13 novembre 1903. Muore il pittore Camille Pissarro.

Le origini e la formazione
Camille Pissarro nasce il 10 luglio 1830 a Charlotte Amalie, nell’isola di Saint Thomas, allora danese.
Figlio di un commerciante francese, cresce immerso nella luce dei tropici, una visione che segna per sempre il suo sguardo artistico.
Trasferitosi a Parigi per studiare, scopre la pittura come linguaggio della libertà. Frequenta l’École des Beaux-Arts e l’Académie Suisse, dove incontra artisti come Claude Monet e Paul Cézanne, con i quali condivide la ricerca di un nuovo modo di rappresentare la realtà.
La nascita dell’Impressionismo
Negli anni Sessanta dell’Ottocento, Pissarro abbandona i canoni accademici e si immerge nella pittura en plein air.
Ama ritrarre i paesaggi rurali, i campi, le strade e i contadini, catturando la vibrazione dell’atmosfera e la poesia del quotidiano.
È tra i protagonisti della prima mostra impressionista del 1874, insieme a Monet, Renoir e Degas.
La sua tavolozza, fatta di tocchi minuti e luminosi, restituisce la vita che scorre lenta nei villaggi e nelle campagne.
La sua arte rifiuta la retorica urbana e celebra l’umiltà del lavoro e della natura.
L’evoluzione e l’eredità
Negli anni successivi, Pissarro sperimenta nuove tecniche, avvicinandosi temporaneamente al puntinismo di Seurat e Signac, senza mai rinunciare al suo spirito poetico.
Rimane un punto di riferimento per gli artisti più giovani, da Gauguin a Van Gogh, che vedono in lui un maestro di libertà e coerenza.
Il suo sguardo resta sempre umano, compassionevole, attento ai mutamenti sociali e alla dignità delle persone comuni.
La morte e l’ultimo saluto
Camille Pissarro muore il 13 novembre 1903 a Parigi, dopo una lunga malattia agli occhi che non gli impedisce di dipingere fino all’ultimo.
È sepolto al cimitero di Père-Lachaise, tra altri grandi protagonisti dell’arte e della cultura francese.

Le origini e la formazione
Camille Pissarro nasce il 10 luglio 1830 a Charlotte Amalie, nell’isola di Saint Thomas, allora danese.
Figlio di un commerciante francese, cresce immerso nella luce dei tropici, una visione che segna per sempre il suo sguardo artistico.
Trasferitosi a Parigi per studiare, scopre la pittura come linguaggio della libertà. Frequenta l’École des Beaux-Arts e l’Académie Suisse, dove incontra artisti come Claude Monet e Paul Cézanne, con i quali condivide la ricerca di un nuovo modo di rappresentare la realtà.
La nascita dell’Impressionismo
Negli anni Sessanta dell’Ottocento, Pissarro abbandona i canoni accademici e si immerge nella pittura en plein air.
Ama ritrarre i paesaggi rurali, i campi, le strade e i contadini, catturando la vibrazione dell’atmosfera e la poesia del quotidiano.
È tra i protagonisti della prima mostra impressionista del 1874, insieme a Monet, Renoir e Degas.
La sua tavolozza, fatta di tocchi minuti e luminosi, restituisce la vita che scorre lenta nei villaggi e nelle campagne.
La sua arte rifiuta la retorica urbana e celebra l’umiltà del lavoro e della natura.
L’evoluzione e l’eredità
Negli anni successivi, Pissarro sperimenta nuove tecniche, avvicinandosi temporaneamente al puntinismo di Seurat e Signac, senza mai rinunciare al suo spirito poetico.
Rimane un punto di riferimento per gli artisti più giovani, da Gauguin a Van Gogh, che vedono in lui un maestro di libertà e coerenza.
Il suo sguardo resta sempre umano, compassionevole, attento ai mutamenti sociali e alla dignità delle persone comuni.
La morte e l’ultimo saluto
Camille Pissarro muore il 13 novembre 1903 a Parigi, dopo una lunga malattia agli occhi che non gli impedisce di dipingere fino all’ultimo.
È sepolto al cimitero di Père-Lachaise, tra altri grandi protagonisti dell’arte e della cultura francese.


















































































