27 novembre: San Giacomo l’Interciso.

Nome: San Giacomo l’Interciso
Titolo: Martire in Persia
Nascita: Beth Huzaye
Morte: IV secolo, Ctesifonte, Iraq
Ricorrenza: 27 novembre
La vita di un cristiano alla corte persiana
San Giacomo l’Interciso vive alla corte del re persiano Yazdegerd I, dove ricopre un ruolo di prestigio come funzionario imperiale.
La sua posizione lo espone a pressioni continue: il sovrano, inizialmente tollerante, pretende poi l’adesione ai culti pagani.
Giacomo, nel tentativo di evitare persecuzioni ai familiari, cede temporaneamente alle richieste del re.
Tuttavia, questo gesto lo tormenta e lo porta a un profondo ripensamento.
Quando Yazdegerd muore, Giacomo decide di non rinnegare più la propria fede.
Confessa apertamente di essere cristiano davanti al nuovo re, Bahram V, e rifiuta di partecipare ai riti pagani.
Questo atto segna l’inizio della sua testimonianza più radicale.
Il martirio
La pena assegnata è brutale.
Gli vengono strappati gli arti uno alla volta e, quando il supplizio giunge al termine, viene decapitato.
Giacomo affronta questo destino con lucidità e determinazione, convinto che la coerenza della fede richieda la piena assunzione delle proprie scelte.
Le reliquie rubate e il viaggio verso Braga
I discepoli presenti al martirio desiderano custodire ciò che rimane del loro maestro e chiedono ufficialmente di poterlo seppellire. La richiesta viene respinta.
A quel punto decidono di agire di nascosto. Recuperano le parti del corpo del martire e le sottraggono, riuscendo poi a farle arrivare fino alla cattedrale portoghese di Braga.
Qui le reliquie vengono deposte in un sarcofago nella Cappella delle Reliquie, dove ancora oggi sono oggetto di venerazione.
Nome: San Giacomo l’Interciso
Titolo: Martire in Persia
Nascita: Beth Huzaye
Morte: IV secolo, Ctesifonte, Iraq
Ricorrenza: 27 novembre
La vita di un cristiano alla corte persiana
San Giacomo l’Interciso vive alla corte del re persiano Yazdegerd I, dove ricopre un ruolo di prestigio come funzionario imperiale.
La sua posizione lo espone a pressioni continue: il sovrano, inizialmente tollerante, pretende poi l’adesione ai culti pagani.
Giacomo, nel tentativo di evitare persecuzioni ai familiari, cede temporaneamente alle richieste del re.
Tuttavia, questo gesto lo tormenta e lo porta a un profondo ripensamento.
Quando Yazdegerd muore, Giacomo decide di non rinnegare più la propria fede.
Confessa apertamente di essere cristiano davanti al nuovo re, Bahram V, e rifiuta di partecipare ai riti pagani.
Questo atto segna l’inizio della sua testimonianza più radicale.
Il martirio
La pena assegnata è brutale.
Gli vengono strappati gli arti uno alla volta e, quando il supplizio giunge al termine, viene decapitato.
Giacomo affronta questo destino con lucidità e determinazione, convinto che la coerenza della fede richieda la piena assunzione delle proprie scelte.
Le reliquie rubate e il viaggio verso Braga
I discepoli presenti al martirio desiderano custodire ciò che rimane del loro maestro e chiedono ufficialmente di poterlo seppellire. La richiesta viene respinta.
A quel punto decidono di agire di nascosto. Recuperano le parti del corpo del martire e le sottraggono, riuscendo poi a farle arrivare fino alla cattedrale portoghese di Braga.
Qui le reliquie vengono deposte in un sarcofago nella Cappella delle Reliquie, dove ancora oggi sono oggetto di venerazione.


















































































