25 novembre 2016. Muore Fidel Castro, il líder máximo di Cuba.

Le origini e la formazione del futuro líder
Fidel Castro nasce nel 1926 a Birán, nell’oriente cubano, in una famiglia legata alla coltivazione della canna da zucchero.
Frequenta scuole gesuite e poi l’Università dell’Avana, dove studia legge e si avvicina alla politica attraverso movimenti anti-dittatoriali.
In questi anni matura una visione del potere come strumento di trasformazione radicale, idea che guida tutte le sue scelte successive.
Il progetto rivoluzionario che cambia la storia
Negli anni Cinquanta, Castro organizza il primo assalto alla caserma Moncada contro la dittatura di Fulgencio Batista.
L’azione fallisce, ma l’episodio segna l’inizio del suo percorso rivoluzionario.
Dopo l’esilio in Messico, torna a Cuba con un piccolo gruppo di guerriglieri che include Ernesto Che Guevara.
La guerriglia nella Sierra Maestra cresce e conquista consenso.
Il 1º gennaio 1959, Batista abbandona l’isola e Castro entra a L’Avana come simbolo del nuovo corso politico.
Alla guida del governo, Fidel Castro avvia riforme economiche, nazionalizzazioni e un programma sociale che ridefinisce il volto del Paese.
Il rapporto con gli Stati Uniti si deteriora rapidamente, fino all’embargo e alla crisi dei missili del 1962, che porta il mondo sull’orlo della guerra nucleare.
Castro consolida così la sua immagine internazionale: figura carismatica per alcuni, leader autoritario per altri, sempre al centro del dibattito globale.
Il lungo potere e il ritiro dalle scene
Per decenni Fidel Castro governa Cuba alternando ruoli politici e militari.
Il suo discorso pubblico rimane un tratto distintivo, così come la capacità di mantenere un controllo capillare sulla vita del Paese.
Nel 2006, a causa di problemi di salute, delega temporaneamente i poteri al fratello Raúl Castro.
Il passaggio diventa definitivo nel 2008, anche se continua a intervenire con articoli e riflessioni sulla politica internazionale.
La morte e i funerali di un leader divisivo
Fidel Castro muore il 25 novembre 2016 all’Avana, all’età di 90 anni.
Il governo proclama nove giorni di lutto nazionale e le sue ceneri percorrono l’isola in una lunga processione simbolica che ripercorre, a ritroso, il cammino della rivoluzione.
L’urna viene infine deposta a Santiago de Cuba, nel cimitero di Santa Ifigenia, vicino al mausoleo di José Martí.
La sua figura continua ancora oggi a dividere: per molti è il protagonista di una liberazione storica, per altri il responsabile di un regime rigido.
In ogni caso, il nome Fidel Castro rimane inseparabile dalla storia di Cuba.
Le origini e la formazione del futuro líder
Fidel Castro nasce nel 1926 a Birán, nell’oriente cubano, in una famiglia legata alla coltivazione della canna da zucchero.
Frequenta scuole gesuite e poi l’Università dell’Avana, dove studia legge e si avvicina alla politica attraverso movimenti anti-dittatoriali.
In questi anni matura una visione del potere come strumento di trasformazione radicale, idea che guida tutte le sue scelte successive.
Il progetto rivoluzionario che cambia la storia
Negli anni Cinquanta, Castro organizza il primo assalto alla caserma Moncada contro la dittatura di Fulgencio Batista.
L’azione fallisce, ma l’episodio segna l’inizio del suo percorso rivoluzionario.
Dopo l’esilio in Messico, torna a Cuba con un piccolo gruppo di guerriglieri che include Ernesto Che Guevara.
La guerriglia nella Sierra Maestra cresce e conquista consenso.
Il 1º gennaio 1959, Batista abbandona l’isola e Castro entra a L’Avana come simbolo del nuovo corso politico.
Alla guida del governo, Fidel Castro avvia riforme economiche, nazionalizzazioni e un programma sociale che ridefinisce il volto del Paese.
Il rapporto con gli Stati Uniti si deteriora rapidamente, fino all’embargo e alla crisi dei missili del 1962, che porta il mondo sull’orlo della guerra nucleare.
Castro consolida così la sua immagine internazionale: figura carismatica per alcuni, leader autoritario per altri, sempre al centro del dibattito globale.
Il lungo potere e il ritiro dalle scene
Per decenni Fidel Castro governa Cuba alternando ruoli politici e militari.
Il suo discorso pubblico rimane un tratto distintivo, così come la capacità di mantenere un controllo capillare sulla vita del Paese.
Nel 2006, a causa di problemi di salute, delega temporaneamente i poteri al fratello Raúl Castro.
Il passaggio diventa definitivo nel 2008, anche se continua a intervenire con articoli e riflessioni sulla politica internazionale.
La morte e i funerali di un leader divisivo
Fidel Castro muore il 25 novembre 2016 all’Avana, all’età di 90 anni.
Il governo proclama nove giorni di lutto nazionale e le sue ceneri percorrono l’isola in una lunga processione simbolica che ripercorre, a ritroso, il cammino della rivoluzione.
L’urna viene infine deposta a Santiago de Cuba, nel cimitero di Santa Ifigenia, vicino al mausoleo di José Martí.
La sua figura continua ancora oggi a dividere: per molti è il protagonista di una liberazione storica, per altri il responsabile di un regime rigido.
In ogni caso, il nome Fidel Castro rimane inseparabile dalla storia di Cuba.


















































































