19 luglio 1957. Muore Curzio Malaparte, autore di Kaputt e La pelle.

Curzio Malaparte non è un autore che si lascia rinchiudere in definizioni comode.
Nato a Prato il 9 giugno 1898 con il nome di Kurt Erich Suckert, sceglie di italianizzare la propria identità e di ribattezzarsi “Malaparte”, opposto ironico e tragico del “Bonaparte” napoleonico.
Scrittore, giornalista, diplomatico, regista e osservatore spietato delle contraddizioni europee del Novecento, attraversa il secolo con uno sguardo visionario e un’ironia graffiante.
Vita e opere tra propaganda e disincanto
Arruolato volontario nella Prima guerra mondiale, Curzio Malaparte comincia la sua carriera letteraria negli anni Venti, alternando pamphlet politici e romanzi controversi.
Durante il fascismo è vicino al regime, ma sempre in modo autonomo e irriverente: il libro Tecnica del colpo di Stato(1931) gli costa il confino per aver offeso Mussolini e Hitler con lucidità analitica.
Nel 1944, quando esce Kaputt, Malaparte racconta l’orrore della guerra dal punto di vista del testimone: un’opera intensa e poetica, ambientata tra i salotti dell’Europa dell’Est e i campi di battaglia devastati.
Segue La pelle (1949), feroce affresco della Napoli occupata dagli Alleati, dove la liberazione mostra il suo volto ambiguo.
Entrambi i romanzi diventano best seller internazionali e segnano la consacrazione dello scrittore come voce scomoda della coscienza europea.
L’eredità culturale di Curzio Malaparte
Personaggio contraddittorio, affascinante e divisivo, Malaparte anticipa molte inquietudini del mondo contemporaneo.
La sua scrittura mescola verità e finzione, eleganza e crudeltà, reportage e invenzione letteraria.
Appassionato di teatro, cinema e architettura, progetta a Capri la celebre Casa Malaparte, icona modernista incastonata sulla scogliera, che diventa simbolo della sua estetica radicale e solitaria.
Negli ultimi anni si avvicina al comunismo e al cristianesimo, con un percorso spirituale che disorienta i suoi lettori ma conferma la sua irriducibile complessità.
La morte e l’ultimo desiderio
Curzio Malaparte muore il 19 luglio 1957 a Roma, all’età di 59 anni, a causa di un cancro ai polmoni.
Chiede di essere sepolto nella sua casa di Capri, sulla cima di Punta Massullo, con vista sul Mediterraneo: un commiato scenografico, fedele al suo spirito teatrale.
Curzio Malaparte non è un autore che si lascia rinchiudere in definizioni comode.
Nato a Prato il 9 giugno 1898 con il nome di Kurt Erich Suckert, sceglie di italianizzare la propria identità e di ribattezzarsi “Malaparte”, opposto ironico e tragico del “Bonaparte” napoleonico.
Scrittore, giornalista, diplomatico, regista e osservatore spietato delle contraddizioni europee del Novecento, attraversa il secolo con uno sguardo visionario e un’ironia graffiante.
Vita e opere tra propaganda e disincanto
Arruolato volontario nella Prima guerra mondiale, Curzio Malaparte comincia la sua carriera letteraria negli anni Venti, alternando pamphlet politici e romanzi controversi.
Durante il fascismo è vicino al regime, ma sempre in modo autonomo e irriverente: il libro Tecnica del colpo di Stato(1931) gli costa il confino per aver offeso Mussolini e Hitler con lucidità analitica.
Nel 1944, quando esce Kaputt, Malaparte racconta l’orrore della guerra dal punto di vista del testimone: un’opera intensa e poetica, ambientata tra i salotti dell’Europa dell’Est e i campi di battaglia devastati.
Segue La pelle (1949), feroce affresco della Napoli occupata dagli Alleati, dove la liberazione mostra il suo volto ambiguo.
Entrambi i romanzi diventano best seller internazionali e segnano la consacrazione dello scrittore come voce scomoda della coscienza europea.
L’eredità culturale di Curzio Malaparte
Personaggio contraddittorio, affascinante e divisivo, Malaparte anticipa molte inquietudini del mondo contemporaneo.
La sua scrittura mescola verità e finzione, eleganza e crudeltà, reportage e invenzione letteraria.
Appassionato di teatro, cinema e architettura, progetta a Capri la celebre Casa Malaparte, icona modernista incastonata sulla scogliera, che diventa simbolo della sua estetica radicale e solitaria.
Negli ultimi anni si avvicina al comunismo e al cristianesimo, con un percorso spirituale che disorienta i suoi lettori ma conferma la sua irriducibile complessità.
La morte e l’ultimo desiderio
Curzio Malaparte muore il 19 luglio 1957 a Roma, all’età di 59 anni, a causa di un cancro ai polmoni.
Chiede di essere sepolto nella sua casa di Capri, sulla cima di Punta Massullo, con vista sul Mediterraneo: un commiato scenografico, fedele al suo spirito teatrale.


















































































