2 novembre 1975. Muore Pier Paolo Pasolini, voce del dissenso.

Le origini di una mente libera
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Cresce in un’Italia attraversata da profondi cambiamenti sociali e politici, che segneranno per sempre la sua visione del mondo.
Studia Lettere all’Università di Bologna e sviluppa fin da giovane una passione per la poesia, la lingua e il linguaggio popolare.
Dopo la guerra si trasferisce a Casarsa, in Friuli, dove insegna e pubblica la sua prima raccolta di versi in dialetto, Poesie a Casarsa.
Tra letteratura, cinema e impegno civile
Negli anni Cinquanta Pasolini si stabilisce a Roma, città che diventa teatro e musa della sua opera.
Frequenta gli ambienti del neorealismo, collabora con registi come Fellini e scrive sceneggiature che raccontano l’Italia delle borgate.
Il suo romanzo Ragazzi di vita e il successivo Una vita violenta aprono un nuovo capitolo nella narrativa italiana, portando in primo piano gli emarginati e il linguaggio crudo delle periferie.
Il suo esordio alla regia con Accattone nel 1961 rivela uno sguardo potente e personale.
Seguono film come Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo e Teorema, che intrecciano sacro e profano, erotismo e spiritualità, scandalo e poesia. Pasolini provoca, interroga, non si allinea.
Anche nel giornalismo e nei saggi denuncia l’omologazione culturale e il consumismo, difendendo la diversità come forma di libertà.
L’ultimo capitolo
Il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini viene trovato senza vita all’Idroscalo di Ostia.
La sua morte resta avvolta nel mistero e continua a interrogare il Paese.
I funerali, celebrati a Roma e poi a Casarsa, richiamano amici, intellettuali e gente comune che riconosce in lui una delle voci più coraggiose e autentiche del Novecento italiano.
Le origini di una mente libera
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Cresce in un’Italia attraversata da profondi cambiamenti sociali e politici, che segneranno per sempre la sua visione del mondo.
Studia Lettere all’Università di Bologna e sviluppa fin da giovane una passione per la poesia, la lingua e il linguaggio popolare.
Dopo la guerra si trasferisce a Casarsa, in Friuli, dove insegna e pubblica la sua prima raccolta di versi in dialetto, Poesie a Casarsa.
Tra letteratura, cinema e impegno civile
Negli anni Cinquanta Pasolini si stabilisce a Roma, città che diventa teatro e musa della sua opera.
Frequenta gli ambienti del neorealismo, collabora con registi come Fellini e scrive sceneggiature che raccontano l’Italia delle borgate.
Il suo romanzo Ragazzi di vita e il successivo Una vita violenta aprono un nuovo capitolo nella narrativa italiana, portando in primo piano gli emarginati e il linguaggio crudo delle periferie.
Il suo esordio alla regia con Accattone nel 1961 rivela uno sguardo potente e personale.
Seguono film come Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo e Teorema, che intrecciano sacro e profano, erotismo e spiritualità, scandalo e poesia. Pasolini provoca, interroga, non si allinea.
Anche nel giornalismo e nei saggi denuncia l’omologazione culturale e il consumismo, difendendo la diversità come forma di libertà.
L’ultimo capitolo
Il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini viene trovato senza vita all’Idroscalo di Ostia.
La sua morte resta avvolta nel mistero e continua a interrogare il Paese.
I funerali, celebrati a Roma e poi a Casarsa, richiamano amici, intellettuali e gente comune che riconosce in lui una delle voci più coraggiose e autentiche del Novecento italiano.


















































































