26 novembre 2018. Muore il regista Bernardo Bertolucci.

Un autore che attraversa il cinema del Novecento
Bernardo Bertolucci nasce a Parma nel 1941 e cresce in un ambiente dove la scrittura, la poesia e la riflessione sul mondo diventano parte della sua vita quotidiana.
Nei primi anni Sessanta si avvicina al cinema collaborando con Pier Paolo Pasolini, un incontro che apre la strada al suo percorso di regista.
Da questo momento, Bertolucci sceglie di raccontare il potere, i desideri, le contraddizioni dell’essere umano con uno sguardo che non si accontenta dell’immediatezza, ma ricerca immagini che restano nel tempo.
Gli esordi e una poetica che si definisce
Il debutto alla regia arriva nel 1962 con “La commare secca”, film che mostra già una sensibilità visiva precisa. Con “Prima della rivoluzione”, girato due anni dopo, Bertolucci indaga inquietudini politiche e sentimenti personali mentre osserva una gioventù che cerca una direzione.
La sua poetica si forma lentamente, tra riferimenti letterari, profondità psicologica e una costante attenzione al rapporto tra individuo e storia.
Il successo internazionale
Negli anni Settanta, Bertolucci diventa una voce centrale del cinema mondiale.
“Il conformista” gli offre un riconoscimento internazionale grazie alla forza estetica e narrativa che caratterizza l’intero film.
Nel 1972 arriva “Ultimo tango a Parigi”, opera che divide critica e pubblico ma che lo consacra come autore capace di affrontare tabù e fragilità con uno stile diretto e complesso.
Il trionfo globale giunge però nel 1987 con “L’ultimo imperatore”, grande affresco sulla vita di Pu Yi, che gli vale nove premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia.
È un punto di svolta: Bertolucci entra stabilmente tra i protagonisti del cinema contemporaneo, mantenendo negli anni successivi un interesse costante per il viaggio, la memoria e il rapporto tra culture diverse.
Gli ultimi anni e la fine di un percorso
Nel nuovo millennio, il regista continua a lavorare nonostante le difficoltà fisiche che lo costringono sulla sedia a rotelle.
Realizza “The Dreamers” nel 2003 e “Io e te” nel 2012, confermando una sensibilità narrativa che resta fedele alle sue radici ma dialoga con nuovi linguaggi.
Il 26 novembre 2018 Bernardo Bertolucci muore a Roma all’età di 77 anni, lasciando un’eredità cinematografica riconosciuta in tutto il mondo.
I funerali si svolgono in forma privata, rispettando il desiderio della famiglia e la discrezione che accompagna gli ultimi anni della sua vita.
Un autore che attraversa il cinema del Novecento
Bernardo Bertolucci nasce a Parma nel 1941 e cresce in un ambiente dove la scrittura, la poesia e la riflessione sul mondo diventano parte della sua vita quotidiana.
Nei primi anni Sessanta si avvicina al cinema collaborando con Pier Paolo Pasolini, un incontro che apre la strada al suo percorso di regista.
Da questo momento, Bertolucci sceglie di raccontare il potere, i desideri, le contraddizioni dell’essere umano con uno sguardo che non si accontenta dell’immediatezza, ma ricerca immagini che restano nel tempo.
Gli esordi e una poetica che si definisce
Il debutto alla regia arriva nel 1962 con “La commare secca”, film che mostra già una sensibilità visiva precisa. Con “Prima della rivoluzione”, girato due anni dopo, Bertolucci indaga inquietudini politiche e sentimenti personali mentre osserva una gioventù che cerca una direzione.
La sua poetica si forma lentamente, tra riferimenti letterari, profondità psicologica e una costante attenzione al rapporto tra individuo e storia.
Il successo internazionale
Negli anni Settanta, Bertolucci diventa una voce centrale del cinema mondiale.
“Il conformista” gli offre un riconoscimento internazionale grazie alla forza estetica e narrativa che caratterizza l’intero film.
Nel 1972 arriva “Ultimo tango a Parigi”, opera che divide critica e pubblico ma che lo consacra come autore capace di affrontare tabù e fragilità con uno stile diretto e complesso.
Il trionfo globale giunge però nel 1987 con “L’ultimo imperatore”, grande affresco sulla vita di Pu Yi, che gli vale nove premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia.
È un punto di svolta: Bertolucci entra stabilmente tra i protagonisti del cinema contemporaneo, mantenendo negli anni successivi un interesse costante per il viaggio, la memoria e il rapporto tra culture diverse.
Gli ultimi anni e la fine di un percorso
Nel nuovo millennio, il regista continua a lavorare nonostante le difficoltà fisiche che lo costringono sulla sedia a rotelle.
Realizza “The Dreamers” nel 2003 e “Io e te” nel 2012, confermando una sensibilità narrativa che resta fedele alle sue radici ma dialoga con nuovi linguaggi.
Il 26 novembre 2018 Bernardo Bertolucci muore a Roma all’età di 77 anni, lasciando un’eredità cinematografica riconosciuta in tutto il mondo.
I funerali si svolgono in forma privata, rispettando il desiderio della famiglia e la discrezione che accompagna gli ultimi anni della sua vita.


















































































