Terra e il Cielo sembrano avvicinarsi.
LPP
💜TGFuneral24 | Speciale 2 Novembre
Il 1° novembre, la Chiesa celebra Ognissanti, conosciuta anche come la festa di Tutti i Santi.
È un giorno di gioia e di riflessione, dedicato a tutti gli Apostoli, i Martiri, i Confessori, i Beati e i Santi che hanno tracciato la storia del cristianesimo.
Fu Papa Gregorio IV, nell’anno 835, a scegliere questa data. Più tardi, nel 1475, Papa Sisto IV rese la celebrazione obbligatoria per tutta la cristianità, sancendo il valore universale di questa solennità.
Le radici antiche della festa
Le origini di Ognissanti affondano in un passato ancora più remoto.
Molti studiosi ritengono che la scelta del 1° novembre derivi da antiche tradizioni celtiche.
I Celti dividevano l’anno in due grandi cicli: quello estivo, dedicato alla vita e alla fertilità della natura, e quello invernale, legato alla morte apparente della terra.
Il passaggio tra i due mondi veniva celebrato nella notte del 31 ottobre, durante il Samhain, festa che segnava la fine dell’estate e l’inizio del nuovo anno.
Questa notte magica era considerata un momento di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, un tempo sospeso in cui gli spiriti potevano tornare sulla terra.
Dalla tradizione del Samhain discende direttamente la moderna festa di Halloween.
Tra Greci, Romani e l’eredità delle Calende d’inverno
Anche le civiltà classiche avevano riti simili.
I Greci onoravano Ade e Persefone, divinità dell’Oltretomba, mentre i Romani celebravano Pomona, dea dei frutti e dei raccolti, per ringraziare la terra dei suoi doni.
Quando l’Impero Romano conquistò la Gallia, di tradizione celtica, Giulio Cesare decise di fondere le due ricorrenze, fissando una data comune tra il 31 ottobre e il 1° novembre.
Quella notte prese il nome di Nos Galan-Gaeaf, “Notte delle calende d’inverno”, un momento di incontro tra luce e oscurità, tra il visibile e l’invisibile.
Il significato cristiano e la continuità delle tradizioni
Con l’avvento del Cristianesimo, i riti pagani vennero reinterpretati alla luce della fede.
Papa Gregorio IV decise di sostituire le antiche celebrazioni con una festa spirituale dedicata a tutti i Santi, segno di vittoria della vita eterna sulla morte.
Nel X secolo la Chiesa istituì anche la commemorazione dei defunti, fissata al 2 novembre, per ricordare le anime di tutti i morti.
Nonostante la trasformazione religiosa, molti elementi delle antiche feste sopravvivono ancora oggi.
Le tradizioni popolari, le pietanze tipiche e le usanze legate al ricordo dei defunti mantengono viva l’unicità di questo periodo, in cui la Terra e il Cielo sembrano avvicinarsi.
LPP


















































































