25 novembre 2020. Muore Diego Armando Maradona.

Le radici di un talento che cambia il calcio
Diego Armando Maradona nasce nel 1960 a Lanús e cresce nelle periferie di Buenos Aires, dove il pallone diventa presto una bussola quotidiana.
I club argentini notano la sua abilità, e il suo ingresso nell’Argentinos Juniors innesca un’ascesa veloce e sorprendente.
Maradona mostra un controllo di palla che sembra sfidare ogni logica, una capacità di vedere il gioco come se lo osservasse dall’alto.
La sua storia sportiva prende slancio, e presto l’Argentina intera parla di lui come di un prodigio in arrivo.
Dall’Argentina all’Europa: un campione che afferma la sua visione
Il trasferimento al Boca Juniors nel 1981 rappresenta un momento decisivo: con quella maglia, Maradona imprime al suo calcio un’impronta popolare e passionale.
L’Europa lo accoglie poco dopo. Il Barcellona è il primo passo, ma è a Napoli che il suo talento trova lo scenario più adatto.
Qui, dal 1984, costruisce un rapporto irripetibile con una città che lo sente simile, istintivo e vulnerabile. Conduce la squadra a traguardi storici: due scudetti, una Coppa UEFA, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.
Il palcoscenico mondiale: il Pibe de Oro entra nella storia
Il Mondiale del 1986 in Messico amplia la sua figura fino a trasformarla in mito. Maradona guida l’Argentina come un regista totale: dribbla, inventa, trascina.
La partita contro l’Inghilterra incide nell’immaginario globale e definisce il suo stile, capace di mescolare genialità pura e istinto ribelle.
Da quel momento la sua immagine supera il calcio, entra nella cultura popolare e resta un riferimento anche per chi non segue lo sport.
Gli ultimi anni, la morte e l’addio planetario
Negli anni successivi Maradona attraversa stagioni complesse, tra salute fragile, panchine, presenze televisive e un legame sempre vivo con l’Argentina.
Il 25 novembre 2020 muore a Tigre a causa di un arresto cardiaco, lasciando un vuoto immediatamente percepibile ovunque.
Le esequie, organizzate a Buenos Aires con un corteo imponente, mostrano una folla che vuole salutarlo come si accompagna un eroe popolare.
Diego Armando Maradona continua così a vivere nel racconto di chi lo guarda ancora come un frammento indelebile della storia del calcio.
Le radici di un talento che cambia il calcio
Diego Armando Maradona nasce nel 1960 a Lanús e cresce nelle periferie di Buenos Aires, dove il pallone diventa presto una bussola quotidiana.
I club argentini notano la sua abilità, e il suo ingresso nell’Argentinos Juniors innesca un’ascesa veloce e sorprendente.
Maradona mostra un controllo di palla che sembra sfidare ogni logica, una capacità di vedere il gioco come se lo osservasse dall’alto.
La sua storia sportiva prende slancio, e presto l’Argentina intera parla di lui come di un prodigio in arrivo.
Dall’Argentina all’Europa: un campione che afferma la sua visione
Il trasferimento al Boca Juniors nel 1981 rappresenta un momento decisivo: con quella maglia, Maradona imprime al suo calcio un’impronta popolare e passionale.
L’Europa lo accoglie poco dopo. Il Barcellona è il primo passo, ma è a Napoli che il suo talento trova lo scenario più adatto.
Qui, dal 1984, costruisce un rapporto irripetibile con una città che lo sente simile, istintivo e vulnerabile. Conduce la squadra a traguardi storici: due scudetti, una Coppa UEFA, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.
Il palcoscenico mondiale: il Pibe de Oro entra nella storia
Il Mondiale del 1986 in Messico amplia la sua figura fino a trasformarla in mito. Maradona guida l’Argentina come un regista totale: dribbla, inventa, trascina.
La partita contro l’Inghilterra incide nell’immaginario globale e definisce il suo stile, capace di mescolare genialità pura e istinto ribelle.
Da quel momento la sua immagine supera il calcio, entra nella cultura popolare e resta un riferimento anche per chi non segue lo sport.
Gli ultimi anni, la morte e l’addio planetario
Negli anni successivi Maradona attraversa stagioni complesse, tra salute fragile, panchine, presenze televisive e un legame sempre vivo con l’Argentina.
Il 25 novembre 2020 muore a Tigre a causa di un arresto cardiaco, lasciando un vuoto immediatamente percepibile ovunque.
Le esequie, organizzate a Buenos Aires con un corteo imponente, mostrano una folla che vuole salutarlo come si accompagna un eroe popolare.
Diego Armando Maradona continua così a vivere nel racconto di chi lo guarda ancora come un frammento indelebile della storia del calcio.


















































































