14 luglio 1817. Muore Madame de Staël, scrittrice libera e nemica di Napoleone.

Nel cuore dell’estate del 1817, a Parigi, si spegne una delle menti più vivaci e influenti del suo tempo: Madame de Staël.
Nata a Parigi il 22 aprile 1766, Anne Louise Germaine Necker è figlia dell’ex ministro delle finanze svizzero Jacques Necker e di Suzanne Curchod, celebre salottiera.
Cresce in un ambiente colto, dominato dall’Illuminismo, dove le idee scorrono più libere delle convenzioni.
Fin da giovane, Madame de Staël scrive, viaggia e discute.
Sposa il barone de Staël-Holstein, ambasciatore svedese, ma è la sua penna a farla diventare una figura centrale del dibattito europeo.
Il suo salotto a Parigi, frequentato da intellettuali, filosofi e politici, si trasforma in un crocevia di idee rivoluzionarie.
Intellettuale in esilio, donna di fuoco
Con la Rivoluzione francese e poi con l’ascesa di Napoleone, Madame de Staël si oppone apertamente al potere autoritario.
L’imperatore la esilia, temendo la forza delle sue parole.
Lei si rifugia a Coppet, in Svizzera, dove attira intorno a sé una nuova cerchia di pensatori: il “Gruppo di Coppet” diventa una piccola Europa delle lettere.
Tra le sue opere più celebri c’è De l’Allemagne (1813), in cui introduce in Francia la cultura tedesca, da Goethe a Kant, gettando un ponte tra Illuminismo e Romanticismo.
In Delphine e Corinne, romanzi di forte impronta autobiografica, esplora l’identità femminile e la tensione tra sentimento e società. I suoi testi si muovono tra politica, morale e letteratura, offrendo un punto di vista audace e profondamente europeo.
La morte e l’eredità di Madame de Staël
Madame de Staël muore il 14 luglio 1817, all’età di 51 anni, nella sua casa parigina.
La salute è compromessa da anni di viaggi, stress e battaglie interiori.
Il suo funerale, sobrio ma partecipato, segna la fine di una stagione culturale e l’inizio del mito.
Nel tempo, Madame de Staël resta simbolo di una donna che non teme il potere e lo sfida con la forza della parola.
La sua figura continua a ispirare generazioni di intellettuali e scrittrici, testimoniando quanto possa essere rivoluzionaria una voce indipendente.
Nel cuore dell’estate del 1817, a Parigi, si spegne una delle menti più vivaci e influenti del suo tempo: Madame de Staël.
Nata a Parigi il 22 aprile 1766, Anne Louise Germaine Necker è figlia dell’ex ministro delle finanze svizzero Jacques Necker e di Suzanne Curchod, celebre salottiera.
Cresce in un ambiente colto, dominato dall’Illuminismo, dove le idee scorrono più libere delle convenzioni.
Fin da giovane, Madame de Staël scrive, viaggia e discute.
Sposa il barone de Staël-Holstein, ambasciatore svedese, ma è la sua penna a farla diventare una figura centrale del dibattito europeo.
Il suo salotto a Parigi, frequentato da intellettuali, filosofi e politici, si trasforma in un crocevia di idee rivoluzionarie.
Intellettuale in esilio, donna di fuoco
Con la Rivoluzione francese e poi con l’ascesa di Napoleone, Madame de Staël si oppone apertamente al potere autoritario.
L’imperatore la esilia, temendo la forza delle sue parole.
Lei si rifugia a Coppet, in Svizzera, dove attira intorno a sé una nuova cerchia di pensatori: il “Gruppo di Coppet” diventa una piccola Europa delle lettere.
Tra le sue opere più celebri c’è De l’Allemagne (1813), in cui introduce in Francia la cultura tedesca, da Goethe a Kant, gettando un ponte tra Illuminismo e Romanticismo.
In Delphine e Corinne, romanzi di forte impronta autobiografica, esplora l’identità femminile e la tensione tra sentimento e società. I suoi testi si muovono tra politica, morale e letteratura, offrendo un punto di vista audace e profondamente europeo.
La morte e l’eredità di Madame de Staël
Madame de Staël muore il 14 luglio 1817, all’età di 51 anni, nella sua casa parigina.
La salute è compromessa da anni di viaggi, stress e battaglie interiori.
Il suo funerale, sobrio ma partecipato, segna la fine di una stagione culturale e l’inizio del mito.
Nel tempo, Madame de Staël resta simbolo di una donna che non teme il potere e lo sfida con la forza della parola.
La sua figura continua a ispirare generazioni di intellettuali e scrittrici, testimoniando quanto possa essere rivoluzionaria una voce indipendente.


















































































