14 giugno 1927. Muore Jerome K. Jerome, autore di Tre uomini in barca.

Jerome K. Jerome nasce il 2 maggio 1859 a Walsall, nel cuore dell’Inghilterra industriale.
La sua famiglia affronta gravi problemi economici, che lo costringono a lasciare presto la scuola.
Lavora come facchino, impiegato ferroviario e insegnante, finché non trova nella scrittura il suo linguaggio ideale.
Nel 1885 pubblica il suo primo libro.
Ma è con Idle Thoughts of an Idle Fellow che comincia a farsi notare: una raccolta di riflessioni ironiche, leggere ma intelligenti, in cui emerge uno stile unico.
Il successo mondiale di Tre uomini in barca
Il vero trionfo arriva nel 1889 con Three Men in a Boat (Tre uomini in barca).
È il racconto umoristico di un viaggio sul Tamigi tra amici e disavventure quotidiane.
Un’opera che mescola osservazione sociale, comicità e poesia.
Il libro conquista subito lettori in tutto il mondo.
Diventa un fenomeno editoriale e culturale.
Jerome K. Jerome si afferma come maestro dell’umorismo inglese, quello senza cattiveria, fatto di sottintesi, tempi perfetti e ironia gentile.
Jerome K. Jerome: impegno culturale e memoria
Negli anni successivi continua a scrivere romanzi, saggi e commedie.
Nel 1892 fonda la rivista The Idler, punto di riferimento per la satira letteraria.
Durante la Prima guerra mondiale si arruola come autista d’ambulanza in Francia.
Nel 1926 pubblica la sua autobiografia, My Life and Times, dove racconta con sincerità le sue esperienze, le sue delusioni e i suoi successi.
L’anno dopo riceve il titolo onorifico di “Freeman of Walsall”.
Jerome K. Jerome muore il 14 giugno 1927, a 68 anni, per un’emorragia cerebrale.
Viene cremato a Golders Green e le sue ceneri riposano nella chiesa di St Mary a Ewelme, accanto alla moglie Ettie e alla figliastra Elsie.
Con oltre 300 opere tra romanzi, saggi e testi teatrali, Jerome K. Jerome lascia un’eredità fatta di leggerezza e ironia.
Ancora oggi il suo nome è legato a un umorismo che non offende, ma osserva e fa sorridere.
Ogni lettore che sale su una barca, con un cane e due amici, sa che da qualche parte — tra le righe — c’è ancora Jerome a raccontare.
Jerome K. Jerome nasce il 2 maggio 1859 a Walsall, nel cuore dell’Inghilterra industriale.
La sua famiglia affronta gravi problemi economici, che lo costringono a lasciare presto la scuola.
Lavora come facchino, impiegato ferroviario e insegnante, finché non trova nella scrittura il suo linguaggio ideale.
Nel 1885 pubblica il suo primo libro.
Ma è con Idle Thoughts of an Idle Fellow che comincia a farsi notare: una raccolta di riflessioni ironiche, leggere ma intelligenti, in cui emerge uno stile unico.
Il successo mondiale di Tre uomini in barca
Il vero trionfo arriva nel 1889 con Three Men in a Boat (Tre uomini in barca).
È il racconto umoristico di un viaggio sul Tamigi tra amici e disavventure quotidiane.
Un’opera che mescola osservazione sociale, comicità e poesia.
Il libro conquista subito lettori in tutto il mondo.
Diventa un fenomeno editoriale e culturale.
Jerome K. Jerome si afferma come maestro dell’umorismo inglese, quello senza cattiveria, fatto di sottintesi, tempi perfetti e ironia gentile.
Jerome K. Jerome: impegno culturale e memoria
Negli anni successivi continua a scrivere romanzi, saggi e commedie.
Nel 1892 fonda la rivista The Idler, punto di riferimento per la satira letteraria.
Durante la Prima guerra mondiale si arruola come autista d’ambulanza in Francia.
Nel 1926 pubblica la sua autobiografia, My Life and Times, dove racconta con sincerità le sue esperienze, le sue delusioni e i suoi successi.
L’anno dopo riceve il titolo onorifico di “Freeman of Walsall”.
Jerome K. Jerome muore il 14 giugno 1927, a 68 anni, per un’emorragia cerebrale.
Viene cremato a Golders Green e le sue ceneri riposano nella chiesa di St Mary a Ewelme, accanto alla moglie Ettie e alla figliastra Elsie.
Con oltre 300 opere tra romanzi, saggi e testi teatrali, Jerome K. Jerome lascia un’eredità fatta di leggerezza e ironia.
Ancora oggi il suo nome è legato a un umorismo che non offende, ma osserva e fa sorridere.
Ogni lettore che sale su una barca, con un cane e due amici, sa che da qualche parte — tra le righe — c’è ancora Jerome a raccontare.


















































































