27 ottobre 2013. Muore Lou Reed, voce underground di New York.
Dalla periferia di New York alla scena musicale mondiale
Lewis Allan Reed nasce il 2 marzo 1942 a Brooklyn, New York.
La città che lo accoglie diventa presto la sua musa, con le sue contraddizioni, la sua durezza e la sua poesia sotterranea.
Dopo gli studi alla Syracuse University, dove incontra il poeta Delmore Schwartz che lo incoraggia a scrivere testi di forte intensità narrativa, Reed approda al mondo della musica con una visione nuova: raccontare la realtà senza filtri.
Nel 1964 fonda con John Cale i Velvet Underground, gruppo destinato a rivoluzionare la storia del rock alternativo.
Prodotti da Andy Warhol, i Velvet portano in scena temi fino ad allora marginali — la droga, la sessualità, l’alienazione — trasformandoli in arte.
Album come The Velvet Underground & Nico segnano un punto di svolta nella cultura musicale del Novecento.
La carriera solista e il mito di Walk on the Wild Side
Dopo lo scioglimento dei Velvet, Lou Reed intraprende una carriera solista segnata da continui mutamenti.
Nel 1972 pubblica Transformer, prodotto da David Bowie e Mick Ronson, che contiene il suo brano più celebre: Walk on the Wild Side.
La canzone diventa l’emblema della New York trasgressiva e libera, dove l’artista si muove come osservatore e protagonista.
Negli anni successivi, Reed continua a esplorare territori sonori e tematici complessi: da Berlin a Metal Machine Music, alterna introspezione, sperimentazione e critica sociale.
La sua voce, ruvida e malinconica, diventa simbolo di una generazione in cerca di autenticità.
L’addio a un artista senza compromessi
Lou Reed muore il 27 ottobre 2013 a Southampton, New York, a causa di complicazioni epatiche dopo un trapianto di fegato.
Ha 71 anni.
Il mondo della musica lo saluta come uno dei più grandi innovatori del rock contemporaneo, capace di unire poesia e ribellione, bellezza e dissonanza.
Le sue ceneri vengono sparse a Long Island, in un gesto semplice e coerente con la sua vita: restare parte del paesaggio che lo ha ispirato.
Dalla periferia di New York alla scena musicale mondiale
Lewis Allan Reed nasce il 2 marzo 1942 a Brooklyn, New York.
La città che lo accoglie diventa presto la sua musa, con le sue contraddizioni, la sua durezza e la sua poesia sotterranea.
Dopo gli studi alla Syracuse University, dove incontra il poeta Delmore Schwartz che lo incoraggia a scrivere testi di forte intensità narrativa, Reed approda al mondo della musica con una visione nuova: raccontare la realtà senza filtri.
Nel 1964 fonda con John Cale i Velvet Underground, gruppo destinato a rivoluzionare la storia del rock alternativo.
Prodotti da Andy Warhol, i Velvet portano in scena temi fino ad allora marginali — la droga, la sessualità, l’alienazione — trasformandoli in arte.
Album come The Velvet Underground & Nico segnano un punto di svolta nella cultura musicale del Novecento.
La carriera solista e il mito di Walk on the Wild Side
Dopo lo scioglimento dei Velvet, Lou Reed intraprende una carriera solista segnata da continui mutamenti.
Nel 1972 pubblica Transformer, prodotto da David Bowie e Mick Ronson, che contiene il suo brano più celebre: Walk on the Wild Side.
La canzone diventa l’emblema della New York trasgressiva e libera, dove l’artista si muove come osservatore e protagonista.
Negli anni successivi, Reed continua a esplorare territori sonori e tematici complessi: da Berlin a Metal Machine Music, alterna introspezione, sperimentazione e critica sociale.
La sua voce, ruvida e malinconica, diventa simbolo di una generazione in cerca di autenticità.
L’addio a un artista senza compromessi
Lou Reed muore il 27 ottobre 2013 a Southampton, New York, a causa di complicazioni epatiche dopo un trapianto di fegato.
Ha 71 anni.
Il mondo della musica lo saluta come uno dei più grandi innovatori del rock contemporaneo, capace di unire poesia e ribellione, bellezza e dissonanza.
Le sue ceneri vengono sparse a Long Island, in un gesto semplice e coerente con la sua vita: restare parte del paesaggio che lo ha ispirato.
