19 novembre: Santa Matilde di Hackeborn.

Nome: Santa Matilde di Hackeborn
Titolo: Monaca
Nascita: 1241, Helfta, Eisleben, Germania
Morte: 19 novembre 1298, Helfta, Eisleben, Germania
Ricorrenza: 19 novembre
La vita nel monastero di Helfta
Santa Matilde di Hackeborn nasce nel 1241 nella nobile famiglia tedesca degli Hackeborn e cresce in un ambiente che favorisce la cultura e la spiritualità.
Entra giovanissima nel monastero di Helfta, luogo che in questo periodo fiorisce come uno dei centri mistici più importanti d’Europa.
Qui Matilde sviluppa una profonda vita interiore e una sensibilità spirituale che segna in modo decisivo la sua esperienza monastica.
A Helfta si dedica all’insegnamento e alla guida spirituale.
Dirige il coro, educa le giovani monache e custodisce una grande delicatezza nella preghiera, che attira la stima di chi la conosce.
La sua voce, descritta come dolce e capace di toccare il cuore, diventa un mezzo per trasmettere consolazione e incoraggiamento.
L’esperienza mistica e il Liber specialis gratiae
La vita di Matilde è caratterizzata da visioni e rivelazioni che lei stessa affida alle consorelle.
Una di loro, forse Gertrude la Grande, raccoglie e ordina questi testi nel Liber specialis gratiae, il “Libro della grazia speciale”.
L’opera racconta un dialogo continuo tra Matilde e Cristo, sottolineando una relazione fondata sulla fiducia e sulla tenerezza divina.
Il libro descrive anche la grande compassione che Matilde nutre verso gli altri.
Intercede per i sofferenti, offre consigli spirituali e incoraggia chi si sente smarrito.
Il suo desiderio è far percepire a tutti l’amore misericordioso di Dio attraverso la preghiera quotidiana e l’ascolto interiore.
Ultimi anni e morte
Negli ultimi anni, Santa Matilde affronta malattie e prove personali, che vive sempre con un atteggiamento di affidamento.
Rimane nel monastero di Helfta fino alla morte, il 19 novembre 1298.
L’eredità che lascia è quella di una spiritualità luminosa, che continua a parlare attraverso il Liber specialis gratiae.
La Chiesa la ricorda come testimone della misericordia divina e figura centrale della mistica medievale.
Nome: Santa Matilde di Hackeborn
Titolo: Monaca
Nascita: 1241, Helfta, Eisleben, Germania
Morte: 19 novembre 1298, Helfta, Eisleben, Germania
Ricorrenza: 19 novembre
La vita nel monastero di Helfta
Santa Matilde di Hackeborn nasce nel 1241 nella nobile famiglia tedesca degli Hackeborn e cresce in un ambiente che favorisce la cultura e la spiritualità.
Entra giovanissima nel monastero di Helfta, luogo che in questo periodo fiorisce come uno dei centri mistici più importanti d’Europa.
Qui Matilde sviluppa una profonda vita interiore e una sensibilità spirituale che segna in modo decisivo la sua esperienza monastica.
A Helfta si dedica all’insegnamento e alla guida spirituale.
Dirige il coro, educa le giovani monache e custodisce una grande delicatezza nella preghiera, che attira la stima di chi la conosce.
La sua voce, descritta come dolce e capace di toccare il cuore, diventa un mezzo per trasmettere consolazione e incoraggiamento.
L’esperienza mistica e il Liber specialis gratiae
La vita di Matilde è caratterizzata da visioni e rivelazioni che lei stessa affida alle consorelle.
Una di loro, forse Gertrude la Grande, raccoglie e ordina questi testi nel Liber specialis gratiae, il “Libro della grazia speciale”.
L’opera racconta un dialogo continuo tra Matilde e Cristo, sottolineando una relazione fondata sulla fiducia e sulla tenerezza divina.
Il libro descrive anche la grande compassione che Matilde nutre verso gli altri.
Intercede per i sofferenti, offre consigli spirituali e incoraggia chi si sente smarrito.
Il suo desiderio è far percepire a tutti l’amore misericordioso di Dio attraverso la preghiera quotidiana e l’ascolto interiore.
Ultimi anni e morte
Negli ultimi anni, Santa Matilde affronta malattie e prove personali, che vive sempre con un atteggiamento di affidamento.
Rimane nel monastero di Helfta fino alla morte, il 19 novembre 1298.
L’eredità che lascia è quella di una spiritualità luminosa, che continua a parlare attraverso il Liber specialis gratiae.
La Chiesa la ricorda come testimone della misericordia divina e figura centrale della mistica medievale.


















































































