6 maggio 1952. Muore Maria Montessori, la donna che rivoluzionò la pedagogia dell’infanzia.

Maria Montessori nasce il 31 agosto 1870 a Chiaravalle, in provincia di Ancona.
Sin da giovane mostra una determinazione fuori dal comune.
Si iscrive alla facoltà di medicina, diventando nel 1896 una delle prime donne italiane a laurearsi in questa disciplina.
Ma è nel mondo dell’educazione e della pedagogia che esprimerà al meglio le sue competenze.
Lavora inizialmente con bambini affetti da disabilità cognitive, intuendo che il problema non è nei bambini, ma nei metodi che la società impone loro.
È da questa esperienza che comincia a prendere forma un nuovo approccio pedagogico.
Maria Montessori e il metodo che mette il bambino al centro
Nel 1907, a San Lorenzo, un quartiere popolare di Roma, nasce la prima “Casa dei Bambini”.
È un laboratorio di osservazione e libertà, dove i bambini imparano attraverso l’esperienza diretta, con materiali studiati per sviluppare autonomia, attenzione e senso critico.
Maria Montessori non si limita a proporre un nuovo metodo: rivoluziona il modo in cui si guarda all’infanzia.
Per lei, il bambino non è un vaso da riempire, ma una persona in costruzione che ha bisogno di fiducia e rispetto.
Il suo metodo si diffonde rapidamente in tutto il mondo, apprezzato non solo per la sua efficacia didattica, ma anche per la sua visione umanistica e profonda.
Partecipa a congressi internazionali, collabora con studiosi e governi, viaggia in India e nei Paesi Bassi, dove trova rifugio durante la guerra.
Maria Montessori porta avanti la sua missione educativa fino all’ultimo giorno della sua vita.
L’ultimo saluto a una pioniera dell’educazione
Maria Montessori muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk aan Zee, nei Paesi Bassi, dove viveva da tempo con il figlio Mario.
Le sue spoglie riposano nel cimitero cattolico della città.
Sulla lapide è incisa una frase che sintetizza la sua visione: “Io prego i cari bambini che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.”
Ancora oggi, le scuole Montessori continuano a educare generazioni di studenti in oltre cento Paesi.
E il suo nome resta sinonimo di rispetto per l’infanzia, autonomia e libertà di apprendimento.
Maria Montessori nasce il 31 agosto 1870 a Chiaravalle, in provincia di Ancona.
Sin da giovane mostra una determinazione fuori dal comune.
Si iscrive alla facoltà di medicina, diventando nel 1896 una delle prime donne italiane a laurearsi in questa disciplina.
Ma è nel mondo dell’educazione e della pedagogia che esprimerà al meglio le sue competenze.
Lavora inizialmente con bambini affetti da disabilità cognitive, intuendo che il problema non è nei bambini, ma nei metodi che la società impone loro.
È da questa esperienza che comincia a prendere forma un nuovo approccio pedagogico.
Maria Montessori e il metodo che mette il bambino al centro
Nel 1907, a San Lorenzo, un quartiere popolare di Roma, nasce la prima “Casa dei Bambini”.
È un laboratorio di osservazione e libertà, dove i bambini imparano attraverso l’esperienza diretta, con materiali studiati per sviluppare autonomia, attenzione e senso critico.
Maria Montessori non si limita a proporre un nuovo metodo: rivoluziona il modo in cui si guarda all’infanzia.
Per lei, il bambino non è un vaso da riempire, ma una persona in costruzione che ha bisogno di fiducia e rispetto.
Il suo metodo si diffonde rapidamente in tutto il mondo, apprezzato non solo per la sua efficacia didattica, ma anche per la sua visione umanistica e profonda.
Partecipa a congressi internazionali, collabora con studiosi e governi, viaggia in India e nei Paesi Bassi, dove trova rifugio durante la guerra.
Maria Montessori porta avanti la sua missione educativa fino all’ultimo giorno della sua vita.
L’ultimo saluto a una pioniera dell’educazione
Maria Montessori muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk aan Zee, nei Paesi Bassi, dove viveva da tempo con il figlio Mario.
Le sue spoglie riposano nel cimitero cattolico della città.
Sulla lapide è incisa una frase che sintetizza la sua visione: “Io prego i cari bambini che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo.”
Ancora oggi, le scuole Montessori continuano a educare generazioni di studenti in oltre cento Paesi.
E il suo nome resta sinonimo di rispetto per l’infanzia, autonomia e libertà di apprendimento.


















































































